Esperienza, carisma e generosità: con un unico colpo di mercato, la Vergiatese si assicura queste tre doti chiave per lo spogliatoio riportando in granata Giacomo Mammetti. È passato solo un anno e mezzo dall’ultima volta che il classe 1988 aveva calcato il “Landoni” da padrone di casa, prima del passaggio al Club Milano a stagione in corso e la successiva esperienza tra le fila del Magenta. L’inaspettata separazione dai gialloblù, dopo una stagione che ha regalato parecchie soddisfazioni sia di squadra che personali, ha coinciso con l’inizio di un nuovo capitolo per l’attaccante, pronto a lottare insieme ai galletti con la passione di sempre e il temperamento che lo contraddistingue dentro e fuori dal campo.

Come valuti la passata stagione, sotto l’aspetto collettivo e personale?
“È stata una stagione molto positiva perché abbiamo ottenuto un piazzamento importante al di sopra delle aspettative di inizio anno, con un ottimo bottino di punti che in un altro girone o campionato sarebbe sicuramente bastato per fare i playoff. Io ho giocato trentaquattro partite da titolare e senza voler essere presuntuoso penso che quando si raggiunge un buon risultato il merito sia anche di chi ha giocato più minuti. Se invece del lato collettivo guardiamo il lato realizzativo, con le sei reti fatte mi sento di dire che la stagione è stata un po’ meno positiva. Io, però, ho sempre giocato molto per la squadra e non vivo per il gol né mi baso soltanto sulla prestazione individuale. Chiaro che da un attaccante esperto tutti si aspettano sempre un qualcosa in più, ma bisogna sempre guardare anche tutto il lavoro che c’è dietro a una partita”.

Nonostante il bilancio positivo, hai deciso di cambiare aria. Cosa è andato storto?
“Ciò che mi ha spinto ad andare via è stato l’attrito con una figura vicina alla società che è rimasta anche per questa stagione. Tra di noi non c’era stima reciproca e non mi sembrava il caso di continuare un rapporto a quelle condizioni. Diciamo che non sono il tipo di persona che scende a compromessi, quindi se qualcosa non mi piace, cerco un’altra sistemazione”.

E così inizi una nuova avventura, che poi tanto nuova non è. A Vergiate eri già stato da aprile 2021 a dicembre 2022; nel frattempo, ci sono stati alcuni cambiamenti. Tu che sensazioni hai avuto?
“Le sensazioni sono positive e il direttore Nucera, che ha molti anni di esperienza come procuratore, mi ha fatto un’ottima impressione. La società in parte già la conosco e so che è ambiziosa, quindi penso che ci siano i presupposti per fare bene. Chiaramente sarà un campionato difficile con molte squadre competitive e da parte mia sono molto curioso ed entusiasta”.

Per la panchina, la Vergiatese ha scommesso su un profilo giovane quale Rovrena, che già conosci bene. Che effetto ti fa averlo come mister?
“Avevo giocato con Fabio proprio qui a Vergiate. Da compagno di squadra mi ero trovato bene con lui e si era instaurato un bel rapporto, quindi mi ha fatto molto piacere ricevere la sua chiamata. Fortunatamente negli ultimi anni questo tabù del mister giovane è stato un po’ sfatato, anche grazie a esempi come Inzaghi e Dionisi che hanno fatto benissimo. Sicuramente, da allenatore preparato qual è, farà molto bene e penso che possa anche essere avvantaggiato dal fatto di conoscere la maggior parte dei giocatori”.

In granata, oltre al mister, ritroverai altri ex compagni. Da veterano, cosa chiederai al gruppo?
“Esatto, ci saranno Lucarino, Dal Santo, ma anche giocatori che finora avevo sempre incontrato da avversari ma con cui ero già in ottimi rapporti, come Franzese e Provasio. Io sono una persona che va d’accordo con tutti e sicuramente troverò un bell’ambiente. Abbiamo tutti tanta voglia di iniziare e già in questi giorni, scambiando qualche messaggio coi ragazzi, dicevo che dobbiamo creare un gruppo sano, solido e pronto al sacrificio, perché penso che se ognuno di noi sarà disposto a fare una corsa in più durante l’anno, gli sforzi verranno ripagati. C’è anche da dire che siamo una squadra con valori tecnici importanti, dato che ci sono molti giocatori che conoscono bene la categoria e hanno giocato anche a livelli superiori. Se il mister sarà bravo a creare la giusta amalgama e gli schemi più adatti alle nostre caratteristiche, penso che possiamo fare bene”.

Quale sarà il vostro obiettivo?
“Secondo me dobbiamo puntare a una salvezza tranquilla, un obiettivo che poi può tramutarsi in quello di un campionato di livello medio/alto. Da un lato non possiamo pensare di fare qualcosa di più, viste le squadre che stanno costruendo, almeno sulla carta; dall’altro, tutto è sempre possibile e un esempio recente è il Club Milano, che l’anno scorso nessuno dava come favorito e invece ha vinto i playoff. Sicuramente dobbiamo mantenere un profilo basso, lavorare ogni giorno con umiltà ed essere disponibili nei confronti del mister”.

Parlando di pronostici e sorprese, ti piacerebbe provare a rivivere con la Vergiatese la stagione fatta col Magenta?
“Lo scorso anno è stato un po’ particolare perché eravamo una neopromossa con l’obiettivo di salvarci, anche se tra di noi sapevamo di essere un’ottima squadra. Se alla fine si è fatto qualcosa di importante è anche perché avevamo legato molto. Per quest’anno, come ho detto prima, la forza del gruppo deve essere il punto di partenza, poi quello che verrà sarà tutto di guadagnato. Personalmente, mi piacerebbe fare un bel campionato e togliermi qualche soddisfazione, visto che queste potrebbero essere le mie ultime stagioni, perlomeno in Eccellenza, e non per un discorso fisico ma di impegni. Proprio per questo, sarebbe bello se la Vergiatese facesse parlare di sé e fosse sempre sulla cresta dell’onda”.

Silvia Alabardi

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