Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e con il Presidente della Camera Roberto Fico,al Parlamento in seduta comune per la cerimonia di giuramento .(foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Praticare sport diventa un diritto. Lo sancisce la Costituzione Italiana per la prima volta in 75 anni, con il parlamento tricolore che ha votato la nuova formula dell’articolo 33, il cui incipit è: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. Rilevante è questo passaggio, inserito nel testo: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme“.

Un traguardo storico che amplia e rafforza il significato dello sport per il paese. Allo stesso tempo l’articolo 33 diventa il punto d’appoggio dal quale fare partire le iniziative legislative per supportare la pratica sportiva. Perchè però questo passaggio? Il fine è quello di andare ad incidere in maniera concreta sul mondo sportivo, partendo dai finanziamenti per la costruzione di palestre piscine, l’inserimento di insegnati qualificati e dando impulso alla collaborazione con le federazioni per far crescere il movimento sportivo scolastico, che può diventare il primo passo verso l’attività agonistica. 

Interventi concreti da accompagnare a un messaggio culturale: fare sport contribuisce al benessere psicofisico. Lo sport, infatti, può essere un lavoro, ma diventa innanzitutto un diritto, non solo legato alla costruzione di nuove strutture per fare sport ma anche e soprattutto alla possibilità di sostenere le famiglie che non possono permettersi di far fare sport ai propri figli.

La riforma costituzionale rappresenta un punto di svolta e il solenne impegno di costruire assieme una sostanza rispetto ad una modifica costituzionale, frutto ponderato, valutato di quanto fosse necessaria. Considero lo sport una difesa immunitaria sociale, mi auguro che questa definizione aiuti tutti a comprenderne l’importanza e a comprendere l’importanza del rafforzamento delle difese immunitarie in senso generale e tanto più quelle sociali. Da parte mia il dovere di garantire sul mio onore che è quello che è scritto non rappresenti semplicemente un’enunciazione di un principio, ma l’inizio di un percorso di responsabilità, dove sono sicuro che saremo tutti dalla stessa parte, a fare in modo che ci sia attuazione dal punto di vista sociale, sostanziale, perché lo sport non sia soltanto la celebrazione delle vittorie, ma sia l’affermazione dei principi e dei valori dei quali siamo tutti portatori e beneficiari, a vantaggio soprattutto dei nostri figli, dei nostri nipoti e di quelli che verranno“, queste le parole del Ministro per lo Sport, Andrea Abodi, intervenuto in Aula.

Redazione

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