Domenica 21 aprile, ore 17:20, triplice fischio della trentesima e ultima giornata del Girone E di Promozione Lombardia: con sessantacinque punti, tre di distacco sul Cinisello, il Codogno festeggia il ritorno in Eccellenza, neanche un anno dopo l’amara retrocessione tramite i playout.
Il punto e a capo, come si suol dire, era stato immediato, perché il progetto intrapreso la scorsa estate aveva tutte le carte in regola per rivelarsi vincente. Sulla panchina, l’ex Pavia Maurizio Tassi, fortemente voluto da un altro ex del nostro girone, il ds Giampaolo Calzi.

“Avevo bisogno di lavorare con una persona che conoscevo – dichiara nel post-partita il direttore –, quindi il mio primo obiettivo della stagione è stato di avere Tassi come allenatore, e da lì costruire una rosa all’altezza delle nostre ambizioni. Abbiamo – anzi, i ragazzi – hanno fatto una stagione incredibile. È vero che l’obiettivo era di competere per il primo posto, ma vincere non è mai facile, e infatti abbiamo trovato un avversario come il Cinisello che ci ha dato del filo da torcere fino all’ultima giornata. Ci tengo a fare i complimenti anche a loro, perché hanno disputato un‘ottima stagione.

Più che ottima, a questo punto, quella del Codogno, che ha chiuso l’annata calcistica con numeri da record.
“Siamo stati il miglior attacco del campionato – continua Calzi –, ma senza giocatori in doppia cifra, e questo la dice lunga sull’equilibrio che si è creato, perché significa che non dipendevamo da un unico attaccante ma che tanti hanno dato il loro contributo in termini di gol. È un gran risultato di squadra, e non può che essere un vanto sia per l’allenatore sia per gli stessi ragazzi.

Tredici, infatti, i nomi a referto, tra cui spicca quello del capocannoniere di casa Vittorio Mehmetaj, di ruolo play, che ha raggiunto quota nove gol. Eppure, le statistiche ancora più sorprendenti sono quelle che riguardano la retroguardia: appena tredici gol subiti in trenta partite (dieci da settembre a dicembre, tre da gennaio ad aprile), che ad oggi valgono ai biancoazzurri il titolo di seconda miglior difesa di tutta Italia, categoria Promozione (il primato, per ora, è del Sesto Fiorentino, che tuttavia deve ancora disputare due giornate). “Su tredici gol, sei sono arrivati su rigore – ci racconta il ds –, di cui due nel girone di ritorno. Penso che questa squadra abbia fatto un cammino straordinario”.

Insomma, la classica stagione da incorniciare, non solo calcisticamente, ma anche per un importante traguardo extra campo: “La gratificazione più grande è stata portare allo stadio dagli ottocento ai mille spettatori nel derby col Casale. È stato qualcosa di veramente bello sia per la città che per la società, e il merito è solo dei ragazzi, perché hanno dato entusiasmo a una tifoseria che da tempo non viveva una stagione del genere. Un allenatore a cui sono molto legato mi ha sempre detto che per vincere i campionati ci vogliono giocatori speciali… e questi ragazzi, così come lo staff, sono stati veramente speciali”.

Un pensiero naturalmente condiviso da chi ha guidato la squadra dalla panchina, riscattando l’amaro finale di stagione al Pavia, interrotto bruscamente quando mancavano solo quattro giornate. Da lì a pochi mesi, a Codogno, l’inizio di un percorso ricco di soddisfazioni.

“Quest’estate eravamo partiti con i favori del pronostico – commenta il tecnico Maurizio Tassi –, ma mantenere il ritmo durante tutto l’anno non è così scontato. Oltretutto, all’inizio avevamo fatto molta fatica, con due sconfitte nelle prime cinque partite, subendo più della metà dei gol con cui abbiamo poi concluso la stagione. Con il tempo ci siamo assestati e conosciuti meglio, visto che la squadra era completamente nuova, e abbiamo iniziato a fare punti. Il girone di andata si è chiuso con due vittorie importanti contro Casale e Brugherio, che ci hanno permesso di andare in testa a due giornate dalla fine. Da lì, siamo rimasti sempre in vetta, con un vantaggio di un massimo di cinque punti e di un minimo di un punto sul Cinisello, che ha fatto un girone di ritorno strepitoso, ottenendo addirittura due punti in più di noi. È stato un avversario meritevole di salire di categoria, però devo dire che alla fine ha vinto la squadra più forte, come abbiamo dimostrato sul campo e nei numeri. Voglio condividere questa vittoria con tutti, dallo staff alla società, dal direttore sportivo ai ragazzi, che mi hanno sempre seguito e hanno avuto una crescita costante e progressiva, sia sotto l’aspetto del gioco, sia a livello di gruppo, perché una squadra può anche essere composta da giocatori forti, ma senza la giusta intesa, con i singoli non si può andare da nessuna parte”.

I ringraziamenti non finiscono qui, ma si estendono anche al di fuori del mondo Codogno: “Per questa vittoria devo ringraziare anche Beppe Sannino, un mio caro amico – anzi, un fratello – a cui ho chiesto consigli per nove mesi, confrontandomi quotidianamente con lui”.

Confronti sicuramente fruttuosi, per una categoria che il tecnico ha sperimentato solamente quattro volte: prima, per due stagioni all’esordio in panchina al Varzi, poi, una decina di anni fa all’Union Calcio, ex Villanterio, con cui aveva ottenuto un’altra promozione diretta. Sulla decisione di passare al Codogno ha inciso enormemente la chiamata ricevuta quest’estate…

“Anche se negli ultimi dieci anni avevo allenato solo Eccellenza e Serie D, ho scelto di accettare questo incarico perché me l’ha proposto Giampaolo (Calzi, ndr), che è stato un mio giocatore sul finire della carriera, e che oltre a essere un bravo ragazzo è anche molto preparato nel suo lavoro. Mi sbilancio dicendo che ha davanti a sé un futuro importante come direttore sportivo, anche a livello professionistico, perché conosce benissimo le dinamiche del mondo del calcio e ha tutte le carte in regola per fare un grande salto. Gli auguro di cuore che possa riuscirci, perché per me è come un figlio.

Dopo questo importante traguardo, cosa riserverà il futuro al ds Calzi e allo stesso mister Tassi? Parlarne ora è prematuro, ma la consapevolezza e il ricordo del percorso compiuto resteranno un punto di partenza importante. “Ora bisogna solo pensare a festeggiare – conclude il tecnico –. Tutti noi avevamo un obiettivo e siamo riusciti a raggiungerlo: riportare il Codogno nella categoria in cui merita di stare”.

Silvia Alabardi

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