Fino alla firma di Sindrit Guri (che ha monopolizzato l’attenzione), Niccolò Cottarelli era l’uomo del momento a Varese. O meglio, lo è ancora. Doveroso, infatti, riconoscere al difensore classe ’98 i giusti meriti, visto che è stata la sua incornata a regalare tre punti d’oro ai biancorossi contro l’Alcione e riportare entusiasmo ad una piazza scottata dal giro a vuoto di Borgosesia.
“Straordinario fare un gol così importante all’Ossola – commenta Cottarelli (che sul volto porta ancora i segni di uno scontro di gioco) –. C’è grande soddisfazione e felicità per il risultato di domenica, ma proprio per questo dobbiamo essere ancor più arrabbiati per la sconfitta di Borgosesia. Sappiamo di aver sbagliato l’approccio e deluso i tifosi, ma fortunatamente nel calcio le cose cambiano velocemente e spetta a noi farle cambiare in meglio; di sicuro affrontare le prossime partite con lo spirito di domenica ci aiuterà non poco”.
Domenica avevate molto da dimostrare; c’è il rischio che ad Asti si avverta meno “pressione”?
“No, perché a Varese la pressione, quella positiva, ci deve essere e ci sarà sempre. Da parte della società ho percepito solo tanta voglia di fare bene e lo spogliatoio rema nella stessa direzione: non voglio sbilanciarmi, ma se ci mettiamo l’impegno giusto potremo dire la nostra contro chiunque. Poi, so bene come funziona, ci si ricorderà sempre e solo del risultato”.
Che idea ti sei fatto sul campionato?
“Come ogni raggruppamento di Serie D, il Girone A ha le sue difficoltà e le sue insidie. Basta guardare ai risultati di queste prime giornate per rendersi conto che nessuno regala niente e chiunque può vincere o perdere contro tutti. Al momento è presto per sbilanciarsi; noi, lo ripeto, proveremo a dire la nostra ogni giornata”.
Il Varese appare ad oggi come una squadra solida e quadrata: magari non segna molto (per ora), ma subisce anche poco. Il segreto è la difesa?
“Il segreto è la squadra. Molto spesso le partite vengono risolte dal singolo, ma senza una squadra alle spalle si può fare poco o nulla. Anzi, più che squadra sarebbe meglio parlare di gruppo: nello spogliatoio del Varese è nato fin da subito qualcosa di importante, c’è una bella alchimia e si respira tanta positività. Credo che tutto questo si veda in campo perché tutti, dagli attaccanti ai centrocampisti senza dimenticare chi ci sostiene dalla panchina o da fuori, contribuiscono alla fase difensiva”.
E Niccolò Cottarelli perché ha scelto Varese?
“Perché è Varese. Per la piazza, ancor prima della categoria. Nel momento in cui mi è arrivata l’offerta non ho avuto dubbi. Ho avuto la possibilità di affrontare i biancorossi quando giocavo nella Caronnese e ne rimasi impressionato: in quell’occasione vincemmo 1-0, ma mi ricordo nitidamente i tifosi che vollero subito parlare con la squadra. Capii subito l’importanza che questa squadra ha per la città e sono orgoglioso di poterne ora fare parte. Il primo impatto? Positivo, sia con la squadra che con i tifosi: ci sarà tempo per conoscersi meglio con tutti, ma per ora non posso che essere contento”.
Hai già avuto modo di farti conoscere e apprezzare dal pubblico di Varese. Prima abbiamo parlato dell’importanza del non concedere gol; quanto è invece importate avere una difesa che contribuisca a segnare?
“È importante per un semplice motivo: più tutta la squadra è in grado di segnare, più ci sono possibilità di portare a casa il risultato. Io sono il più basso tra i miei compagni di reparto, ma tutti abbiamo un buon tempismo e sappiamo farci valere sulle palle inattive. Domenica siamo stati attenti e concentrati in difesa e siamo riusciti a vincerla con un mio gol su calcio d’angolo. Fa piacere, da difensore ancor di più, ma ciò che fa ancora più piacere è vincere davanti al pubblico di Varese”.
A proposito di segnare, cosa porta Sindrit Guri al Varese? Si sta allenando con voi da tempo, che impressione ti ha fatto?
“Può dare senz’altro una marcia in più, portare fisicità davanti e gol; speriamo tanti. Insieme a chi c’è già potrà fare davvero bene e la cosa che mi ha sorpreso di più è il modo in cui, anche lui, si è subito inserito in gruppo. È stato e sarà un piacere allenarsi con uno come lui, perché fa migliorare tutta la squadra; è il classico giocatore che nessun difensore si vorrebbe trovare davanti”.
Centrale a due, terzo di sinistra in una difesa a tre e ora terzino destro in una difesa a quattro: dove ti trovi meglio?
“Nella mia carriera ho quasi sempre fatto il quinto, ma la duttilità è sempre stata uno dei miei punti di forza e non mi sono mai fatto problemi a girare praticamente tutti i ruoli della difesa. Credo che il mio essere eclettico mi abbia aiutato molto, perché mi ha insegnato ad adattarmi a mille situazioni e, soprattutto, ad avere una discreta visione di gioco. Costruire dal basso può essere un’arma in più e sono ben contento di dare un contributo anche da questo punto di vista”.
Puoi già considerarti un veterano della categoria: cosa ti hanno lasciato le precedenti esperienze?
“Anche alla Pro Patria si avverte l’importanza della maglia e a Busto ho avuto l’opportunità di fare esperienza in categoria, vincere la Serie D e giocare in Serie C. È stata una parentesi importante nella mia carriera che ha saputo formarmi, così come è avvenuto a Fanfulla e con il Pont Donnaz: non abbiamo mai lottato per la promozione, ma lì ho imparato il valore del sacrificio e l’importanza di lottare e dare importanza a qualsiasi obiettivo”.
E qual è l’obiettivo del Varese?
“Non lo dico. Dico solo pensare partita per partita e regalare quante più soddisfazioni possibili ai tifosi, alla società e a noi stessi”.
Matteo Carraro
LA SCHEDA DI NICCOLÒ COTTARELLI
Data di nascita: 10 gennaio 1998
Ruolo: difensore
Piede: destro
Altezza: 1.85m
Numero di maglia: 27
Pregio: duttilità
Difetto: essere troppo introverso
I PREFERITI
Squadra del cuore: Milan
Giocatore: Theo Hernandez
Auto dei sogni: Lamborghini Aventador
Film/Serie TV: Breaking Bad
Cantante: Pop Smoke
Animale: Gatto
Colore: Verde
Mare o montagna: Mare
Bionda o mora: castana