Il derby con l’Olimpia Milano di domenica andrà a chiudere questo ciclo terribile con cui è iniziato il girone di ritorno che ha visto la Pallacanestro Varese affrontare Trento, Brescia, Tortona e, appunto Milano. Tutte squadre con velleità di playoff e non solo. Un ciclo duro da cui poi si ripartirà il 5 marzo con la trasferta sul campo di Napoli. Prima, però, il gustosissimo appuntamento delle Final Eight di Torino dove mercoledì sono attesi almeno 1000 tifosi al seguito della Pallacanestro Varese. Se questo non è amore, definitelo voi in altro modo!

Tornando alla gara di domenica scorsa, è vero che ha fallito ancora una volta l’assalto al potere subendo per la quarta volta su quattro la sconfitta da una delle prime tre in classifica, ma è altrettanto vero che l’OJM ha giocato alla pari contro una formazione molto ben carrozzata e profonda come testimonia anche l’impatto delle rispettive panchine. Ecco, questo va sottolineato: nella sua rotazione asciugata a 8 giocatori, coach Brase non può prescindere dal fatto che tutti diano e siano al 100%. A Tortona Varese ha sofferto la mancanza di impatto dei vari De Nicolao, Caruso e Reyes: senza il loro fondamentale apporto è difficile avere ragione al 40′ di squadre come Tortona. A ciò poi va aggiunto che Ramondino ha sfiancato Ross con una marcatura molto vivace e i problemi di falli ne hanno fermato il minutaggio a soli 25′: è quanto mai evidente come questa Varese dipenda a doppio filo dalle giocate e dall’estro del suo regista americano.

Vedremo se anche Ettore Messina riserverà attenzioni particolari al play varesino nel derby di ritorno che Milano affronta dopo la vittoria su Trieste in campionato. All’andata la gara venne segnata sin dal primo quarto, a Varese con un Lino Oldrini tutto esaurito siamo certi che il tema svolto sarà differente. Come sempre quando si parla di Milano c’è da capire quali saranno i dodici che coach Messina sceglierà nelle rotazioni fra campionato ed Eurolega. Milano non sarà impegnata venerdì a Istanbul con il Fenerbahce a causa del drammatico terremoto che ha interessato Turchia e Siria e avrà, quindi, una settimana atipica con molto tempo per preparare la sfida con l’OJM. Poi entrambe giocheranno mercoledì il proprio quarto di finale di Coppa Italia in quel di Torino.

Se la scelta dovesse cadere sugli stessi 12 di Trieste avremmo in cabina di regia Mitrou Long e Shabazz Napier, con quest’ultimo che sta avendo spazio da subito visti i problemi fisici del lungodegente Pangos e quello recente di Baldasso. Talento con anni e tante gara di Nba fra 2014 e 2020, il portoricano sembra aver dato una svolta anche alla stagione europea meneghina anche se la classifica pare oggi compromessa. Mitrou Long invece sta avendo un forte impatto e, chiamato ad ampie responsabilità per via degli infortuni, ha sempre risposto presente.

In guardia troviamo Luwawu-Cabarrot, altro acquisto del mercato di riparazione che fin qui ha fornito più ombre che luci e Devon Hall, numeri magari meno scintillanti della scorsa annata, ma con percentuali di realizzazione più alte (viaggia al 60% da 2 in campionato). Poi c’è anche Stefano Tonut, alla prima annata fuori da Venezia: giocatore che trova 18′ di media, molto abile in penetrazione, ma con un tiro da fuori alterno (27% da 3).

In ala piccola c’è Gigi Datome, rientrato dopo l’infezione del citomegalovirus che lo ha tenuto fuori dal parquet praticamente da novembre, Davide Alviti, i cui spazi sono marginali con meno di 10′ a gara e Giampaolo Ricci, agonista e lottatore che copre bene entrambi i ruoli di ala piccola ed ala forte che ha un ottimo ruolo come specialista nel tiro pesante (48% dall’arco quest’anno).

Infine, sotto canestro troviamo il tedesco Voigtmann, le cui quotazioni sono in nette ascesa dopo un autunno/inverno in cui ha faticato parecchio, Paul Biligha, con il nazionale italiano che viene utilizzato prevalentemente in campionato e l’insostituibile Niccolò Melli, giocatore intelligente e abile su entrambi i fronti. Questo ipotizzando un turnover che lasci sugli spalti Thomas, Billy Baron e Kyle Hines.

Occhio a…Brandon Davies

Stando ad alcuni siti specializzati, l’ex varesino rientra nella cerchia dei 15 giocatori più pagati di Eurolega con una stima di un ingaggio attorno agli 1,8 milioni a stagione. Cifra vera o meno, va detto che Varese ci vide tremendamente giusto in quel lontano 2015/16 quando investì su di lui come centro titolare di quella squadra che fece sognare di riportare una coppa europea sotto il Sacro Monte. 17 punti per lui nella semifinale con i francesi di Chalon, solo 7 in quella maledetta finale (dove dall’altra parte c’era Voigtmann). Poi una gran carriera in giro per l’Europa con tanti trofei vinti con le maglie di Monaco (1 leaders cup), Zalgiris (2 campionati e 1 coppia di Lituania) e Barcellona (1 Liga e 2 Copa del Rey) prima dell’approdo estivo a Milano. Un inizio di stagione difficile, poi, in Eurolega, la riscossa. Davies arriva così a Varese da grande ex ed in ottima forma.

Matteo Gallo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui