Il Tennis Club CCR di Ispra nasce nel 1962 sotto la denominazione di Tennis Club Euratom. Dalla primavera del 2004 ha cambiato nome e da quasi vent’anni porta quello attuale di TC CCR. Ad oggi il circolo è certamente uno dei più dotati e qualitativi della zona dell’alto varesotto: sei campi da tennis di cui 4 in terra battuta e due in erba sintetica. Di questi campi, tre sono coperti e quindi usufruibili durante tutto l’anno. Insomma, il Club isprese è un vero punto di riferimento per il comune e le zone limitrofe.
Per approfondire meglio tutti i temi che gravitano attorno ad un circolo così fiorente abbiamo incontrato e posto alcune domande al presidente del circolo, Andrea Pagano.

Innanzitutto partiamo dalla storia di questo circolo e dalla sua particolarità …
“Questo è un circolo che ha una storia lunga e importante. Nasce e si mantiene vivo come parte integrante delle attività ricreative, sociali, culturali e sportive del centro di ricerca di Ispra (da qui il nome TC CCR, ndr). È chiaramente un luogo dedicato a far praticare il tennis ai lavoratori del centro con le rispettive famiglie e, inoltre, siamo affiliati alla FITP da molti anni. Proprio per questo motivo c’è la possibilità anche per gli “esterni” al centro di recarsi da noi e usufruire della struttura, ma la maggior parte dei giocatori proviene ovviamente dal CCR ex Euratom. La percentuale sarà sul 70% interna e 30% di esterni a questo mondo. Essere un circolo di questo tipo ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi e la comunità europea vigila su di noi. Ecco perché vogliamo fare sempre le cose al meglio ed essere ospitali e attenti ai nostri giocatori.”

Immagino che questo legame forte con il centro di ricerca vi possa in qualche modo aiutare …
“Assolutamente sì. Come ho detto prima ha pro e contro ma, di base, io credo fermamente che sia una grande risorsa per il circolo. La cosa importante da sottolineare è che io, che sono presidente seppur da poco, e gli altri membri del consiglio, non abbiamo pieno potere sulla gestione economica del circolo e dunque, l’obiettivo principale è la continuità. La struttura, però, è adeguata e lo staff di sicuro affidamento. Il legame che abbiamo con il centro sta proprio nel fatto che il circolo sia popolato dalle famiglie. Il rovescio della medaglia è che l’impostazione della scuola tennis e delle altre attività collegate sia più ludica che agonistica”.

Veniamo allora proprio al reparto dell’insegnamento del tennis. Siete soddisfatti dei numeri attuali?
“Siamo molto soddisfatti sia del numero di ragazzi che si mettono in gioco per imparare, sia della qualità del nostro insegnamento. Abbiamo circa un centinaio di giocatori tra cui 60 nella SAT e 40 nell’agonistica. Il nostro bacino di utenza più ampio è quello della scuola europea di Varese e anche questo ha lati positivi e negativi. Purtroppo, però, proprio a questo proposito, i figli di genitori stranieri non possono essere tesserati per le squadre Junior (da Under 10 a under 18, ndr) e quindi facciamo fatica a convertire i nostri buoni numeri in squadre giovani. Il lavoro dei nostri istruttori con il vivaio si amplia anche grazie al FITP junior program e al progetto Scuola Attiva in collaborazione con il MIUR”.

Continuando a parlare di scuola tennis, prima ha espresso il suo consenso per uno staff certificato. A questo punto una menzione è d’obbligo …
“Hai ragionissima. Ribadisco la mia soddisfazione per lo staff che abbiamo costruito e per come sta lavorando. Partiamo dal responsabile del coordinamento dei maestri Nicolò Mancuso, proseguiamo con Angelo Alaimo (istruttore di secondo grado FITP e laureato Magistrale in Management dello Sport e delle Attività Motorie, ndr), Samuele Tondelli (istruttore primo grado FITP, ndr) e Riccardo Lomio (istruttore primo grado FITP e laureato in scienze motorie, ndr). Per concludere un aiuto ce lo danno anche Alessandro Sangermani e Davide Rodomonti, che non lavorano come maestri ma forniscono il loro contributo per la grande esperienza che hanno in questo settore”.

Riprendendo il discorso precedente, avete qualche problema con le squadre Junior. Con le altre squadre, invece, come siete messi?
“La premessa da fare è proprio quella che facevo in fase d’introduzione. Con il fatto che la maggior parte dei giocatori vengono dal centro di ricerca, non abbiamo molti agonisti. Comunque nella stagione corrente abbiamo iscritto al Campionati degli Affiliati (campionati a squadre ufficiali FITP, ndr) una D2 maschile, una D3 femminile, due D4 maschili oltre a due squadre di veterani Over 45 e 50 (limitate 4.3, ndr). L’impronta amatoriale si denota soprattutto nei buonissimi risultati ottenuti nel circuito TPRA, una realtà più simpatica e tranquilla dove comunque si giocano partite di ottimo livello”.

Ho visto infatti che avete ospitato due eventi del circuito TPRA, come sono andati? Avete intenzione di replicare in futuro?
“Esatto. Abbiamo ospitato il Master Gold Maschile, dove la nostra squadra è arrivata sino in finale e si è guadagnata l’accesso alla fase regionale, e la fase di macroarea femminile Silver, dove le nostre giocatrici si sono imposte e hanno vinto la manifestazione. La cosa più importante, però, è che in questi eventi tutti i giocatori si divertano e che vivano una bella giornata nel nostro club. Il vantaggio del TPRA è proprio che i tornei si svolgono in uno o massimo due giorni e l’organizzazione è più semplice e snella. Proprio questo è il motivo che, sicuramente, ci spingerà ad organizzarne altri. Per quanto riguarda invece i tornei FITP, da dopo il Covid ci siamo un po’ fermati ma l’intenzione di riprendere tra quest’anno e il prossimo è fortissima. Vogliamo ospitare tanti atleti e appassionati sui nostri campi”.

A proposito di Covid, la vostra chiusura prolungata dev’essere stata complicata …
“E’ stato un periodo difficilissimo per tutti, ma forse per noi ancora di più. La nostra chiusura prolungata è stata imposta dalla comunità europea e noi abbiamo rispettato questa decisione alla lettera per non mettere a repentaglio la salute e la sicurezza dei nostri frequentatori. Personalmente in quel momento non ero presidente ma facevo parte del consiglio e rifarei tutto allo stesso modo. Ovviamente qualche problemino economico ce lo ha causato ma siamo ripartiti con maggiore voglia e determinazione e stiamo tornando a pieno regime”.

A questo punto, per concludere, mi piacerebbe chiederti i progetti futuri che avete in mente …
“Ne abbiamo più di uno ma ovviamente, dovremo confrontarci con i nostri “superiori” con grande rispetto. Il primo proposito potrebbe essere quello di trasformare un campo in sintetico, che abbiamo, in due campi da padel, dato che la richiesta è molto alta e il lato sociale di questo sport mi piace molto. Un altro obiettivo è quello di poter organizzare al più presto uno o due rodei FITP, come dicevamo prima. Infine, la cosa più importante, è quella di continuare a coinvolgere tante persone e creare un ambiente ancor più unito e sano. Le esperienze ed il confronto continuo sono fondamentali e noi vogliamo essere un luogo di riferimento per chi frequenta, abitualmente o meno, il nostro circolo”.

Filippo Salmini

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