Uno dei talenti più importanti sgusciati fuori dal laboratorio del Campus è senza dubbio Edoardo Bottelli. Play guardia classe 2005, Bottelli è giocatore capace di incidere in maniera ottimale su entrambi i lati del campo sfruttando sia le sue capacità tecniche che le ottime leve atletiche. Una stagione in B interregionale chiusa a 12,8 punti di media con un massimo di 26 punti nella trasferta sul campo di La Spezia durante la fase del play in. Con lui abbiamo fatto una bella chiacchierata in attesa dell’ultimo impegno stagionale ovvero le importanti finali nazionali Under 19 che si terranno settimana prossima in quel di Chiusi.

Edoardo, avete appena concluso la stagione a livello senior in Serie B: una stagione che si può assolutamente definire buona con la salvezza centrata a gennaio e le ultime tre vittorie consecutive nel Play-in a testimoniare che non avete mollato fino alla fine.
“Secondo me la stagione si può considerare ampiamente buona. Abbiamo mantenuto l’ossatura dello scorso anno dove avevamo avuto un’annata abbastanza difficile. Forse questo era il campionato più adatto a noi e penso lo si sia visto soprattutto a inizio anno e ora alla fine. Abbiamo dimostrato di saper tenere bene il campo e di vincere partite contro squadre più attrezzate di noi a livello fisico o di budget. Sono assolutamente contento della stagione che abbiamo fatto, possiamo recriminare forse qualcosa nel Play-In. Penso che nelle prime giornate della seconda fase più che la stanchezza abbiamo pagato una questione di testa”.

Scendendo dal generale al dettaglio, la tua è stata una ulteriore stagione di crescita avallata dai numeri che sono migliori rispetto alla scorso anno, ma anche per tutto quello che hai fatto nel modo di stare in campo.
“Sono cresciuto fisicamente e tecnicamente, ma ritengo di aver fatto un grosso passo in avanti a livello mentale e come fiducia nello stare in campo. Con questo voglio dire saper cosa fare e in che momento. Una giocata giusta, una palla rubata oppure un rimbalzo nel momento chiave della partita e quindi questo penso sia un circolo vizioso positivo. Quando capisci cosa fare, stare in campo diventa più semplice”.

A livello di fiducia si vede che anche coach Roncari ne nutre tanta in te. Raccontaci un pò del vostro rapporto.
“E’ un rapporto molto amichevole. Lui, ma anche tutto lo staff tecnico, ha con noi un approccio di questo tipo e io lo reputo un grosso punto di forza della nostra squadra. E’ serio, ma non serioso. Sa benissimo quando è il momento di scherzare e quando, invece, è quello di stare concentrati. Ritengo che lui abbia fiducia in me come io ne pongo tanta in lui. Certamente avere un coach come Roncari che ha fiducia nelle mie capacità mi ha aiutato a crescere ulteriormente in questa stagione”.


Lunedì scattano le finali nazionali Under 19 a Chiusi. Come vedi questa Varese e quale potrà essere il vostro cammino nella manifestazione che assegna lo scudettino?
“Credo che passare il girone sia l’obiettivo minimo che abbiamo perchè lo ritengo fattibile e ci tengo. Arrivare fra le prime otto sarebbe un buon risultato, essere fra le prime quattro sarebbe un ottimo risultato. Andare fino in fondo la vedo dura più per una questione strutturale della nostra squadra che non per altro. Ci troveremo ad affrontare squadre magari più fisiche e a volte tendiamo ad andare in difficoltà contro questo tipo di formazioni. Spero vivamente di entrare nelle prime otto, andare nelle quattro sarebbe un sogno. Saranno finali diverse da quelle che abbiamo giocato in precedenza dato che saremo in due ad averle già giocate, io e Golino, mentre il resto della squadra è alla prima esperienza. Potremo pagare forse in esperienza, ma venderemo cara la pelle”.

Quali sono le tue favorite?
“Vedo molto bene Milano, Borgomanero e Tortona, la quarta squadra che entra nelle semifinali…noi!”.

Tuo nonno Giancarlo è una persona conosciutissima a Masnago e non manca mai sugli spalti del Campus per le tue partite. So anche che si divide fra te e tuo fratello per vedervi giocare sempre. Qual è il vostro rapporto?
“Lui cerca di esserci sempre a ogni gara. A lui piace la pallacanestro come ben sapete e, durante le partite, non dici nulla. Ci vediamo il giorno dopo le gare e lì, magari, mi dice qualcosa sulla partita del giorno prima. E’ contento di vederci giocare, di vedere che stiamo in campo e ci divertiamo. Penso che questa cosa lo gratifichi molto e di vederci giocare anche in B penso sia motivo di orgoglio per lui”.

Cosa fai nel (poco) tempo libero che ti resta dopo basket e studi?
“Sono al quinto anno del Liceo Scientifico Ferraris di Varese. Penso che come università sceglierò Economia e Commercio. Infatti, fra basket e studio avanza pochissimo tempo libero. Mi piace leggere, giocare ai videogiochi e uscire coi miei amici”.

Matteo Gallo

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