E chi ha detto che nel calcio dilettanti non si possano battere i record della Serie A?
È successo quattro gradini più in basso, categoria Eccellenza. Dove? In Piemonte, precisamente in casa dell’Accademia Borgomanero. È la storia di un giovane calciatore e di un primato che lo colloca a tutti gli effetti nella storia del calcio italiano. Stiamo parlando di Gabriele Salina, che da inizio stagione ha neutralizzato cinque rigori consecutivi. Il più recente, respinto la scorsa domenica contro lo Stresa Vergante, ha continuato la striscia positiva realizzata contro Città di Cossato, Lascaris, Pro Novara e Biellese. Un’impresa che supera addirittura quella di Samir Handanovic, fermatosi a quota quattro nell’Inter del 2010/2011, e che eguaglia – per il momento – quella di un altro dilettante, Vittorio Gilli, con la maglia del Borgosesia nella stagione 2021/2022. Numeri strabilianti che fanno pensare a un altro record, quello della percentuale di rigori parati, in questo caso detenuto da Giuseppe Tagliatela, che in Serie A sventò tredici penalty su ventisette.
E chissà che in questo finale di stagione, il baby portiere classe 2004 non riesca ad aggiungere altri mattoni al muro eretto tra i pali rossoblù.

Istinto? Preparazione? Un po’ di entrambi? E a cosa pensi in quei pochissimi secondi a tu per tu con l’avversario?
“Sicuramente contano sia l’istinto che la conoscenza dell’avversario. In quei pochi secondi provo a deconcentrarlo e fargli capire che è lui che ha tutto da perdere, non io; poi scelgo l’angolo e mi tuffo”.

Nelle cinque partite in questione sono arrivate tre sconfitte e due vittorie. Specialmente quando il bottino è pieno, vivi la tua parata come un gol?
“Assolutamente. Per un portiere parare un rigore è proprio come fare gol. Se poi succede all’ultimo minuto, come con il Lascaris, è ovviamente una sensazione ancora più bella. In qualsiasi caso, però, anche a Biella nel primo tempo, l’emozione che si prova è esattamente la stessa di un attaccante che vede il pallone andare in rete”.

Rigori a parte, c’è anche una parata che ti ha dato particolare soddisfazione?
“Quella che mi è piaciuta di più e ricordo meglio è stata nella gara di andata col Biella. Era un tiro di collo da appena dentro area, diretto sotto la traversa, e sono andato a prenderlo”.

Raccontaci un po’ di te e del tuo legame con questa maglia. Cosa significa per te l’Accademia Borgomanero?
“Ho iniziato nel mio paese, Ornavasso, e dopo un’esperienza al Suno sono arrivato qui quando avevo quattordici anni. Ho fatto tutto il percorso delle giovanili e due stagioni fa ho debuttato in Prima Squadra, all’ultima giornata a Venaria. L’anno scorso sono partito come secondo portiere, poi per scelte tecniche e situazioni varie ho iniziato a fare alcune presenze e questa è stata la mia prima stagione da titolare. Sul Borgomanero posso dire che per me è come se fosse la squadra della mia città, perché vi sono molto legato emotivamente. È una società che mi ha sempre dato fiducia e che mette sempre a disposizione il meglio, e non mi riferisco solo allo staff tecnico ma anche ai collaboratori al di fuori del gruppo squadra. Sono tutte persone serie e affidabili, che fanno quello che dicono, cosa che di questi tempi non è così facile da trovare”.

La vostra è una rosa giovanissima, composta unicamente da giocatori nati dopo il 2000. Su cosa cercate di far leva maggiormente? In una situazione del genere, quanto influisce la mentalità del mister?
“È vero, siamo una squadra molto giovane, ma secondo me abbiamo anche tanta qualità e ci stiamo facendo valere. Ovviamente ci capita di commettere qualche imprecisione data dalla poca esperienza, però il gruppo è forte e personalmente mi sto trovando molto bene. Stesso discorso per il mister, che già dal primo giorno ci ha trasmesso le sue idee di gioco e posso dire che siamo riusciti – e stiamo riuscendo – a metterle in pratica”.

Cosa puoi raccontarci del vostro piccolo mondo della batteria portieri?
“Penso che sia un gruppo molto valido. Il nostro allenatore Clerici è una persona molto preparata che ci sa fare con noi ragazzi, soprattutto con i più giovani, dato che il più vecchio dei portieri sono io, un 2004, e poi ci sono due 2006 e a volte qualche 2007 che si aggrega all’allenamento. Questa mancanza di esperienza da parte nostra potrebbe essere uno svantaggio, eppure il mister sta gestendo molto bene la situazione e stiamo lavorando con un buon ritmo. La società dopotutto ha fatto questa scelta di puntare molto sui giovani e per ora penso che i risultati stiano ripagando, dato che a parere mio stiamo facendo molto bene”.

Ora che mancano solo sette giornate alla fine della stagione, cosa ti aspetti e ti auguri per te e per la tua squadra?
“Noi pensiamo partita per partita per cercare di allontanarci il più possibile dalla zona playout, quindi faremo di tutto per guadagnare gli ultimi punti che ci mancano ed evitare questo rischio. Personalmente, spero di continuare a fare bene per concludere la stagione al meglio”.

Stagione che intanto ti ha già regalato questo record italiano…
“Sinceramente non sapevo di averlo fatto finché non l’ho letto sui giornali. Un traguardo personale aumenta sempre l’autostima e sono felice di averlo raggiunto perché per me è uno stimolo per il futuro. Se a diciannove anni sono arrivato qua, non vedo perché non provare a migliorarmi e cercare di battere il mio stesso record”.

Silvia Alabardi

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