Prendete l’orologio del tempo e spostatelo indietro al 18 dicembre, Pallacanestro Varese – Trieste, fine terzo quarto. OJM avanti 72-59, partita in ghiaccio e tutti convinti di vivere un ultimo periodo di pochi sussulti fino alla sirena dei 40′.

Invece no, parziale complessivo di 16-29 per gli ospiti con Brown costretto ad un canestro da cineteca in penetrazione e la dea bendata che manda sul ferro il tiro di Davis, dando così l’opportunità a Varese di vincere al supplmenetare una partita che si era complicata con le sue stesse mani. Vi ricorda qualcosa?

Sì, esatto, il finale di ieri contro Tortona. Fine terzo quarto, Varese avanti 73-62, Lino Oldrini più caldo che mai e inerzia tutta nelle mani dei ragazzi di coach Matt Brase. Parziale di 15-27 in favore degli ospiti, risultato sull’88 pari, Ross sbaglia l’ultimo possesso, transizione, fallo, canestro e sconfitta.

Le somiglianze tra le due situazioni sono talmente lampanti, oggettive e nette che non si possono non prendere in considerazione. Il crollo della squadra avvenuto ieri nell’ultimo quarto è figlio di un problema di sistema che si fa quanto mai evidente. Una squadra oggi troppo corta che gioca un basket votato al dispendio clamoroso di energie che, se non elevato al suo massimo, diventa solo controproducente.

La sconfitta con Tortona è un film già visto a cui è cambiato solo, e in questa parola ci sta tutta la differenza del mondo, il finale. Che Varese però avesse limiti strutturali lo si sapeva da quest’estate, come il fatto che l’assenza di Reyes, unico in grado di offrire soluzioni diverse al catch and shoot dalla linea da tre punti, avrebbe dato enormi grattacapi a questa squadra.

Qui si apre il vero problema della OJM, reso quanto mai lampante dalla partita di ieri sera, ovvero la poca solidità e concretezza dei centri biancorossi, in particolare di uno. Impietoso il confronto con la coppia Cain-Radosevic, autori di 24 punti a fronte dei soli 2 messi a segno dal duo Caruso-Owens, ma il ragionamento va esteso a ben altri lidi.

La vera differenza è la quantità e qualità di soluzioni che la coppia di centri piemontese è riuscita ad offrire ad una squadra che ha faticato moltissimo, per merito di Varese, sugli esterni, con Christon, Macura e Harper in evidente crisi contro la difesa biancorossa. Niente gioco sugli esterni, si va a giocare sotto, in un bilancio a cui aggiungiamo i 17 punti di Daum che si mangia un Johnson fuori posizione per necessità e che aspetta come si attende un bel caffè il lunedì mattina, il rientro di Reyes.

Varese sta mancando di una varietà di soluzioni che ad inizio stagione aveva trovato in quel gioco pick’n’roll calato grandemente nelle ultime giornate e che riduce il ventaglio di soluzioni nell’arco della OJM. A questo poi è chiaro che va aggiunta una fase difensiva da rivedere ma qui si torna al problema di sistema di cui si parlava sopra: se corri e corri e corri e difendi con intensità e aggressività ma hai la squadra in questo momento corta, prima o poi la benzina finisce e lì son dolori, a meno che non arrivi la giocata del campione che ti risolve il match.

Com’è stato con Trieste e come non è stato ieri sera con Tortona, in un film già visto a cui Varese, però, se continuerà a dare seguito anche a Brindisi, è bene che cambi nuovamente il finale, per non vedere scappare via le Final Eight di Coppa Italia, giusto riconoscimento per quanto fatto vedere fino ad oggi, consapevoli che nel grande bene fatto ci sia ancora tanto da migliorare.

Alessandro Burin

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