Al primo anno tra le file della Solbiatese, ha messo a segno due gol in tre giornate: il primo, nel pareggio all’esordio contro l’Accademia Pavese, il secondo nella vittoria scoppiettante contro la Castanese. Con una simile media, verrebbe da pensare che si parli di uno dei tanti attaccanti alla corte di mister Domenicali. E invece no: professione difensore per l’ex Vogherese Federico Riceputi, che sul binario di sinistra sta facendo perdere la trebisonda a non pochi avversari, spesso spiazzati dal suo connubio di spinta e impetuosità.

Oltre a una piazza ambiziosa, al “Felice Chinetti” il classe 1997 ha ritrovato anche il suo storico compagno di squadra Alex Romano, che non a caso, un paio di mesi fa, lo aveva simpaticamente definito il suo “scudiero”. Entusiasta per questo nuovo capitolo nerazzurro e soddisfatto dell’inizio di stagione, il terzino commenta le prime uscite con la sua ciurma e getta uno sguardo consapevole al futuro.

È vero che il gol è un po’ nelle tue corde, ma ti aspettavi un inizio del genere?
“A livello realizzativo è il mio miglior inizio, visto che non avevo mai fatto due gol nelle prime tre giornate. Negli ultimi due anni ero arrivato a sei gol a stagione e chiaramente segnare è sempre bello, soprattutto se i gol aiutano la squadra a vincere, anche se per il ruolo che faccio non mi pongo un obiettivo minimo. Per il resto, sono contento anche perché in queste ultime settimane sto entrando in una condizione fisica ottimale”.

In nerazzurro hai ritrovato Alex Romano, il tuo ex compagno di Vogherese e Accademia Pavese. La sua presenza è stato un motivo in più per scegliere questa piazza?
“Magari sarei venuto qui a prescindere, ma sicuramente il fatto che ci fosse anche Alex ha inciso sulla mia decisione. L’ho conosciuto che avevo ventidue anni, ora ne ho ventisei, e abbiamo un rapporto fantastico che è cresciuto con il tempo. Come persona è un ragazzo fantastico, sempre disponibile sia in campo che fuori; calcisticamente, si sa già che è un top player che ogni anno va in doppia cifra e non gioca solo per se stesso. Fisicamente, poi, è come un ragazzino; infatti gli dico sempre che smetterò prima io di lui (ride, ndr)“.

In queste categorie, il terzino è un ruolo spesso occupato da giocatori under. Tu che sulla fascia hai invece tanta esperienza, come spieghi questa tendenza? Personalmente, come ti sei evoluto in questa posizione?
“È proprio un bell’argomento… In Eccellenza, con il fatto che adesso devono giocare solo due under, diventa più facile avere un terzino o anche un portiere over, ma sicuramente quello dei giovani resta un problema che in un certo senso ci frena dal provare la Serie D. Lì, infatti, i quattro giovani obbligatori spesso vengono posizionati proprio sulle fasce. Quanto a me, nasco e muoio terzino (ride, ndr) e solo raramente ho fatto l’interno di centrocampo in qualche spezzone di gara. Ho anche giocato come braccetto e negli ultimi due anni a Voghera sono stato impiegato come quinto, che è un ruolo che mi piace molto perché mi lascia più libero in attacco, senza compiti difensivi. Qui a Solbiate usiamo la difesa a quattro, quindi ho una posizione un po’ diversa, ma dato che il mister gioca un calcio molto offensivo, sono comunque libero di spingere”.

Passando al lato collettivo, tra campionato e Coppa, per ora avete raccolto quattro vittorie e un pareggio. Qual è stato il fattore chiave per iniziare col piede giusto?
“Premesso che vincere non è mai facile, anche perché contro di noi le altre squadre sono più concentrate e danno sempre il massimo, forse non c’è un vero e proprio segreto per partire bene. Sicuramente le nostre qualità ci hanno aiutato molto, così come il fatto di aver formato subito un bel gruppo, che è la cosa più importante”.

Parlando appunto di gruppo, qual è l’aggettivo che secondo te vi descrive meglio?
“Direi che siamo una squadra molto tecnica e completa, formata da giocatori che troverebbero spazio in qualsiasi altra società di Eccellenza e non solo, dato che tutti abbiamo fatto qualche esperienza in D e alcuni di noi sono stati anche in C. Al di là del nostro livello, sicuramente siamo anche un gruppo molto unito”.

I prossimi impegni, da disputare in sette giorni, saranno in ordine Verbano, Oltrepò e Caronnese. A cosa dovrete stare maggiormente attenti contro ciascuno di questi tre avversari?

“Ci aspetta una settimana molto dura, che dovremo affrontare partita dopo partita. Il Verbano è una squadra giovane con un allenatore che conosco bene, che punta molto sulla corsa e sulla tattica. Oltrepò e Caronnese sono due squadre che puntano ai vertici della classifica, quindi anche contro di loro sarà difficile, ma per ora siamo concentrati su sabato”.

Oltre alle squadre appena citate, chi potrebbero essere a tuo avviso le rivali più pericolose?
“Aggiungerei anche il Pavia e l’Ardor Lazzate, che seppure non sia partita benissimo, è una buona squadra. Come mina vagante, invece, direi la Calvairate, che ha già fatto sette punti. Comunque penso che sia presto per dire chi potrà puntare veramente in alto, ed è un discorso che vale anche per noi. Secondo me dovremo aspettare fino alla settima, ottava giornata; per ora, di sicuro, più punti si mettono in cascina, meglio è, perché serviranno per quando le partite contano veramente”.

Silvia Alabardi

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