Una partita che entra per diritto nella storia e negli annali dello sport nazionale: l’11 agosto 2024 a Parigi, l’Italia del volley femminile conquista la medaglia d’oro alle Olimpiadi, battendo nettamente le campionesse olimpiche uscenti degli Stati Uniti per 3-0. Un traguardo mai raggiunto prima, una prima volta che non dimenticheremo facilmente e che ci ha regalato emozioni indescrivibili. Danesi e compagne sono state semplicemente perfette e ingiocabili, come dimostrano anche i numeri: 11 muri a zero, 7 ace a 3 ed il 47% in attacco contro il 32% delle americane.
In una finale che ha tenuto incollati allo schermo 5 milioni e 500 mila spettatori, con uno share record del 40,3%, le nostre ragazze hanno confermato ancora una volta il loro immenso talento: imprendibile Paola Egonu, autentica protagonista di tutto il percorso olimpico che supera nettamente nomi importanti di questo sport al femminile come Vargas e Boskovic. Alessia Orro ha orchestrato ancora una volta la squadra in maniera eccelsa, offrendo la migliore performance della sua carriera. Ingiocabile Myriam Sylla, vera trascinatrice e leader indiscussa di questo gruppo. Monumentale Anna Danesi, che senza dubbio ha confermato di essere una delle centrali più forti al mondo. Caterina Bosetti si è confermata una garanzia in campo, riuscendo a trainare diverse volte fuori dai guai l’intero gruppo con i suoi colpi millimetrici. Arriva da un altro pianeta Monica “Moki” De Gennaro, il libero più forte al mondo capace di conquistare il metallo olimpico più importante all’età di 37 anni. Straordinarie e indispensabili anche tutte le altre: da Sarah Fahr a Kate Antropova, da Carlotta Cambi a Gaia Giovannini, fino a Marina Lubian, Loveth Omoruyi e Ilaria Spirito.
Come già detto, tra le protagoniste assolute di questa impresa troviamo anche Caterina Bosetti, schiacciatrice simbolo attuale del movimento pallavolistico della nostra provincia, che nella finale olimpica ha messo a segno 9 punti. Sin da giovane ha mostrato un grande talento, entrando a far parte del settore giovanile della Futura Volley, per poi da lì continuare il suo grande percorso che l’ha portata ai massimi livelli internazionali della pallavolo. Ma quella della famiglia Forte non è l’unica società ad aver portato in alto il nome del nostro territorio a questo evento olimpico: la UYBA ha visto scendere in campo, e non solo, diverse delle sue ex-farfalle tra cui Alessia Orro, Jordyn Poulter, Loveth Omoruyi e Washington (per non dimenticare anche la presenza di Francesca Piccinini sugli spalti con Sofia Goggia e il presidente del CONI Malagò, e la strepitosa telecronaca per la RAI di Giulia Pisani).
Ma a queste società blasonate se ne associa una altrettanto importante in terra nostrana, ma meno conosciuta a livello internazionale: Orago per tanti anni è stata la culla della pallavolo femminile italiana gestita da Franca Bardelli e Giuseppe Bosetti, mamma e papà delle sorelle Bosetti (Lucia e Caterina). E proprio in quel periodo, più precisamente nel 2011, l’allora Under 16 vedeva in campo le due neo campionesse olimpiche Anna Danesi, il capitano di questa spedizione, e Myriam Sylla, il capitano uscente della nazionale ed eletta adesso a vice. Con loro, in quell’annata, troviamo altre giocatrici che giocano attualmente nella massima serie e che militano spesso in nazionale, come Beatrice Parrocchiale ed Elena Perinelli, non convocata a questa olimpiade a causa dell’operazione che ha subito al termine di questa stagione.
Questa squadra è frutto di un percorso iniziato diversi anni fa e che sul proprio cammino ha trovato non poche difficoltà, per quanto di risultati importanti non ne siano mancati, che si sono riversate tutte su Julio Velasco, arrivato sulla panchina della nazionale dopo una breve parentesi alla UYBA. Tra le varie polemiche, quella più clamorosa era stata la gestione della squadra da parte del precedente CT Davide Mazzanti, cha aveva portato all’allontanamento (per fortuna momentaneo) di Egonu, De Gennaro e anche di Bosetti. Ma proprio per la nostra “Cate”, non c’è spazio ora per le polemiche: “Sono contenta. Il tempo ha parlato e ha detto che io, come altre mie compagne, dovevamo essere qui oggi a vincere questo oro. Onestamente non vivo tutto questo come una rivincita, ma è il coronamento di un percorso che sta dando i suoi frutti e sono orgogliosa di poter vivere queste emozioni. Noi siamo una squadra fortissima da anni, ma purtroppo in passato siamo state sfortunate qualche volta, ma è da anni che costruiamo questa squadra. Quest’oro vale tanto, ma penso la medaglia olimpica in generale vale tanto, a prescindere da quale essa sia. Adesso ci riposeremo e poi penseremo alla fame che ci verrà in seguito. Questa Olimpiade è stata faticosa a livello emotivo; è stato difficile affrontare certe partite, ma ora ci vogliamo solo godere questi momenti”.
Sul futuro di questo meraviglioso gruppo, ora, è troppo presto discuterne. L’età media di questa squadra lascia spazio a far pensare che non ci libereremo presto di molte di loro, ma è altrettanto vero che il nostro campionato sforna nuovi giovanissimi talenti ogni anno creando una concorrenza spietata per entrare nelle convocate per la nazionale. Adesso è però doveroso dare il giusto riposo e merito a chi ha lavorato duramente, lasciando il tempo a tutti di rifletterci con calma. Il buon auspicio è, ovviamente, quello di rivedere ogni singola persona di questa spedizione transalpina presente alle prossime olimpiadi di Los Angeles 2028, ma ovviamente sarà il tempo a decidere come sottolinea lo stesso Julio Velasco: “Se resto dopo la vittoria di Parigi? Penso di sì, ho solo detto che la riflessione va fatta perché non sono un ragazzino. Questa settimana non ci sarò per nessuno, non risponderò a nessuno, ma una riflessione va fatta sempre quando si finisce un percorso, magari anche le ragazze più grandi lo faranno…oggi non riuscirei a fare il lavoro del 1989 senza collaboratori, sarebbe troppo dura”.
Una cosa è certa però, questo gruppo (come quello maschile, che è pur sempre arrivato 4°) ha smosso l’opinione pubblica, i giornali e anche i social media… in poche parole, ha fatto accendere, e non poco, i riflettori su questo magnifico sport che, finalmente, sta iniziando a trovare il giusto spazio che si merita: “Questo credo che sia l’inizio di un salto di qualità del movimento della pallavolo che è importantissimo per quantità e qualità – queste le prime parole di Julio Velasco al rientro a Linate –. Mancava un grande titolo per fare un salto di popolarità in tv e nei giornali. Mi auguro che questo si trasformi anche in un appoggio per le società piccole dove giocano le bambine, che abbiano maggiori risorse perché alla fine la Nazionale esiste solo per loro”.
A volte la vita e lo sport ti riempiono di gioie, altre volte ti mettono di fronte a sfide che sembrano insormontabili. Ci sono momenti in cui tutto sembra perduto, e altri in cui ogni sacrificio viene ripagato. Ma c’è una cosa che il tempo fa sempre: a chi ha lottato con cuore e passione, a chi non ha mai smesso di crederci, prima o poi restituisce tutto, con gli interessi. Grazie infinite ragazze per averci fatto vivere un sogno così grande e intenso. Avete dimostrato cosa significa davvero essere una squadra. Ora, con questo oro al collo e l’orgoglio nel cuore, vi invitiamo a non fermarvi: altri sogni vi attendono all’orizzonte, pronti a essere conquistati e noi saremo sempre pronti a supportarvi.
Matteo Carcano