Una settimana fa circa terminava la Varese Basket Week, la settimana pasquale che ha messo la pallacanestro al centro di tutto il movimento sportivo cittadino e provinciale.

34esima edizione del Giovani Leggende, 45esima del Trofeo Garbosi e prima dell’HUB del Sempione Tournament: questo il quadro di manifestazioni a cui ha partecipato il BasketBall Gallarate ottenendo ottimi risultati, come analizziamo insieme all’allenatore del gruppo Under 17 Eccellenza, Cristiano Maino.

Coach, partiamo dall’avventura al Giovani Leggende che l’ha vista in prima fila con i suoi ragazzi del gruppo Under 17. E’ soddisfatto del nono posto conquistato?
“Tutto sommato sì. Abbiamo giocato un buon torneo raccogliendo risultati importanti ma soprattutto confermando la crescita del gruppo, sia individualmente che in termini di squadra. Sono mesi che lavoriamo su questo gruppo e ora i risultati si iniziano a vedere. Ci manca sempre qualcosa per fare il risultato grosso ma prima o poi ci arriveremo, anche ricorrendo al reclutamento. Il nono posto finale dice tutto ma in realtà dice poco su quello che abbiamo realmente fatto. Il gap che abbiamo con le prime tre classificate: Stella Azzurra, Bassano del Grappa e Olimpia Milano, non è colmabile ad oggi. Con Bassano abbiamo perso di 6 punti, vero, risultato da sottolineare, però dobbiamo tenere anche conto delle pesanti assenze che avevano loro visti i ragazzi impegnati con la Nazionale. Rispetto a tutte le altre gare: abbiamo vinto con Brindisi, perso solo di un punto contro Forlì e vinto benissimo con Fidenza, quindi direi che il gap che abbiamo con le grandi realtà Nazionali è diminuito. Ora in Lombardia, ma allargo il discorso in Italia, BBG ha un nome e può iniziare a farsi conoscere per davvero sul territorio nazionale”.

Cosa l’ha più soddisfatta di questo torneo?
“L’approccio dei ragazzi. Hanno dato tutto quello che avevano, nessuno si è risparmiato. Se guardiamo ai tabellini è vero, ci sono dei picchi, ma tutti hanno dato il proprio contributo e lo hanno fatto in un contesto di squadra molto positivo”.

Vi siete però portati a casa la grandissima soddisfazione di vedere un vostro ragazzo, Andrea Calleri, vincere la gara delle schiacciate. Una cosa che non capita tutti i giorni…
“Non mi sarei mai aspetto che Calle riuscisse a vincere questa gara, però lui la sentiva davvero, voleva questa vittoria. Ha grande attitudine in questo, ha grande atletismo, quando può in allenamento o in partita schiaccia sempre e sono molto contento per lui che sia riuscito a togliersi questa grande soddisfazione”.

Una soddisfazione possibile anche grazie al grande lavoro che i vostri preparatori fanno con i ragazzi, come ad esempio Calleri…
“Assolutamente sì, è la dimostrazione più importante del loro lavoro”.

Passando dal Giovani Leggende al Garbosi, avete conquistato due quinti posti (uno come BBG U14 e uno come HUB del Sempione U13). Quali considerazioni fare?
“Sono due risultati sicuramente importanti. L’Under 14 ha fatto un bel torneo e il quinto posto finale non rappresenta secondo me il vero percorso che ha fatto questo gruppo. E’ una squadra che ha grande talento, si nota però che è un gruppo cui cerchiamo di insegnare a giocare a pallacanestro e non a “speculare” sul gioco altrui. Questo è tanto evidente quando ci troviamo ad affrontare squadre più tattiche di noi ma non credo sia un problema, penso sia solo un vantaggio in ottica futura. Per quanto riguarda il gruppo Under 13 devo dire grande soddisfazione per loro che da settembre lavorano duramente e con grande passione. I ragazzi sono migliorati esponenzialmente: è impressionante vedere come lavorano e l’energia che mettono in ogni allenamento. Il tutto con il sorriso, ed è la cosa più bella”

C’è stato, poi, il successo della prima edizione dell’HUB del Sempione Tournament…
“Sì, abbiamo portato tre squadre a giocare, abbiamo coinvolto tutti i ragazzi, abbiamo vinto, quindi fare meglio di così era difficile (ride, ndr). Sono ragazzini davvero appassionati alla pallacanestro e di questo bisogna dare grande merito ai loro istruttori che li stanno crescendo in questo senso. Hanno già iniziato ad assaggiare qualcosa del Settore Giovanile, loro la vedono ancora come una cosa lontana ma noi abbiamo gli occhi puntati su di loro e li aspettiamo al varco in palestra perchè hanno un bel potenziale e non vediamo l’ora di farglielo esprimere”.

Guardando invece al gruppo 2008, una grandissima soddisfazione con la vittoria del Torneo di Valchiavenna…
“Sì, esatto. Abbiamo voluto fare questo torneo per dare la possibilità ai ragazzi di giocare e vivere un’esperienza di gruppo importante, devo dire che lo hanno fatto al meglio. Grande merito a loro ed ai loro due coach, Stefano Arrigoni e Mirko Carlesso, che hanno portato un’altra coppa nella nostra bacheca”.

Lei vive nel mondo del basket giovanile da tanti anni ormai. Che valore dà nel complesso ai tornei giocati dalle realtà varesine quest’anno?
“Sul Giovani Leggende direi che ormai ci sono società che devono e possono farlo da padrona, fanno un altro sport rispetto alle nostre realtà del territorio. Sul Garbosi diciamo che c’è sempre stata una grande tradizione varesina, quest’anno nessuna l’ha vinto, però sicuramente le realtà della provincia di Varese dicono sempre la loro in maniera importante”.

Alla fine di questi tornei pasquali, cosa pensi vi manchi ancora per accrescere sempre di più il valore delle squadre giovanili di BBG e HUB del Sempione?
“Sicuramente il reclutamento. In tutti i gruppi che hanno disputato questi tornei abbiamo aggiunto giocatori che ci hanno dato una mano, conoscendo ragazzi super che si sono comportati in maniera eccellente. Queste manifestazioni ci permettono di guardarci in giro, di conoscere tanti ragazzi, di provare a scoprire giocatori che possano essere poi integrati nei nostri gruppi. Non vogliamo porci limiti e allargare sempre di più il bacino. Vogliamo espanderci e senza reclutamento, lo dicono le società principali che ho menzionato prima, non è possibile. Il reclutamento è parte fondamentale del nostro lavoro. I tornei ci servono per questo, per guardare al futuro e per confrontarci anche internamente, confrontando le esperienze e cercando di crescere sempre di più”.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui