Un sogno solamente accarezzato.

E’ finita così la stagione del BasketBall Gallarate che, pur andando a vincere di 17 punti a La Spezia (79-96), ha visto fermarsi qui la sua stagione, stante la vittoria di Lucca contro Borgomanero nell’ultimo turno Play-In del Girone Silver del campionato di B Interregionale che ha consegnato ai toscani l’accesso alla post-season.

Inutile quindi la prestazione superlativa degli uomini di Mazzetti che hanno concluso al meglio una stagione non certo semplice e fin troppo altalenante a livello di risultati e prestazioni, con due vittorie contro Arezzo e appunto La Spezia, ottenute in una situazione di grande difficoltà al livello d’infortuni, viste le pesanti assenze di Mercante e Passerini per entrambe i match e di Hidalgo contro Arezzo, e che lascia un senso ed una base importante di ripartenza verso la prossima stagione.

Una base di ripartenza che dovrebbe rivedere al timone della nave biancoblu coach Alberto Mazzetti che, a bocce ormai ferme, commenta così il percorso stagionale dei suoi, ovviamente dal momento del suo arrivo a metà stagione.

Cosa le lascia una conclusione di stagione così in crescendo? Soprattutto dopo la vittoria di La Spezia…
“Credo che la partita in Liguria per certi aspetti fa un po’ più arrabbiare o rammaricare perchè, come fatto in altre partite come con Pavia in casa o Borgomanero, dimostra le capacità e le qualità di questa squadra quando è spalle al muro. La partita di La Spezia è stata la migliore, in questo senso, da un punto di vista difensivo ed offensivo, peccato che l’epilogo negativo vada a coprire o macchiare tutto il resto. La cosa chiara però che questo finale di stagione mi lascia è la sensazione e la convizione che il percorso intrapreso insieme abbia portato a frutti positivi, a La Spezia, così come con Arezzo una settimana prima, dove in 7 sotto di 12 abbiamo ribaltato la partita e l’abbiamo vinta e senza quel successo la gara di domenica non avrebbe avuto senso. Resto convinto che il lavoro fatto insieme e gli aggiustamenti che la società ha apportato a questo gruppo, abbiano dimostrato cosa questa squadra fosse in grado di fare, anche se poi non è servito a conquistare i playoff”.

Possiamo dire che i miglioramenti maggiori di questa squadra, e parlo dal punto di vista caratteriale e morale, mostrati sotto la sua gestione in alcune partite, coincidano poi anche, in maniera davvero strana, con i limiti più grandi di un gruppo che spesso ha approcciato troppo male a diverse partite?
“Bisogna semplicemente dire che ogni squadra, di qualisasi sport, ha un difetto. Le squadre perfette, nel vero senso della parola, non esistono. Esistono squadre che hanno dei difetti o un difetto ma poi, con il passare del tempo, trasformano questa debolezza in un punto di forza o riescono a nasconderla. Noi purtroppo spesso l’abbiamo nascosta ma alcune volte e nell’oggettività del mio ragionamento mi viene da dire, quelle volte che eravamo favoriti, vedasi Gazzada o La Spezia in casa, siamo stati vittima di questo. Vale la stessa cosa dire come spalle al muro in tante partite come con Pavia, Casale, Arezzo in casa o ieri, abbiamo dimostrato di avere grandi qualità caratteriali e questo è un dato oggettivo ed incontrovertibile”.

Facendo una valutazione della sua gestione a Gallarate, 14 vittorie e 6 sconfitte sono un bilancio assolutamente positivo, nonostante poi l’obiettivo playoff non sia stato comunque centrato…
“Io sono abituato a fare sempre più autocritica piuttosto che darmi dei meriti e quindi dico che, guardando alle 6 sconfitte, sicuramente potevamo fare meglio ma devo anche dire che, tracciando una riga alla fine della stagione, sicuramente avremmo potuto fare anche peggio, per tanti motivi. Sono soddisfatto in maniera abbastanza sufficiente di quanto fatto, perchè dal mio arrivo siamo stati capaci di resistere a tanti cambiamenti, a tanti infortuni, abbiamo giocato diverse partite in 7 o in 8, abbiamo preso 30 punti e ne abbiamo dati altrettanti. Stride un pò dirlo, però quando fai un campionato, parlo della mia gestione da 14 vittorie e 6 sconfitte, i playoff solitamente li fai ed invece non è così, avendo ereditato comunque una situazione che era quella che era, soprattutto di classifica, ma era normale fosse così, altrimenti non sarei stato chiamato”.

Come sarà adesso il futuro di Gallarate?
“Noi, intesi come allenatore e società, vogliamo dare un’identità chiara alla squadra che verrà, un gruppo che dovrà essere basato su due principi cardine: la grande umiltà ed il lavoro in palestra. Io non so fare altro, non sono bravo a fare altro, non mi interessa fare altro che questo. Con la società abbiamo già condiviso questo pensiero e ci siamo accordati su questa via che deve essere unilaterale nelle scelte che andranno poi a modificare e sistemare il roster, andando a cercare giocatori che abbiano qualità umane che li portino ad avere voglia e fame di migliorare rispetto a quanto fatto finora, piuttosto che un giocatori affermati. Non che le due cose non siano direttamente proporzionali, ma darò molta attenzione all’umiltà, la fame, la voglia di emergere, indipendentemente dalla carta d’identità ed in questo la società mi spalleggia. Ad oggi è fin troppo presto parlare di nomi e cognomi, però il profilo e la direttrice è decisa e chi viene a Gallarate deve sapere che umiltà e lavoro in palestra saranno la base del nostro gruppo”.

In questo nuovo corso, chiamiamolo così, ci sarà spazio però anche per una certa continuità rispetto al gruppo di quest’anno?
“Sicuramente sì. Ripeto, è presto per fare nomi e cognomi, io non ho nessun tipo d’interesse a fare una rivoluzione ma vorrei sistemare ciò che non ho trovato funzionale al gruppo, cercando di far rendere al massimo chi ha desiderio e voglia di rimanere. Questo passerò da un confronto a tre che non sarà legato solo agli attuali accordi ma a tante altre variabili tra cui la voglia e la fame di essere parte a Gallarate. Ripeto, lavoro e umiltà saranno la base che saremo pronti ad offrire ad ogni giocatore”.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui