Dopo una settimana di alti e bassi (a livello di campo ed extra), il Varese ha solo un obiettivo in testa: l’RG Ticino. Al “Franco Ossola” i verdegranata dell’ex Filippo Carobbio arrivano con i favori del pronostico in virtù dell’ottimo momento di forma e di una ritrovata alchimia di squadra (e che squadra, seconda forse solo all’Alcione sulla carta); lo stadio di Masnago, però, è stato fin qui il punto di forza dei biancorossi che sperano di ritrovare la vittoria per rilanciarsi in piena zona playoff.

“Fuori casa facciamo fatica – conferma ancora Cotta – perché se buttiamo dentro tutte quelle palle in area e non risultiamo mai pericolosi un problema c’è; il Vado ha fatto un mezzo colpo di testa e ha sfruttato l’occasione con Lo Bosco. Nel finale ci è mancato un rigore solare, ma questo non deve essere un alibi; anzi, deve essere un punto di riflessione perché siamo solo noi, il Borgosesia e forse un’altra squadra le uniche a non aver avuto un rigore a favore. Perché? Perché forse non abbiamo la malizia necessaria, forse non ci buttiamo a terra urlando ad ogni minimo contatto”.

L’RG Ticino?
“Sarà un altro test contro una squadra che non ha bisogno di presentazioni. Mercoledì ci hanno superati, ma il campionato non finisce oggi. Di certo affronteremo un avversario importante, costruito fin dal principio per stare in alto: se nel mercato invernale prendi Cominetti e Parravicini stai palesando una dichiarazione d’intenti”.

E il Varese come sta?
“Stiamo bene, la squadra ha reagito bene ad una settimana complicata e arriviamo all’appuntamento di domani con qualche recupero e giocatori freschi. Parlo di Mandelli, ad esempio, che torna dalla squalifica, e Di Maira che è di nuovo a disposizione; dubito che abbia i 90′, ma sarà un valore aggiunto”.

In un momento come questo, con il campionato praticamente chiuso, come si trovano le motivazioni?
“Nel nostro lavoro le motivazioni devi sempre averle, altrimenti stai a casa sul divano. Se qualcuno non dovesse averle allora non sarà più convocato. La professionalità sta proprio in questo: dare sempre il massimo in allenamento e in partita. Poi ci può stare la fatica mentale, soprattutto in chi magari è meno esperto, e lì dovremo essere bravi a monitorare ogni situazione”.

Matteo Carraro

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