Con il 22 sulla schiena e l’entusiasmo del suo ritorno al “Chinetti”, Aurelio Mondoni ha vissuto un grande girone di andata alla Solbiatese. Le difficoltà di inizio stagione sono ormai un ricordo lontano, perché la squadra ha trascorso le festività natalizie in terza posizione, dimostrandosi, partita dopo partita, una delle pretendenti più credibili alla vittoria del titolo finale.

Con le sue tre reti all’attivo, l’attaccante classe ’99 si intende alla perfezione con i suoi compagni di reparto, che insieme hanno messo ko formazioni più quotate. Oltre agli ex Vergiatese con cui ha condiviso metà della scorsa stagione, in nerazzurro ha ritrovato anche mister Domenicali, con cui aveva vinto una Coppa Italia col Varese. Orgoglioso del progetto e fiducioso per il girone di ritorno, il giovane fantasista analizza, tra le altre cose, il cammino percorso finora e i risultati raggiunti con il gruppo.

Partiamo proprio dalla vostra cavalcata. Terzo posto a -9 dalla vetta, davanti a squadre che i pronostici piazzavano più in alto di voi. Cosa vi ha portato fin lì e – dettaglio ancora più importante – cosa vi servirà per restarci?
“Sicuramente con l’arrivo di mister Domenicali c’è stato un cambio di rotta, anche per il fatto che, avendo gli interpreti giusti, ci siamo trovati subito bene con il nuovo modulo. Man mano che arrivavano i risultati, ci sentivamo più sereni e abbiamo preso il ritmo giusto e più fiducia nei nostri mezzi, e a quel punto poteva andare solo meglio, tant’è che da allora non abbiamo più subìto sconfitte. Dopo la sosta ci aspettano Pavia e Club Milano, che saranno un banco di prova per capire se siamo un gruppo maturo. Da parte nostra, arriveremo alla ripresa con la mentalità giusta e la consapevolezza che se sbagliamo noi, loro potranno allontanarsi, ma se sbagliano loro, noi potremo avvicinarci. Penso che per restare nelle prime posizioni dobbiamo abituarci all’idea di essere una squadra forte e ragionare come tale, mettendo in campo la stessa continuità avuta nell’ultimo mese e mezzo. Ovvio che per arrivare ancora più in alto non dovremo sbagliare niente, neanche i dettagli, ed essere più attenti e concentrati per evitare di farci recuperare, come successo negli unici due pareggi con mister Domenicali. Comunque siamo fiduciosi perché ci stiamo allenando bene”.

Dopo la brevissima esperienza in nerazzurro, che causa Covid durò solo da giugno a ottobre 2020, cos’ha significato per te tornare a indossare questi colori?
“Partiamo dal presupposto che in queste categorie, quando si trova una società seria, con persone competenti, viene ancora più voglia di giocare. Quelle otto partite prima che stoppassero il campionato erano state la mia prima esperienza in Promozione e già allora ero entusiasta di andare alla Solbiatese. Non è un caso che anche giocatori come Scapinello e Anzano fossero scesi di categoria, perché se si è disposti a farlo è solo per prender parte a un progetto importante”.

Avete chiuso il girone d’andata con il miglior attacco in assoluto del girone. Sei soddisfatto, anche personalmente, di questo risultato?
“Personalmente sono convinto che ci si possa sempre migliorare. Ho fatto prestazioni positive e altre meno, quindi il mio primo obiettivo sarà di limitare il numero di partite negative. Ho i mezzi per riuscirci e sicuramente giocare con dei compagni forti è di grande aiuto, anche in allenamento. Adesso che ho ventitré anni, penso di dover avere la maturità giusta per trascinare la squadra e decidere le partite. Parlando in generale, non mi stupisce che siamo il migliore attacco, visto che abbiamo dei giocatori fuori categoria, e penso che i numeri potrebbero essere anche più alti. Se gli attaccanti fanno gol, però, è grazie al lavoro di tutta la squadra, perché nel calcio moderno si attacca e ci si difende in undici e tutti partecipano alla fase offensiva. Con mister Domenicali segniamo una media di due gol a partita e anche dietro stiamo facendo bene; ovvio che qualche gol lo si prende, ma in quel caso la colpa è di tutti e non solo della difesa”.

Il gol che ti sta più a cuore sarà sicuramente quello contro il Magenta…
“Sì. Era difficile, ma un gol così si può fare solo se ti servono una palla perfetta. Denni (Scapinello, ndr) ci è riuscito e io ho avuto anche un po’ di fortuna, ma ne è uscito un gran gol che non si vede tutti i giorni, e per questo sono contento”.

Gli hai offerto qualcosa per l’assist?
L’ho portato a San Siro a vedere Milan-Monza (ride, ndr). Abbiamo un bel rapporto”.

Considerando i grandi nomi del vostro attacco, a cui si è aggiunto anche quello di Dervishi, pensi che questa sana competizione tra di voi possa essere uno stimolo in più?
“Chiaro che chiunque vorrebbe giocare sempre, ma per vincere i campionati serve l’apporto di tutti, anche per far fronte a squalifiche o infortuni. Oltretutto, il calcio è cambiato tanto con le cinque sostituzioni, perché rispetto agli undici iniziali può cambiare metà squadra. Quindi, che si parta dal primo minuto o che si entri dalla panchina, bisogna avere lo spirito giusto per fare la differenza. Se c’è competizione tra di noi è sicuramente tanto di guadagnato: significa che se la domenica entri in campo è perché te lo sei meritato e non perché non ci sono alternative. Ora che è arrivato Mario (Dervishi, ndr), anche lui ci darà una grossa mano. Più siamo forti, meglio è, e con giocatori di questo calibro ogni allenamento ti motiva a fare meglio, perché anche le partitelle sono di un’altra categoria”.

Riviviamo l’intero 2022. Qual è stato il momento più bello?
“Ce ne sono due, entrambi alla Solbiatese. La partita con l’Oltrepò, anche se io non ho giocato tanto, è stata molto bella perché abbiamo vinto contro una squadra importante, con doppietta di Scapinello, e nell’ambiente si respirava una grande carica. Poi anche quella con il Gavirate, in cui eravamo sotto di un gol e abbiamo vinto 2-1, dimostrando di essere forti come gruppo. Anche lì non ho giocato molto, ma quando si vive la partita dalla panchina e si entra dopo si capisce ancora di più quanto una vittoria sia sofferta”.

Quale sarà, invece, la tua to-do list per il 2023?
“Personalmente vorrei fare sempre meglio e provare a salire di categoria con la Solbiatese. È vero che nove punti di distacco sono tanti, ma come seconda chance ci sarebbero i playoff e se dovessimo qualificarci, faremmo di tutto per vincerli. Sarà difficile, ma non impossibile: ho visto tante squadre forti, ma nessuna più di noi, quindi non metto la Solbiatese dietro a nessuno”.

Silvia Alabardi

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