Le similitudini con il girone d’andata non mancano: pareggio con la Clivense (2-2 e 1-1), vittoria con la Castellanzese (3-1 e 2-0), sconfitta con il Villa Valle (4-2 e 2-0) e roboante successo sulla Real Calepina (5-0 e 3-0). Score dimezzato per quel che riguarda sia i gol subiti sia quelli concessi, ma la costante è sempre quella: la Varesina è lassù, al momento a -4 dalla vetta.

Per le Fenici arriva adesso il momento più importante: confermarsi. Lo sa bene Christian Gatti, un classe ’04 che di 2004 ha solo la carta d’identità vista l’autorità, la qualità e la quantità che mette in campo in ogni sfida. Ruolo? Tuttocampista, perché di certo non gli è mai mancata l’attitudine ad adattarsi e sacrificarsi per il bene della squadra in ogni posizione del campo: 22 presenze in campionato su 23 partite e due gol ad impreziosire il suo rendimento. L’ultimo, in ordine di tempo, è arrivato proprio domenica a Grumello ed è da lì che parte l’analisi di Gatti: “Era importantissimo ripartire subito dopo la prima sconfitta in casa della stagione: la vittoria di domenica ci ha dato morale e rinnovato la fiducia dell’ambiente per un bellissimo progetto che vogliamo portare avanti giornata dopo giornata. Contento per il gol ma, e non è una frase fatta, la squadra viene sempre prima”.

Il Villa Valle si è rivelato una squadra a voi indigesta; come te lo spieghi? Viste le similitudini con il girone d’andata dobbiamo aspettarci un cammino speculare?
“All’andata abbiamo pagato un blackout che non si è fortunatamente più rivisto; al ritorno credo sia stata una partita storta sotto tutti i punti di vista. Non è un caso che entrambe le sconfitte siano arrivate in un infrasettimanale, match in cui diventa più difficile gestire la stanchezza fisica e mentale; non siamo riusciti a trasferire in campo il nostro essere, la nostra identità, e il Villa Valle ci ha battuti in entrambe le occasioni. Detto questo siamo ripartiti e, per quel che riguarda il prosieguo, posso solo dire che dobbiamo andare avanti guardando partita per partita”.

A livello generale ti aspettavi che il campionato prendesse questa piega?
“Arrivando a inizio agosto mi sono in primis concentrato sul conoscere il gruppo e inserirmi piuttosto che analizzare il campionato. Tutti mi avevano parlato di questo girone come uno dei più tosti e forse all’inizio non mi aspettavo un exploit del genere; ben presto, però, ho e abbiamo preso consapevolezza del nostro potenziale. Le avversarie? Il Caldiero non è lassù per caso: da juventino posso dire che vanno avanti di “corto muso” (ride, ndr), ma vanno elogiati per l’atteggiamento e per essere una squadra tostissima che difficilmente prende gol. Senza dubbio, però, il Piacenza è la squadra che mi ha impressionato più di tutte”.

Arrivi da un percorso giovanile importante, tra Inter e Como; cosa ti porti da quelle esperienze?
“Sicuramente giocare in piazze de genere ti porta ad avere maggior consapevolezza di te, oltre ad acquisire un importante baglio tecnico e di spogliatoio. Sono ambienti competitivi in cui ti devi scontrare e lottare con i compagni, in senso positivo ovvio, per avere il posto”.

E com’è nato il passaggio alla Varesina?
“Già l’anno scorso c’erano stati di contatti perché avrei voluto fare un’esperienza al di fuori dei settori giovanili, ma alla fine rimasi a Como. Quest’anno, invece, ho avuto modo di fare tutto il ritiro precampionato con la squadra e, malgrado importanti offerte da squadre che puntavano in alto, ho scelto di restare a Venegono perché la Varesina ha dimostrato fin dal principio di volermi”.

Tra l’altro il campionato d’alta classifica lo stai facendo… e da protagonista.
“Sì, e ne sono felicissimo. Mi trovo in una grande squadre e ho sempre cercato di essere pronto per qualsiasi situazione, ad esempio adattandomi all’occorrenza in ruoli non miei: io nasco mediano, ma ho fatto tutti i ruoli del centrocampo, sono stato trequartista e mi sono sacrificato come difensore centrale. Tutto pur di aiutare una squadra che, dall’altra parte, mi sta dando tantissimo: da uno come Guidetti si può e si deve solo imparare, così come da Gasparri, da Manicone e da tutti gli altri”.

Non solo per la tua propensione al sacrificio, ma anche e soprattutto per attitudine e atteggiamento, mister Spilli ha sempre speso belle parole su di te lasciando intendere che un giocatore della tua età e con le tue caratteristiche meriterebbe palcoscenici più alti. Cosa significa per te questo attestato di stima?
“Con il mister c’è un bellissimo rapporto che si è presto rafforzato: mi ha aiutato ad inserirmi nel gruppo e non ha mai fatto mancare il suo supporto. Uno dei primi consigli che mi ha dato è che in un campionato come la Serie D, oltre alla qualità e alla tattica, è importante la leadership, la personalità, e comunicare con i compagni. Questo mi ha aiutato a calarmi in fretta nella dimensione del campionato e soprattutto nello spogliatoio. La stima è reciproca e ogni giorno, che sia in allenamento o in partita, cerco di restituire la fiducia che ha in me”.

In pratica ti ha fatto capire che devi contribuire a portare la Varesina in Serie C…
“Proveremo a farlo (ride, ndr) ma, credimi, il nostro obiettivo è solo quello di scendere in campo ogni domenica dando il massimo e divertendoci. I risultati sono una conseguenza del lavoro, non devono diventare un’ossessione”.

Vista la tua ecletticità, hai un giocatore cui ti ispiri?
“Onestamente no, nel senso che proprio per il fatto di essere così duttile non ho un modello di riferimento. Semmai provo a prendere ispirazione dai grandi centrocampisti e dai grandi difensori per migliorare in tutti gli aspetti, cercando sempre di rimanere me stesso”.

Tornando all’attualità, si sta per inaugurare un altro mini tour de force: Casatese, Virtus CiseranoBergamo e Tritium. Come si gestiscono le energie?
“Giocare sabato contro la Casatese ci consentirà di avere un giorno in più di recupero e in questo la società, in accordo con gli avversari, è stata lungimirante. Sarà comunque importante bilanciare le energie spese a livello fisico e mentale per non sovraccaricare: ogni partita andrà interpretata allo stesso modo perché se si iniziano a fare distinzioni fra squadre d’alta, di media e di bassa classifica non si va da nessuna parte”.

Sabato che partita ti aspetti?
“Torniamo a giocare in casa dopo la sconfitta con il Villa Valle e vogliamo affrontarla nel migliore dei modi, evitando di ripetere gli errori commessi. La Casatese è una squadra tosta, che non molla nulla, e la vittoria dell’andata è stata molto sofferta. Sicuramente, all’epoca, è stato un bel segnale e sarebbe bello ripeterlo. Loro arrivano da una sconfitta con il Piacenza e avranno voglia di rivalsa; dovremo essere bravi a spegnerli subito”.

Chiudiamo guardando avanti: l’11 febbraio trasfertina a Venezia per il quarto di finale di Coppa Italia: state già rivolgendo un pensiero a quella sfida?
“No, per il semplice fatto che giocare ogni tre giorni non ti lascia il tempo di pensare a ciò che avverrà, ma devi sempre stare concentrato sul momento presente. Sicuramente posso dire che confrontarsi con una squadra come la Clodiense, che sta dominando il proprio girone, rappresenta un bello stimolo. Andremo là carichi e determinati perché il cammino in Coppa ci ha dato, e potrebbe darci, tante soddisfazioni”.

Matteo Carraro
Foto Scaringi

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