Al termine di una stagione che si annunciava di sofferenza il piccolo Ceriano Laghetto è riuscito a salvare la categoria conquistata la scorsa stagione. Merito di una società e un gruppo molto compatto ma soprattutto dell’architetto della squadra, il ds Antonello Porro, che dopo un avvio difficile ha avuto il coraggio di salutare il condottiero del trionfo di un anno fa, Daniele Motta, per puntare su un esordiente come Nicolò Pepe. Scommessa vinta che ha portato al lieto fine, anche se ora si chiude un ciclo.

Antonello, qual è il tuo bilancio finale di questa stagione da neopromossi?
“La mia valutazione è molto positiva, è stato un cammino in crescendo perché sapevamo che questo campionato sarebbe stato più difficile rispetto alla Prima Categoria. Siamo partiti con un ruolino di marcia non positivo con 5 punti in 10 partite, poi il cambio di allenatore ci ha dato quella spinta per chiudere l’andata a 16 punti. Il girone di ritorno è stato buono tranne le ultime quattro giornate che ci hanno costretto a giocare i playout, anche se in quelle settimane abbiamo affrontato solo squadre di alta classifica”.

Ti aspettavi di dominare il playout contro l’Esperia Lomazzo?
“Mi aspettavo una prestazione importante perché ho visto la squadra serena e concentrata, anche se un po’ di tensione c’è sempre perché in queste partite si azzera tutto e ti giochi “la vita” in novanta minuti. Non abbiamo mai voluto pensare di giocare per il pareggio perché il calcio è strano e non sai mai gli episodi come possono girare. Esserci salvati ai playout non inficia la soddisfazione né il voto molto positivo alla nostra stagione”.

Qual è stato il segreto per conquistare la salvezza?
“La compattezza del gruppo. Voglio ringraziare Nicolò Pepe perché è stata una scommessa vinta nonostante fosse la sua prima esperienza alla guida della prima squadra, si è dimostrato molto meticoloso anche negli allenamenti. Un grande grazie va anche ai giocatori che hanno dimostrato attaccamento alla maglia. In tribuna contro il Lomazzo, a vedere la partita, c’era un 2004 che a dicembre aveva tentato il salto in Eccellenza ed è voluto venire a tifare per la sua ormai ex squadra nella partita più importante, un episodio che descrive bene questo spogliatoio”.

Hai scelto di lasciare il Ceriano Laghetto all’apice.
“Si, quella di settimana scorsa è stata la mia ultima partita dopo 9 anni, due da giocatore e 7 da direttore sportivo. Non potevo chiedere un finale migliore! Ora mi fermo un attimo per godermi questa salvezza, che per noi vale quanto la vittoria di un campionato. Al playout c’era una tribuna piena con 400 persone in un giorno infrasettimanale, un’emozione inimmaginabile quando sono arrivato qui e un ricordo indelebile che porterò sempre con me”.

A proposito di ricordi, qual è stato il momento più bello della stagione?
“Senza dubbio l’impresa l’impresa sul campo della Lentatese: non è da tutti vincere 3-0 in casa della squadra che poi ha vinto il campionato. Anche all’andata avevamo giocato bene contro di loro ma non eravamo stati cinici, invece al ritorno abbiamo disputato la partita perfetta. Ma devo dire che i miei ragazzi mi sono piaciuti in tante partite, anche considerando che è stata la nostra prima stagione in Promozione”.

Alex Scotti

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