Le vecchie abitudini sono dure a morire e il Città di Varese 2.0 di Gianluca Porro fatica a scostarsi dall’immagine di una squadra fragile e costantemente sconfitta, sempre più vicina a quel baratro chiamato retrocessione in Eccellenza. L’ultimo ko, quello di Busto Garolfo contro l’Arconatese, si è fortunatamente rivelato meno dannoso del previsto a livello di classifica (visti i risultati maturati sugli altri campi), ma è chiaro che una vittoria avrebbe giovato non poco al morale dei biancorossi.

Invece l’umore resta nero, ancora troppo simile a quello dei mesi passati. Certo, da una squadra sconfitta nel risultato e nella prestazione si è passati ad una squadra sconfitta nel risultato… ma è proprio quello che conta, e la classifica continua a restituire l’immagine di un Varese momentaneamente retrocesso. I tifosi sono con la squadra: chiaro che nelle prossime otto partite servirà cambiare passo anche dal punto di vista dei risultati.

Al netto degli immancabili detrattori, non si può dire che Porro abbia sbagliato l’impostazione tattica delle due partite. Mario Tacchinardi, nel post-partita di Varese-Desenzano, ha detto che non si aspettava di vedere un Varese rinunciatario; in realtà la scelta è stata voluta da Porro per impedire ai biancoazzurri di sviluppare il proprio gioco imbastito sulle transizioni veloci per sfruttare gli spazi concessi ai tre attaccanti. Scelta che evidentemente non ha pagato (vittoria bresciana per 2-0), ma che ha effettivamente bloccato il gioco avversario (a segno su una ribattuta sbagliata dai biancorossi e su un rigore scaturito da un angolo nato a sua volta da un’uscita difensiva sbagliata). Nel momento in cui Livieri certifica che l’Arconatese ha disputato la sua peggior prestazione e vissuto la partita più dura della stagione conferma la preparazione tattica del Varese che ha saputo inceppare il meccanismo oro-blu (vittoria decisa da uno svarione difensivo).

Le due partite, tuttavia, sono inevitabilmente accomunate da due aspetti: la sconfitta e gli zero gol segnati. Costanti degli ultimi mesi, simbolo di un Varese che non riesce e togliersi da una posizione che non gli appartiene, l’una è strettamente dipendente dall’altra: non appena la squadra si sbloccherà dal punto di vista realizzativo si potrà iniziare a parlare di vittoria e, conseguentemente, di salvezza. Certo è che gli appena due gol messi a referto nelle ultime undici partite fanno riflettere, riconducendo ad una gestione quantomeno opinabile del mercato. A risentirne maggiormente è Carlo Ferrario, colui che doveva essere il bomber di una gloriosa stagione, e che invece si trova incastrato in un limbo da cui non riesce ad uscire: l’ultimo gol risale ad un girone fa, nella sconfitta bergamasca sul campo del Villa Valle, occasione in cui tra l’altro stampò sulla traversa (dopo la deviazione del portiere) il rigore del possibile 2-2.

Proprio dal Villa Valle il centravanti e il Varese dovranno risorgere dalle proprie ceneri, visto che la sfida in programma domenica 12 marzo al “Franco Ossola” alle ore 14.30 sarà il primo di due scontri diretti da vincere ad ogni costo. I giallorossi, ormai è risaputo, rappresentano il punto di riferimento di capitan Monticone (squalificato dopo il rosso rimediato l’altro ieri e, per coincidenza, espulso all’andata proprio contro il Villa Valle) e compagni visto che occupano la tredicesima posizione, la prima dei playout: imperativo ridurre il gap di nove lunghezze per entrare almeno nella forbice di sette punti che consentirebbe al Varese di giocarsi la salvezza allo spareggio. Vincere consentirebbe matematicamente di raggiungere questo primo piccolo grande obiettivo, posto che poi bisognerà confermarsi nelle successive sette partite a cominciare dall’altro cruciale scontro diretto sul campo del Sona (che attualmente si trova a -5).

Inutile, al momento, guardare troppo avanti: giusto ad onor di cronaca, dopo il Brusaporto (in lotta per i playoff) ci sarà un trittico di scontri diretti (Ponte San Pietro, Caronnese e Folgore Caratese) prima del difficilissimo finale a tinte bresciane contro Sporting Franciacorta e Lumezzane. Prima di pensare a ciò che accadrà nei prossimi due mesi, tuttavia, bisognerà concentrarsi sulle prossime due sfide: sei punti sono l’obiettivo minimo per dimostrare che il cuore del Varese batte ancora.

Concetto ribadito nella sessione di allenamento odierna e che sarà ribadito con ancor più forza nelle sedute di domani (ore 10.30), giovedì (14.30) e venerdì (14.30), prima della rifinitura di sabato (10.00) che introdurrà il Città di Varese in clima partita. E domenica contro il Villa Valle la prestazione potrà anche passare in secondo piano; ciò che conta sarà il risultato.

Matteo Carraro

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