Il Città di Varese femminile ha chiuso un’ottima stagione in Eccellenza con il brillante 4-4 casalingo contro il Crema. Partita che, però, si porta dietro alcuni strascichi: se da una parte la società biancorossa ha ricevuto proprio quest’oggi un bella notizia a livello burocratico (con il verdetto della Corte Sportiva d’Appello che ha annullato la retrocessione in Serie D), la giustizia sportiva non è stata clemente con le quote rosa.

Nel C.U. n° 74 il Giudice Sportivo ha usato la mano decisamente pesante:
200€ di multa alla società: propri sostenitori offendevano pesantemente l’arbitro minacciandolo. Lo attendevano a fine gara, veniva accerchiato dai sostenitori, che lo applaudivano ironicamente e lo offendevano. Alcuni di essi con atteggiamento minaccioso lo costringevano a rifugiarsi nello spogliatoio. Nessuno dei responsabili interveniva a difesa del direttore di gara.
una gara a porte chiuse: propri sostenitori offendevano pesantemente l’arbitro minacciandolo. Lo attendevano a fine gara, veniva accerchiato dai sostenitori, che lo applaudivano ironicamente e lo offendevano. Alcuni di essi con atteggia mento minaccioso lo costringevano a rifugiarsi nello spogliatoio. Nessuno dei responsabili interveniva a difesa del direttore di gara.
inibizione al dirigente Claudio Vincenzi fino al 14 giugno: a fine gara protesta nei confronti dell’arbitro
squalifica ai mister Andrea Bottarelli, Omar Cremona (preparatore dei portieri) e Antonino La Tella (vice) fino al 12 luglio: espulsi per proteste alla notifica del provvedimento offendeva l’arbitro;
squalifica per cinque partite a Rebecca Mauro: espulsa per doppia ammonizione, alla notifica del provvedimento offendeva pesantemente l’arbitro
squalifica per cinque partite a Letizia Benotti:a fine gara riceveva una seconda ammonizione, alla notifica del provvedimento offendeva pesantemente il direttore di gara.

Il gruppo squadra biancorosso ha appreso con sconcerto le sanzioni poiché la versione varesina è alquanto discostante dalle motivazioni riportate nel referto dal Sig. Angelo Gabriele. “Non voglio entrare nel merito di quanto successo sul terreno di gioco poiché se riportassi i fatti per come sono avvenuto passerei per quello che cerca scuse. Aggrapparsi agli alibi non è nel mio stile, ma ciò che mi lascia basito è l’aver messo alla gogna mediatica un gruppo di lavoro e ragazze d’oro i cui comportamenti sono quanto di più lontano esista da ciò che viene riportato nel referto”.

Sono davvero dispiaciuto per l’accadutoprosegue Bottarelli: già e difficile far crescere il movimento femminile e ognuno di noi compie enormi sacrifici per provare ad emergere nei confronti dei colleghi maschili, ma se a questo si affiancano le bugie fa ancor più male. Non siamo stati lesi nel risultato e nel morale, ma la nostra immagine viene così pesantemente intaccata: nessuno, e sottolineo nessuno, del mio staff e delle mie giocatrici ha insultato o aggredito l’arbitro. È senz’altro arrivato qualche insulto al termine del match ma, ancora una volta, nessuno dei presenti ha aggredito il direttore di gara che, mentre rideva e preannunciava multe in arrivo, è stato accompagnato tranquillamente da Claudio negli spogliatoi, dove ha potuto farsi una doccia e, senza essere importunato, salire in macchina e uscire dal centro sportivo”.

La morale?Noi rispettiamo tutto e tutti, compreso un arbitro che a nostro giudizio non ha arbitrato la sua miglior partite. Anzi, spesso si legge di arbitri aggrediti: noi condanniamo questi atteggiamenti che non devono mai succedere, ma al tempo stesso è brutto quando si vola per immaginazione o si vuole recare un danno per nulla. Per questo mi dissocio fermamente da quanto scritto nel comunicato: ci sono ragazze che piangono per queste cose, ragazze che si allenano e giocano solo perché amano il calcio, per passione e senza secondi fini. Vedere il loro nome comparire pubblicamente solo in un momento negativo per dare risalto a chissà cosa fa davvero male. Oggi abbiamo perso tutti”.

Matteo Carraro

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