
La brutta prestazione contro l’Alleghe è forse stato il punto più basso toccato dai Mastini nell’ultimo biennio, ma l’eclatante risposta giallonera ha dimostrato il valore di questa squadra: successo casalingo contro i campioni in carica del Pergine, trasferta vittoriosa sul sempre difficile ghiaccio di Appiano e, soprattutto, trionfo ai rigori contro l’invincibile Caldaro. Il girone d’andata varesino si è chiuso con un clamoroso crescendo a livello di gioco e fiducia (con l’augurio che l’infortunio al ginocchio di Marcello Borghi possa essere meno grave del previsto), il miglior modo possibile per rilanciarsi in vista delle ultime 12 partite di regular season.
“A maggior ragione ora ci vuole equilibrio – sentenzia il direttore sportivo e vicepresidente giallonero Matteo Malfatti – perché non eravamo brocchi prima e non siamo fenomeni adesso. Sicuramente abbiamo acquisito consapevolezza, sappiamo di essere sulla strada giusta, ma sappiamo anche che coppe e campionati non si vincono ora: spiace aver perso punti per strada ma, Aosta a parte, abbiamo vinto contro le più forti e questi successi credo rappresentino una bella risposta nei confronti di chi, per mille motivi, dubitava di noi. Capiamo i tifosi, ma quando perdiamo siamo i primi ad esser scontenti: sappiamo che purtroppo la sconfitta fa parte dello sport e di conseguenza lavoriamo per fare in modo che ciò non si ripeta”.
Pergine, Appiano e Caldaro: tre risposte di tutto rispetto arrivate anche e soprattutto grazie al lavoro di coach Gaber Glavic.
“Fin dal principio avevo detto che bisognava dare tempo a Gaber e ad oggi posso dire che è proprio lui la nostra certezza. Dopo due mesi ha portato a termine il suo percorso per imparare pregi e difetti di ogni giocatore, conoscendoli prima di tutto come persone: sa sempre cosa fare e non ha paura a prendere decisioni forti. Puoi vincere o perdere, ma con un allenatore come lui sai che i risultati arriveranno e il processo non può concretizzarsi dall’oggi al domani. Oltretutto i risultati più importanti arrivano dalla metodologia di allenamento dentro e fuori dal ghiaccio che, ne sono certo, darà frutti sempre più evidenti”.
Da buon portiere, Glavic ha predisposto anche una precisa gestione dei goalie.
“La dualità dei portieri è una questione che riguarda esclusivamente il coach e il preparatore Bertin: si confrontano sempre, anche con i ragazzi, sui rispettivi pregi e difetti, orientando il lavoro al miglioramento di entrambi. Perla è un super giocatore che ci ha fatto vincere tante partite e in questi momenti sta dimostrando la giusta maturità: non si abbatte e, anzi, trova stimoli per risultare ancor più determinate. Su Matonti non avevamo dubbi e sta dimostrando che il valore di un giocatore trascende la carta d’identità, a maggior ragione con un allenatore come Glavic”.
Nelle prime 12 partite sono purtroppo arrivati tanti infortuni: come ne sono usciti i Mastini?
“Direi bene. Al netto dell’ovvio dispiacere per aver perso in alcune partite giocatori davvero importanti, credo che molti altri si siano responsabilizzati. A maggior ragione ora siamo convinti di questo gruppo e nutriamo piena fiducia nella nostra squadra. Di conseguenza tendo ad escludere soluzioni esterne, anche perché molti ragazzi possono dare ancora di più e stanno arrivando le partite giuste per dimostrarlo”.
Almeno un innesto, però, ci sarà.
“Luca Basile Gonzalez rappresenta una bella eccezione e arriverà qui grazie ad una concomitanza particolare di fattori. Per chi non lo sapesse è figlio di Luciano Basile, coach italo-canadese che ha allenato anche i Mastini negli anni ’90, e verrà qui per un tryout mercoledì prossimo: è un giocatore eclettico, classe ’02, adattabile in più ruoli sia in attacco che in difesa, e potrà darci una grossa mano. Eventuali altri rinforzi seguiranno sempre questa logica, a meno che non si tratti di profili fuori scala in grado di alzare esponenzialmente il livello. Non è che non vogliamo spendere, come purtroppo ho sentito dire, ma non vogliamo buttare soldi inutilmente: per venire a Varese un giocatore deve esser funzionale al nostro progetto”.
Quali sono le aspettative per il girone di ritorno?
“Di proseguire il trend di crescita. La metodologia di allenamento off-ice è sempre più metabolizzata dai giocatori e stiamo iniziando a raccoglierne i frutti, per quanto l’asticella debba esser sempre più alzata. Se nel girone d’andata abbiamo giocato quasi tutti i turni infrasettimanali in trasferta, nel girone di ritorno li avremo in casa ed è un aspetto che potrebbe fare la differenza: andremo a tagliare i lunghi viaggi che, contestualmente a infortuni e impegni lavorativi, in settimana finiscono per avere un bel peso specifico”.
Qual è, invece, l’impressione generale sul campionato fin qui?
“Caldaro è senza dubbio un’ottima squadra, che puoi battere in una partita secca ma che sarà complicatissima da affrontare in una serie. Aosta e Feltre sono i due team che mi hanno impressionato di più: sono squadre che non vanno fatte giocare, proprio come vuole la filosofia di Glavic e, al di là dei risultati differenti, lo abbiamo fatto egregiamente. Con un pizzico di bravura e fortuna in più avremmo potuto tranquillamente avere nove punti in più, ma in un percorso di crescita queste sconfitte vanno accettate. Ho avuto un’ottima impressione anche dal Valpellice, una squadra giovane e qualitativa, che però credo possa rallentare alla lunga. Di certo noi ce la giochiamo con tutti, abbiamo dimostrato che anche il Caldaro è battibile, e dobbiamo proseguire per la nostra strada”.
Matteo Carraro