Il campionato di Serie B Interregionale sta vivendo la pausa di metà stagione che divide la prima dalla seconda fase del torneo.

Il BasketBall Gallarate, dopo la sconfitta nell’ultimo turno contro Gazzada per 72-75, si è qualificata per la fase Silver del torneo che la vedrà impegnata contro La Spezia, Quarrata, Arezzo e Lucca, per conquistare uno dei due posti disponibili per l’accesso ai playoff finali del campionato.

Per fare il punto in casa biancoblu abbiamo intervistato il coach dei galletti, Alberto Mazzetti.

Partiamo dall’ultima sconfitta, cos’è successo?
“Partiamo da più indietro, perchè per come i risultati determinavano la nostra classifica, fin dal mio arrivo il margine di errore era pari a zero. Ovviamente il livello degli avversari è salito turno dopo turno ed il margine di errore è andato via via sempre più ad assottigliarsi, purtroppo il fatto di non poter fare passi falsi si è concretizzato a lungo termine, per bravura di Gazzada ma anche per tanti demeriti nostri, più mentali che tecnici. Rimane il rammarico per aver visto sfumare l’obiettivo della fase Gold all’ultimo turno, però poi, analizzando la situazione a mente fredda, noi abbiamo fatto delle vittorie importanti, in un breve periodo di tempo tra casa e trasferta ma sarebbe bastato perderne una di quelle per vanificare tutto. Questa sconfitta è arrivata alla fine, peccato ma è sport, ci può stare”.

Ecco, prima di questa sconfitta però avete messo in fila sette vittorie consecutive. Un traguardo non da tutti…
“Assolutamente no. Quelle vittorie hanno sicuramente un valore importante, partivamo dall’avere 10 punti al termine del giorne d’andata ed essere fuori dai primi 8 posti al giocarci l’accesso tra le prime 4 nell’ultima giornata. Questa non è una cosa da poco, non dobbiamo demoralizzarci per l’ultima sconfitta, è arrivata come ne sono arrivate altre durante la prima fase, ha un sapore diverso ma vale sempre due punti o zero”.

In tante delle vittorie che avete fatto la squadra ha mostrato una doppia immagine di sé stessa tra il primo ed il secondo tempo. Forse quello che vi manca di più è proprio la continuità nei 40′?
“Un dato oggettivo è che noi nelle vittorie ottenute contro le squadre sopra di noi in classifica, ovvero Casale e Pavia, abbiamo comandato nel gioco e nel risultato fin dalla palla a due. Viceversa, nelle vittorie o ad esempio nell’ultima sconfitta, con le squadre pari a noi o sotto in classifica, abbiamo sempre sofferto nella prima parte di gara, cercando di raddrizzare poi la barca. Quello che secondo me manca ancora alla squadra è qualcosa in termini di attenzione e di consapevolezza della propria forza. Questo viaggia su un equilibrio sottile tra l’essere sicuri di noi stessi e troppo sicuri di noi stessi: in questo momento siamo poco sicuri di noi stessi ed a volte lo siamo troppo. Dobbiamo riuscire a trovare quella via di mezzo, di squadra e singolarmente, per essere sufficientemente attenti ed allo stesso tempo consapevoli della nostra forza, senza essere arroganti o presuntuosi”.

E’ innegabile però notare come dal suo arrivo la squadra abbia assunto un’identità propria che prima forse mancava e questo è riuscito ad imprimerlo in breve tempo…
“Sicuramente conoscendo da avversario individualmente i singoli giocatori, questo mi ha aiutato nel mio inserimento. Mi ha aiutato l’atteggiamento della società che si è messa completamente a disposizione dei bisogni del gruppo, partendo dagli allenamenti. La squadra si è sempre allenata bene, la società si è mossa per fare degli accorgimenti che in accordo siamo riusciti a trovare sul mercato, però credo che valga sempre la pena dire che abbiamo lavorato tutti uno al servizio dell’altro e per quello che sono contati i risultati in quel momento, sono stati lo specchio di ciò che siamo riusciti a fare”.

Allontaniamoci un attimo dall’Alberto Mazzetti attuale allenatore di Gallarate e parliamo dell’Alberto Mazzetti allenatore di Busto Arsizio che con BBG ha vissuto dei derby di fuoco nell’anno della vittoria del campionato di C Gold. Si sarebbe mai aspettato qualche anno dopo di sedere sulla panchina di Gallarate?
“Onestamente no, mai. Però, da parte mia, è lavoro, è una passione smisurata e dall’altra parte c’è una società che aveva, dal suo punto di vista, bisogno di cambiare delle cose e ha trovato in me la persona giusta che potesse sposare questo cambiamento e rotte da esplorare. Dopodichè anche tanti anni fa potevo dire di non pensare di andare mai a Pavia e poi ci sono andato. Ripeto, è lavoro, ciò non toglie quello che è successo prima, in un senso e nell’altro: abbiamo vinto entrambe quel campionato di C Gold, poi Gallarate ha avuto una progettualità più chiara. Ma nulla toglie che quel campionato vinto con Busto sia stato un grande successo, a prescindere da tutto, incancellabile ed incontrovertibile”.

Uno dei passaggi fondamentali della sua carriera è stata l’avventura a Trieste in Serie A. Cosa le ha lasciato quell’esperienza?
“Parto da un pochino più indietro, penso ai 7 anni a Legnano in cui ho avuto la fortuna di calcare parquet come quello della Fortitudo o della Montepaschi Siena, quello di Treviso e Verona. Partendo da lì, era già stata un’esperienza molto emozionante, perchè poi quando uno si ferma, guarda indietro dice: “Wow, che roba”. Sicuramente l’esperienza a Trieste è stata fantastica, perchè io arrivavo da una situazione particolare di una salvezza in A2, poi sfociata nella vendita del titolo sportivo a Napoli. Si è presentata l’opportunità importante a Trieste che sono stato ben felice di accogliere, perchè mi ha portato a vivere in un ambiente in cui si respira pallacanestro a 360 gradi. Sono entrato in un contesto di una squadra che, l’anno prima, aveva fatto i playoff di Serie A1 da neopromossa, in un contesto ambientale particolare, perchè anche a livello societario c’erano stati tanti cambiamenti, però è stato veramente bello fare un’esperienza del genere”.

Tornando all’attualità, ora vi aspetta una seconda fase molto complicata nella quale si qualificheranno solo due squadre su otto ed affronterete realtà come La Spezia, Arezzo, Lucca e Quarrata. Insomma, che girone Silver si aspetta?
“Difficile. Parliamo statisticamente, ne passano due su otto invece che sei su otto. Ovvio che ci siamo un po’ messi in questa situazione, dobbiamo avere tutte le forze per riuscire ad uscirne. Credo che sia un girone difficile perchè le squadre che hai nominato tu non hanno nulla da perdere, dobbiamo sentirci in missione per 8 gare perchè è quello che richiede il campionato, che richiede giustamente la società e quello che richiedo io ai giocatori ma sono sicuro che loro lo sanno”.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui