Volto nuovo in casa Valceresio, volto noto della Valceresio: Mimmo Sidoti è il nuovo vicepresidente della società biancoverde e affiancherà Nicola Cantelmo a livello operativo mettendo la sua esperienza al servizio della risalita verso la Prima Categoria.

Dalla Rasa (2010-16) al Cantello Rasa (2016-18), Sidoti ha masticato parecchio calcio dilettantistico prima di concedersi una meritata pausa dalla scene. “Diciamo che mi sono preso una pausa di riflessione – scherza la new entry biancoverde – anche se ho continuato a tenermi aggiornato su ciò che accadeva nella provincia. Tra l’altro i miei amici ai tempi della Rasa si erano trasferiti proprio alla Valceresio e fin da subito mi avevano chiesto di rimettermi in gioco, ma il momento giusto è arrivato solo ora”.

Domanda scontata, perché?
“Mi sono concentrato sulla mia carriera lavorativa ma, adesso che sono pronto per andare in pensione, avrò il tempo necessario da dedicare alla Valceresio. Se mi è mancato il calcio? Certo che sì, anche se devo dire che più di tutto mi è mancato il gruppo di amici. Non ci siamo mai persi di vista, ovvio, ma stare insieme e vivere di calcio ogni giorno è ben diverso; sono felice di ritrovare vecchi amici e di incontrarne di nuovi”.

Al netto dei rapporti personali, perché la Valceresio?
“Già nel 2018, archiviata la mia esperienza al Cantello, ho avuto modo di collaborare con la Valceresio dell’allora presidente Peroni (Cantelmo era il vice, ndr) organizzando un evento sponsorizzato da una società di carburanti e combustibili. Già in quell’occasione ho conosciuto le persone che stavano dietro la società e mi sono confrontato con un ambiente bello e sano. Mi è piaciuto il loro modo di porsi e di ragionare, perché parliamo di una società che non pensa a fare proclami ma vuole solo tenere il giusto profilo per fare bene e divertirsi con i suoi ragazzi. È il mio taglio, sposa appieno la mia idea e la mia volontà di fare bene, ragion per cui so di andare in una società dove mi troverò come a casa mia”.

Di cosa si occuperà nel concreto?
“Darò una mano al presidente Cantelmo per la gestione generale della società e cercherò di aiutare chiunque a 360°. Al momento sono via e non ci siamo ancora riuniti con il Consiglio, ma sono operativo per fare qualsiasi cosa… tranne tagliare l’erba (ride, ndr)”.

Aspettative?
“Inevitabilmente tornare subito in Prima Categoria, compiendo però tutti i passi giusti nel modo giusto. Una società come la Valceresio deve stare almeno in Prima, ma ritengo abbia anche la possibilità di puntare alla Promozione e stabilizzarsi a quel livello; serve però procedere gradualmente e, al momento, la realtà dice che siamo in Seconda Categoria. Ritengo che il DS Carini, tra l’altro un mio ex giocatore, si sia mosso nella maniera migliore per allestire una grande squadra che avrà la possibilità di competere per il traguardo che ci siamo prefissati”.

Ufficializzato il nuovo Girone X, quali sono le aspettative sul campionato?
“Bene o male il raggruppamento è quello che ci aspettavamo e, a tavolino, concordo con le previsioni che vedono Valceresio e Jeraghese partire un gradino avanti perché sono le squadre meglio attrezzate per vincere il campionato. Detto questo, però, strada facendo basta un niente per ritrovarsi incastrati in una stagione maledetta e l’unico modo per andare avanti e rispettare ogni avversario, ragionando partita dopo partita cercando solo di fare il meglio”.

Un aspetto quasi paradossale è trovare una società in Seconda Categoria che ha la Juniores nel Regionale A. Questo cosa vuol dire?
“Testimonia che le annate balorde capitano quando meno te lo aspetti: due anni fa la Valceresio aveva lottato per i playoff, l’anno scorso è retrocessa ai playout. La solidità di una società si vede però nel lavoro complessivo che svolge e il settore giovanile della Valceresio è un fiore all’occhiello che pochi altri possono vantare. Ricollegandomi alla domanda precedente credo proprio che l’anno scorso alla Prima Squadra sia capitata la classica stagione maledetta: in estate era stato svolto un ottimo lavoro che, purtroppo, non ha trovato riscontro in campo, a differenza di quanto successo con la Juniores e con altre annate. In questi casi si deve ripartire con tranquillità, consapevoli di avere le capacità per rimediare”.

Ritorna nel panorama calcistico parallelamente all’entrata in vigore della Riforma dello Sport. Per chiudere la nostra chiacchierata, cosa ne pensa?
“Una riforma serviva, ma sarebbe stato opportuno procedere gradualmente con più calma. Ci sono tanti aspetti delicati da discutere a fondo, ma credo che la questione primaria sia quella di considerare lo sforzo che le società fanno per far crescere i ragazzi. La mia paura è che i giocatori, per quanto sia giusto che abbiano in mano il proprio destino, possano diventare autentici mercenari che si vendono per un centinaio di euro dimenticandosi di chi gli ha permesso di maturare calcisticamente e umanamente. Bisognerà imparare a convivere con la Riforma, cercando nel frattempo di arrivare ad un punto d’incontro che possa accontentare tutte le parti in gioco”.

Matteo Carraro

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