Gli Stati Uniti d’America sono sempre più terreno di conquista per Mattia Bellucci. Il tennista bustocco classe ’01, infatti, dopo una grande settimana condita da vittorie prestigiose (Ymer, Kukushkin e Diallo su tutti, ndr) si è conquistato la possibilità di scendere in campo per sollevare il trofeo dell’ATP Challenger 100 di Cary.

Sui campi della cittadina del North Carolina il mancino cresciuto a Castellanza affronterà il russo Roman Safiullin e lotterà con tutto se stesso per poter mettere in bacheca il suo quarto titolo nel circuito cadetto. Un torneo, quello di Cary, tutt’altro che banale, con un tabellone ricco di giocatori di alto livello che hanno costretto Bellucci a partire addirittura dalle qualificazioni.

Dopo aver superato Elias Ymer e Federico Gomez, l’atleta allenato da Fabio Chiappini ha messo in fila altre quattro vittorie (l’ultima delle quali proprio contro il promettente canadese Diallo per 6-3 6-3, ndr) che lo hanno proiettato nell’atto conclusivo della manifestazione. Il suo avversario, Safiullin, al momento occupa la posizione numero 66 della classifica ATP, ma fino a poche settimane fa era stabilmente nella Top40.

È chiaro che, dunque, in queste condizioni, il russo numero 1 del seeding statunitense parta favorito, ma Bellucci ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per poter stupire e superare avversari più accreditati. Sarà un match giocato principalmente sui dettagli, dove il varesotto dovrà fare la differenza in risposta per poi eventualmente consolidare il vantaggio grazie al suo velenoso servizio. Prima della finale il live ranking mette in evidenza Bellucci al 102esimo posto, a soli due gradini da quella Top 100 che è obiettivo dichiarato del tennista nato a Busto Arsizio e del suo team di lavoro. Il match di stasera (ore 21 italiane, ndr) potrebbe addirittura proiettarlo ancora più in alto in caso di vittoria. Manca solo una vittoria per riscrivere nuovamente un pezzettino della sua personale storia e Mattia Bellucci non vuole farsi scappare la chance di diventare ancora più grande.

Filippo Salmini

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