A poche giornate dal termine della stagione è inevitabile iniziare ad interrogarsi su quello che sarà il futuro sportivo del Varese in ottica 2024/25. Inevitabile, ma per certi versi inopportuno in quanto, proprio per il fatto che il campionato non è ancora finito, sarebbe preferibile concentrarsi sulle ultime tre sfide che potrebbero portare i biancorossi ai playoff (con eventuali due partite in più).

Il ritornello che si ripete da tempo è: “I playoff non servono a nulla”. Vero (in parte), e forse proprio per questo le ipotesi per il futuro trovano sempre più terreno fertile per proliferare. Eppure la sensazione è che molte scelte saranno figlie del finale di stagione, un po’ come successe due anni fa dopo il trionfo playoff che di fatto blindò Gianluca Porro sulla panchina biancorossa (anche se il tutto fu vanificato da una successiva sciagurata gestione). Di conseguenza, la prima domanda è: Corrado Cotta sarà l’allenatore del Varese?

Decisione che passa in primis dal direttore sportivo (lecito, pertanto, interrogarsi anche sul futuro di Davide Raineri), ma che non può prescindere dalle volontà dirigenziali. Antonio Rosati lo scorsa estate fece ammenda dopo la retrocessione (cui seguì il ripescaggio) sostenendo di aver “sopravvalutato” il gruppo e che avrebbe dovuto o cambiare allenatore fin dal principio oppure dare fiducia a Porro modificando gran parte della squadra. Difficile che lo stesso errore venga ripetuto, ma se questo è il famoso “anno zero” allora sarebbe lecito aspettarsi una certa continuità: le basi per costruire qualcosa di importante ci sono e la sensazione è che il Varese di oggi sia potenzialmente più forte del corso 2021/21. Numeri pressoché simili: due anni fa si chiuse la stagione a 63 punti (ad oggi sono 61 con ancora tre partite da giocare), con 53 gol fatti e 34 subiti (46-31 il computo attuale). L’augurio è quello ovviamente di ripetere quella cavalcata playoff (senza troppi giri di parole vincere è sempre bello e porta entusiasmo) per poi ragionare sulle future scelte.

La società, per parola del presidente Paolo Girardi, si sta già muovendo su parecchi fronti: a livello strutturale il Centro Sportivo delle Bustecche sarà ultimato a inizio giugno, per quanto riguarda il settore giovanile c’è la volontà di investire ulteriormente (magari attraverso sinergie in ed extra provincia) e, soprattutto, fronte Prima Squadra è stato assicurato l’impegno ad inseguire la Serie C.

Si dovrebbe ripartire da Stefano Banfi (l’unico, a parte i più giovani) ad avere un contratto già in essere per la prossima stagione, ma delle trattative con altri elementi portanti della squadra sono già state intavolate. L’interesse primario dei tifosi riguarda però inevitabilmente la guida tecnica: Cotta sì, Cotta no? Il presupposto è che molto dipenderà dagli eventuali playoff visto che in caso di vittoria Cotta porrebbe una bella ipoteca sulla sua conferma. Viceversa è altrettanto doveroso sottolineare che se il successo nel 2022 portò ad una “sopravvalutazione” del gruppo, quest’anno né un trionfo né una sconfitta cambieranno lo status quo di “buona squadra”. Che può diventare ottima, se non eccellente, con i ritocchi giusti.

Di certo il vantaggio del Varese di quest’anno è il gruppo. Un atmosfera del genere alle Bustecche non si è mai respirata e gran parte del merito va ovviamente attribuito al tecnico: piaccia o non piaccia Cotta è schietto e sincero, un allenatore che non ama troppo i giri di parole e che sa ben alternare il classico “bastone e carota”. Non a caso ogni giocatore è estremamente ben propenso nei suoi confronti e, con un anno in più d’esperienza alle spalle, l’intera squadra (rinforzata soprattutto a livello numerico) potrebbe regalare grande soddisfazioni. Con Corrado Cotta al timone.

Non va infatti dimenticato che, al netto delle critiche mosse dai tifosi (giustamente esigenti) lungo tutto l’anno, il Varese si trova ad oggi in piena zona playoff (contro squadre che hanno magari speso anche cifre più ingenti sul mercato) e a soli due punti dal record della stagione 2021/22. Tolto Banfi, Cotta non ha mai avuto un attaccante fisso (Di Maira sta entrando solo ora in condizione) e sia Guri sia Furlan, coloro che dovevano far fare alla squadra quello step in più, hanno deluso le aspettative. Eppure, il Varese ha sempre mantenuto una certa costanza di rendimento: mai troppo sopra le righe, mai nettamente sotto la soglia della sufficienza. Equilibrio che, paradossalmente ma non troppo, si riflette nell’alternanza di risultati, comunque in larga parte figlia di una squadra nuova (dopo la rivoluzione estiva) e ancora acerba.

Il fattore esperienza subentra con il tempo ragion per cui, prendendo quanto di buono ha offerto il Varese fin qui, sarebbe giusto dare una seconda chance a questo gruppo che ha già ora le carte in regola per fare meglio rispetto all’anno corrente. Serve pazienza, serve fiducia, serve entusiasmo, serve continuità: il giusto mix (Alcione docet, che dal 2022/23 al 2023/24 ha cambiato pochissimo) per conquistare sul campo la Serie C.  

Matteo Carraro

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