Vorremmo credere che ormai questo problema sia ampiamente superato, invece periodicamente ci tocca fare i conti con la dura realtà: nelle scuole calcio, ma il discorso potrebbe essere ampliato anche ad altre discipline sportive, ci sono ancora cattivi maestri che cercano scorciatoie e sotterfugi per ottenere i risultati, invece di aiutare i bambini a migliorare concentrandosi sulla correzione dei loro errori.
In questo modo fanno una pessima pubblicità alle società in cui allenano, danneggiando anche il lavoro dei tantissimi istruttori competenti e preparati che invece si dedicano giorno e notte alla crescita dei propri bambini. Dove per crescita non s’intendono solamente gli aspetti atletico e tecnico della disciplina, ma anche l’insegnamento di quei valori che sono intrinsechi nello sport e che aiutano i giovani a maturare dal punto di vista umano, come il rispetto e il fair play.
L’ultimo esempio in ordine di tempo arriva dalla provincia di Bari, dove una maestra di educazione fisica in una scuola primaria ha denunciato sui social: “Ho dovuto interrompere una partita perché i bambini stavano facendo troppi falli e rischiavano di farsi male. Mi hanno risposto che il mister di calcio gli chiede invece di fare fallo per distrarre gli avversari, così possono vincere più facilmente. Volevo quindi fare i complimenti al mister per gli insegnamenti e il comportamento sportivo!”
Parole che lasciano sgomenti soprattutto perché riguardano bambini di 9 e 10 anni, età in cui dovrebbero invece praticare sport unicamente per divertirsi. Inoltre, insegnare questi sotterfugi per avvantaggiarsi nel risultato portano i bambini a distrarsi dall’aspetto tecnico su cui dovrebbero concentrarsi per migliorare, portandoli poi ad avere lacune difficilmente colmabili quando arrivano nelle categorie agonistiche. Insegnamenti totalmente errati che li danneggiano sia nella loro crescita sportiva che personale. Genitori, società sportive e colleghi allenatori devono essere uniti in questa battaglia, perché bastano pochi cattivi esempi per danneggiare il lavoro di tutti.
Alex Scotti
