Può lo sport legarsi ad un evento come lo sbarco in Normandia, l’operazione militare più importante che l’uomo abbia mai messo in atto e di cui oggi, giovedì 6 giugno 2024, si celebrano gli 80 anni dall’avvenimento? Sì, ed oggi vi raccontiamo il perché.

Con lo sbarco in Normandia inizio la riconquista dell’Europa da parte degli Alleati contro la Germania Nazista. Un episodio epico che ancora oggi viene celebrato e che al suo interno ha le storie di moltissimi uomini, ragazzi, giovani chiamati alle armi per difendere la propria patria e per salvare l’umanità da una delle pagine più buie della sua storia.

Tra queste c’è anche la storia di Lawrence Peter Berra, detto Yogi, nato a Saint Louis il 12 maggio 1925, giocatore professionista di Baseball che giocò praticamente tutta la carriera come ricevitore dei New York Yankess (1947, 1949-1953, 1956, 1958, 1961, 1962) vincendo 13 World Series, un record ancora oggi; 3 MVP American League; 18 MLB All-Star, inserito nella formazione del secolo della MLB e la sua maglia numero 8 è stata ritirata dai New York Yankees.

Berra, però aveva una particolarità che lo avvicina molto a noi: era di origine italiane. Infatti, suo padre, Pietro, era nativo di Malvaglio, una frazione di Robecchetto con Induno, un paesino in provincia di Milano ma molto vicino a Varese, precisamente tra Turbigo e Castano Primo.

Nel 1943 dopo aver firmato il primo contratto con i New York Yankees, a soli 18 anni, Yogi si arruolò nella Marina degli Stati Uniti per servire il suo paese durante la Seconda Guerra Mondiale. Si addestrò alla base di Little Creek a Norfolk in Virginia e successivamente fu assegnato alla USS Bayfield, che aveva l’ordine di sostenere gli sbarchi Alleati a Utah Beach durante il D-Day.

Berra, assegnato all’artiglieria, fu distaccato su una nave lanciarazzi, la “Landing Craft Support Small” (LCSS), che fornì supporto antincendio durante gli sbarchi sulla spiaggia. Yogi rimase a difendere Utah Beach dagli attac­chi della Luftwaffe per dodici giorni dopo lo sbarco.

Più tardi nella guerra, Yogi prestò servizio in Nord Africa e in Italia prima di essere inviato negli Stati Uniti in una base per sottomarini nel Connecticut, fino al suo congedo. Lì giocò nella squadra di baseball della Marina, il cui allenatore designò Yogi come ricevitore, ruolo in cui, come raccontato sopra, si consacrerà a leggenda del Baseball.

Per il servizio reso, Berra venne insignito con la Purple Heart, con la Medaglia Presidenziale della Libertà e con l’Ellis Island Medal of Honor. Morì a Montclair il 22 settembre del 2015 all’età di 90 anni.

E’ incredibile pensare alla storia di Yogi Berra e soprattutto al fatto di poterlo accostare, di poterlo sentire così vicino a noi per le sue origini, orgogliosi del coraggio di un ragazzo, di uno sportivo, che a soli 18 anni decise di mollare tutto per combattere in nome dell’umanità, che per questo visse in prima persona gli orrori della guerra e che oggi celebriamo insieme a tutti coloro che presero parte a quel 6 giugno 1944 che ha cambiato la storia di tutta l’umanità.

Alessandro Burin

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