Settimane intense in casa Skorpions Varese visto che la società grigiorossa sta vivendo il climax della propria stagione e lo sta facendo con la solita adrenalinica passione di sempre. Dalle Finals della Flag U17 andate in scena lo scorso weekend a La Fattoria la Principina di Grosseto alla Wild Card di IFL di domenica prossima che potrebbe valere l’accesso alla semifinale, senza dimenticare le quote rosa con la Flag di Dario D’Adelfio che nel weekend sarà impegnata proprio a Grosseto per le finali di categoria.

Fil rouge del movimento Skorpions è Sofia Petrillo, quarterback classe ’01 della Flag Femminile e Head Coach dell’Under17, nonché figlia del vicepresidente grigiorosso Enzo Petrillo (protagonista a sua volta a Grosseto con il raduno delle Nazionali Under15 e Under17 di cui è capo allenatore). Se gli Skorpions si considerano una famiglia, allora è facile capire quanto a maggior ragione questi giorni possano essere dii cruciale importanza per una ragazza che ha letteralmente il grigiorosso nel sangue.

Un primo obiettivo, intanto, è andato. L’U17 grigiorossa non ha certo recitato un ruolo marginale alle Finals di Grosseto chiudendo con un eccellente terzo posto. “Da quando ho preso in mano la squadra – analizza Sofia Petrillo – ho ravvisato un netto miglioramento sul piano fisico e atletico, ma soprattutto dal punto di vista mentale. A Grosseto tutti gli altri coach mi hanno fatto i complimenti proprio perché la nostra forza è stata la testa: di certo non eravamo la squadra più forte, ma ce l’abbiamo messa tutta in ogni partita dall’inizio alla fine e chiudere in questo modo, vincendo di un punto allo scadere, è stato pazzesco”.

Aquile Ferrara a parte, anche in semifinale siete rimasti sempre in partita nonostante la sconfitta.
“Dirò di più: siamo stati in vantaggio a lungo arrivando negli ultimissimi minuti sotto di due per poi subire un TD a tempo quasi scaduto. Va detto che i Mad Dogs Milano sono una squadra nuova solo a livello burocratico, visto che ne fanno parte ragazzi dei Rhinos che giocano insieme da sempre e molti di loro sono già stabilmente in Nazionale. Tra l’altro proprio i Mad Dogs hanno riconosciuto la nostra semifinale come la partita più bella del torneo e questo è stato uno dei complimenti più gratificante per i nostri “pidocchietti”. Da questa esperienza ci portiamo dentro una rinnovata consapevolezza e una consolidata fiducia tra me, Federico Digennaro (coach della difesa, ndr) e il gruppo. Voglio solo citare i capitani Marco Bormolini e Tommaso Bulgheroni: la loro testa e concentrazione ha permesso a tutta la squadra di rimanere sul pezzo tenendo conto che quest’ultimo, il nostro QB, sarebbe un Under15 e ha giocato da leader vero contro gente più grande di lui”.

Ormai Grosseto è la capitale di questo sport: che importanza ha il Flag nel panorama italiano?
“Per noi Grosseto è da sempre il primo obiettivo della stagione perché anche solo il fatto di esserci vuol dire tanto. Poi, una volta che sei lì, ti si apre un mondo magico: Grosseto per noi non è la città, ma è La Principina. In questi weekend si vive in tutto e per tutto un’atmosfera unica, tra compagni di squadra e altre squadre, in un clima di festa costante. Football, famiglia e divertimento sono concetti imprescindibili, poi in campo tutto può succedere: magari arrivi per giocarti il primo posto e chiudi ultimo, viceversa puoi arrivare senza chissà quali aspirazioni e vincere”.

Quindi il prossimo weekend cosa succederà?
“Lo scopriremo presto (sorride, ndr). Di sicuro ci siamo complicate la vita e per passare alle finali dovremo superare un girone di ferro sabato contro Elephants Catania, Sharks Palermo e Thunders Trento. Poi vedremo…”.

Cosa non ha funzionato fin qui dal tuo punto di vista?
“Non saprei dare una risposta precisa, ma di sicuro ci sono state tantissime occasioni in cui avremmo potuto fare molto meglio senza riuscirci perché ci siamo adagiate sugli allori degli scorsi anni, sicure di ripetere la nostra ottima fase a gironi. Invece tutte le avversarie hanno comprensibilmente alzato il livello, noi siamo rimaste sui nostri standard, e ora ci troviamo ad inseguire. Inutile fasciarci la testa: ci stiamo allenando al massimo per vincere, altrimenti chiuderemo con un posto in classifica che non ci compete ma che, eventualmente, ci saremo meritate”.

Al netto degli allenamenti atletici, memori dei discorsi precedenti, sarà ancor più importante arrivare a Grosseto con la testa giusta. È corretto?
“Assolutamente sì. L’intensità in allenamento non manca, stiamo lavorando molto sul timing, sul non droppare la palla, ma sarà la testa a fare la differenza. Intensità, concentrazione e voglia di vincere saranno i tre aspetti fondamentali così come è stato per i ragazzi: dalla mia Under17 ho imparato molto e capito che con la mentalità giusta si possono vincere anche le partite più difficile. Adesso proverà a farlo in prima persona da giocatrice”.

A tal proposito, preferisci giocare o allenare?
“Sono due emozioni completamente diverse. Da giocatrice sai di aver portato la tua squadra a vincere magari con un lancio perfetto all’ultimo secondo: questo, però, dipende da capacità fisiche e atletiche, ma anche dall’abilità del ricevitore. Da allenatore, invece, hai molte più responsabilità: una squadra intera si basa sulle tue indicazioni e magari passi i giorni seguenti a recriminare per uno schema sbagliato o anche solo per un modo di porsi errato nei confronti dei ragazzi. Di certo la gioia provata a Grosseto settimana scorsa al fischio finale è stata unica: la mia vittoria più grande sta nel trasmettere a questi ragazzi voglia di giocare e capacità di superare la paura di sbagliare. In maniera diversa sono quindi due emozioni uniche, ma anche due belle responsabilità: sono però troppo attaccata a questo sport per farne a meno”.

Il prossimo sarà un weekend delicato per tutto il mondo Skorpions: vuoi fare un commento anche sulla Prima Squadra in vista del match contro i Rhinos?
“In primis mi dispiace non esserci per ovvie motivazioni, ma non mancherò di seguire la partita a distanza. Di certo i Rhinos entreranno in campo con una mentalità diversa: la scorsa volta non avevano l’obbligo di vincere poiché erano già certi dei playoff, mentre per noi è stato un autentico dentro o fuori. Di contro noi non saremo da meno perché vogliamo la semifinale: possiamo vincere e mi fido dei ragazzi e del lavoro di coach Holt insieme al suo staff. Sarà una partita combattuta”.

Chiudiamo con un bilancio complessivo. Abbiamo parlato di Flag e di Tackle, due aspetti che confluiscono alla perfezione nella mentalità Skorpions: che futuro vi aspetta?
“Essendo molto a contatto con la dirigenza (sorride, ndr) capisco sempre di più quanto sia importante il mondo Flag soprattutto dal punto di vista mentale: Flag e football sono quasi due sport diversi, anche solo per la mancanza di contatto nel primo caso, ma hanno la stessa mentalità che differisce da qualsiasi altro sport. L’U17 si porterà dentro per sempre l’esperienza di Grosseto e sono sicura che ad ognuno servirà sia nello sport sia nella vita di tutti i giorni: il trionfo dell’Under18 Tackle dello scorso anno è stato frutto di una mentalità vincente nata fin dalla Flag U13, visto che se non fossero stati squadra non avrebbero mai potuto dominare una stagione in quel modo. I frutti del lavoro con le giovanili porteranno sempre più ragazzi ad essere pronti per la Prima Squadra e, così facendo, il futuro degli Skorpions non potrà che essere roseo”.

Il cammino degli Skorpions U17

FASE A GIRONI
Skorpions Varese – Guelfi Firenze 41-14
Aquile Ferrara – Skorpions Varese 59-14
Skorpions Varese – Legio XIII Roma 34-30
SEMIFINALE
Mad Dogs Milano – Skorpions Varese 40-31
FINALE 3°/4° POSTO
Skorpions Varese – Panthers Parma 40-39

Matteo Carraro
Foto Cinzia Roganti

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