È bello rivedere Alice Sabatini sul parquet, una giovane promessa del nostro sport strappata al basket dal ben noto concorso di Miss Italia di cui, però, non parleremo assolutamente in questa intervista. Una carriera sbocciata al Santa Marinella con cui conquista due promozioni: prima dalla A3 alla A2 nel 2012/13 e poi nel 2014/2015 dalla B d’Eccellenza alla serie A2. Nel 2013/14 le final eight di Coppa Italia a Carugate con il premio come miglior giovane della competizione. Poi lo show business ha strappato Alice al mondo della palla a spicchi, ma il richiamo di quel magico rumore, di quella palla che rimbalza sul parquet ha riportato Alice in campo.

È bello rivederti sul rettangolo di gioco, ma raccontaci anche quali siano state le tue sensazioni quando, dopo sei lunghi anni, sei andata a sederti sul cubo dei cambi nell’attesa di entrare in campo. Che sensazioni hai avuto sabato scorso?
“Devo dire che in allenamento ero molto più sicura di me, ma quando mi sono seduta sul cubo dei cambi ho avuto un po’ di ansia. Anche perché ci tengo a far bene per la squadra: hanno puntato su di me, mi hanno rivoluto in campo e avevo la tensione del voler far bene le cose. La mia faccia dalle foto dice tutto dato che avevo un’espressione un po’ preoccupata. Però, devo dire che è stato tutto bellissimo compreso il grande supporto avuto dalle ragazze”.

Con le tue esperienze lavorative si rimane un po’ sorpresi e un po’ affascinati dal potere di uno sport nel far tremare le gambe dall’emozione.
“Sai, nel mio caso mi sono rimessa in gioco dopo 6 anni e so di non essere prontissima dato che prima di sabato avevo disputato solo tre settimane di allenamenti. So che il mio fisico non è al 100% e su un campo da basket si corre sempre. È un po’ come quando ero ragazzina e giocavo in A2 al Santa Marinella: hai quella tensione nervosa che svanisce non appena metti piedi sul parquet”.

Abbiamo parlato di ciò che è successo sabato. Raccontaci, però, i retroscena di come è avvenuto il contatto con la dirigenza varesina e come è nata la tua decisione di tornare a giocare.
“In realtà due estati fa sono stata contattata dalla Lory (Lorena Manera allenatrice settore giovanile varesino, ndr) per partecipare ad una partita dove c’erano dei ragazzi diversamente abili. Era una domenica e quell’evento mi ha lasciato parecchi ricordi piacevoli. Io e lei siamo rimaste in contatto in questi anni e l’occasione è nata dal fatto che visto lo sviluppo della stagione, Varese cercava delle giocatrici per rimpolpare il roster. A lei sono venuta in mente io e ha detto al gm Pozzi di provare a chiamarmi. Quando mi è arrivata la sua telefonata ero un po’ titubante. Non tanto per il basket, quanto per i miei impegni. Mi piace rispettare gli impegni presi, ma il lavoro è primario. Ho dato la mia disponibilità per gli allenamenti e ho avuto delle splendide sensazioni: ammetto che mi mancava tanto la pallacanestro! Successivamente stavamo ragionando se fossi anche utile alla squadra dato che io sono un 4 e a Varese forse serviva più una guardia, poi si stava parlando anche del fatto che col mio lavoro potrei trovarmi dall’oggi al domani fuori Italia, per esempio, ma, dopo aver parlato con coach Anilonti, martedì scorso Pozzi mi ha chiamata dicendomi che sabato ero convocata per la partita contro Bollate! Ho risposto presente ed eccoci qua!”.

Direi anche un buon debutto: come citato da una pagina abbastanza nota sui social network un 2/2 ai liberi è qualcosa di impensabile per la maggior parte dei cestisti minors.
“Tra l’altro non sono nemmeno il mio forte! (ride, ndr). Potevo sicuramente fare meglio e segnare qualcosa di più. Diciamo che la testa sa dove deve andare, ma le gambe sono ancora un giro in ritardo e sentono i sei anni di fermo. Devo ancora mettermi in forma al 100%”.

Hai già accennato al tuo ruolo, ma descrivici la Sabatini giocatrice di pallacanestro.
“A me piace molto andare a rimbalzo, farmi sentire in difesa e giocare spalle a canestro mentre amo meno i tiri da fuori: mi sento più sicura a giocare vicino a canestro. Mi piace molto anche il clima che si respira nello spogliatoio e quando ero ragazzina a Santa Marinella mi chiamavano tabellina perché per essere sicura di segnare appoggiavo sempre la palla alla tabella”.

Il tuo acquisto è rimbalzato sulle nostre testate locali, ma soprattutto è stato ripreso da tantissime testate nazionali. La pallacanestro in genere ha bisogno di personaggi come te e ti chiedo se sei rimasta sorpresa da questa vasta eco mediatica?
“Non me lo aspettavo proprio. Tornare a giocare non è stato certo fatto con l’intento di uscire sui giornali. Per me era una cosa normale provare a tornare sul parquet e non mi aspettavo tutto queste interviste e anche la tv locale ne ha parlato. Mi fa molto piacere dato che si parla di pallacanestro e io in primis sono sempre stata molto legata alla Legabasket e sono rimasta nel mondo della palla a spicchi pur non giocandoci in questi ultimi sei anni. Se il mio ritorno in campo può aiutare a far parlare di più del basket femminile e del basket in generale mi fa solo piacere”.

Dalle tue parole traspare evidente l’amore per il gioco per cui viene naturale chiederti quale sia il tuo idolo, se ve n’è uno, e se segui a livello di tifo qualche squadra in particolare?
“Da ragazzina seguivo la Virtus Roma, squadra che oggi, purtroppo, non c’è più e ho sempre seguito la serie A. Poi, quando Roma è scesa in A2 erano gli anni in cui mi affacciavo io in prima squadra e non sono più riuscita a seguirla. Poi, quando ho conosciuto Gabriele (Benetti, suo fidanzato e attuale giocatore della Juvi Cremona in A2, ndr) sono tornata a seguire le sue partite. Ogni anno seguo una squadra diversa: l’anno scorso l’ho seguito in quella splendida cavalcata che Pistoia ha fatto in A2 centrando la promozione in A ed è fantastico tagliare la retina. E’ successo anche a me nell’anno 2014/15 con la promozione dalla B alla serie A. Per rispondere alla domanda sull’idolo ti risponderei Michael Jordan perchè lui è stato il primo in un certo senso, ma non si può non citare l’indimenticato Kobe Bryant. Però, se devo essere sincera, il mio idolo è Gabriele. Perchè lui ha avuto la forza di rialzarsi da tre gravi infortuni praticamente consecutivi. Io l’ho visto soffrire, da solo, ho visto gli sforzi durante la riabilitazione, l’ho osservato cadere e rialzarsi e la sua grande, immensa forza e determinazione sono state finalmente premiate con la stagione della promozione di Pistoia. Penso di non conoscere persona più coraggiosa di lui e spero che la sua esperienza possa essere di sostegno a tutti gli atleti che vivono momenti di difficoltà a seguito di un grave infortunio. Per tutto quello che ha patito, il mio idolo non può che essere lui”.

Matteo Gallo

Foto Courtesy PallVarese95

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