Finisce la stagione del Varese e Corrado Cotta si toglie qualche sassolino anche se, dopo la vittoria per 1-0 del Vado sul suo Varese, il tecnico inizia dall’applauso dell’Ossola alla squadra: “I complimenti vanno ai ragazzi perché fin dal primo giorno questo gruppo ha dimostrato tanta serietà ed è giusto che i tifosi, che ringrazio a mia volta, rendano omaggio. Ho sentito fare anche il mio nome, e questo fa piacere, ma non mi sono andate giù certe critiche “geografiche” perché più volte mi son sentito dare del comasco di m… Io faccio il mio lavoro con il massimo della serietà e del rispetto, credo che sia il minimo pretendere lo stesso“.

La partita? Nel calcio vince chi segna. Il Vado è stato più bravo di noi da questo punto di vista e, anche se ci abbiamo provato fino alla fine la vittoria è andata a loro. Futuro? Presto parlerò con la società: se ci saranno i presupposti per proseguire insieme non avrò problemi a risposare il progetto così come, in caso contrario, a ringraziare. Io a Varese mi sono trovato benissimo con tutti, società, giocatori, tifosi e stampa: grazie a tutti per la stagione“.

Dello stesso avviso capitan Vitofrancesco: “L’applauso finale è stato bello perché ci hanno sostenuto per tutto l’anno e credo che abbiano visto in questa squadra ciò che ho sempre chiesto ai miei compagni: attaccamento alla maglia. Abbiamo perso contro una squadra molto quadrata, accettiamo il verdetto del campo. Futuro? Questo è un gruppo forte e, a prescindere che ci sia io oppure no, spero che la società tenga queste basi. Se ci fosse la possibilità mi piacerebbe rimanere“.

Soddisfatto, e non potrebbe essere altrimenti, Marcello Cottafava per la vittoria del suo Vado: “Ci siamo meritati questo risultato e l’abbiamo fatto con la prestazione giusta: sapevamo che potevamo solo vincere e, com’era logico aspettarsi, in alcuni momenti abbiamo sofferto contro una grande squadra. Aver raggiunto i playoff dimostra tutta la voglia di questo gruppo e, indipendentemente da come andrà domenica prossima, sono soddisfatto del percorso compiuto”.

Matteo Carraro

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