Sono passati una dozzina di giorni da quella maledetta, e piovosa, serata bergamasca del 23 maggio scorso che ormai è diventata storia. Quella maledetta serata che, fradicia di una pioggia acida, ha segnato in modo beffardo il destino del Basket Sangiorgese entrando a far parte delle pagine infelici della storia cestistica di Luca di Gregorio, coach di Sangiorgese.

Il 23 maggio è la serata in cui la squadra di San Giorgio dopo aver dominato in lungo e in largo la stagione cede, suo malgrado, il passo a Bergamo BasketBall 14 perdendo 63-61 anche gara-2 di semifinale che dopo il 62-67 di gara-1 significa solo una cosa: stagione finita. Ma il rammarico e un profondo il dispiacere per come si è conclusa una stagione comunque brillantissima, ben 30 le giornate da capoclassifica, restano e coach Di Gregorio, in attesa di novità sul suo conto, ripercorre gli ultimi passi, certamente crudeli.

“Lo avete già detto voi: abbiamo dominato la stagione, direi in modo netto e solare per 30 settimane ma – commenta in tono amaro il tecnico bluarancio -, purtroppo siamo arrivati alle battute decisive con una squadra incerottata e rimpicciolita nei suoi valori tecnici e fisici. In questa veste ci siamo presentati alla palestra Italcementi di Bergamo per giocarci gara-2 con il vistoso handicap dell’assenza di Sebastiano Bianchi, le condizioni fisiche a dir poco traballanti di capitan Francesco Toso che ha riportato un serio infortunio alla caviglia nell’allenamento di rifinitura del giorno prima, di Alessandro Esposito che ha accusato un riacutizzarsi dei suoi annosi problemi tendinei e, non ultimo, anche di Tommaso Carnovali che è sceso in campo claudicante. Così, abbiamo affrontato la partita più importante dell’anno con la batteria dei lunghi ridotta ai minimi termini e il solo Riccardo Venier a fare presenza importante sotto i tabelloni. Non a caso Venier è stato decisamente il migliore dei nostri ma, come comprensibile, non poteva certo fare miracoli”.

“Per tutte queste ragioni – prosegue Di Gregorio – credo che la squadra abbia prodotto il massimo possibile buttando sul parquet tutto quello che aveva  e probabilmente anche qualcosa di più contro una formazione come BB14 che, invece, proprio sul piano fisico e atletico è arrivata alla serie in condizioni smaglianti. Al netto di tutto ciò non ho nulla da rimproverare ai miei ragazzi che si sono battuti con grandissima carica agonistica reggendo fino all’ultimo possesso un confronto oggettivamente impari. La cronaca stessa di gara-2 dice che abbiamo cercato di stringere i denti e restare sempre attaccati alla partita inventandoci assetti tattici a dir poco inconsueti e, comunque, alla fine siamo stati puniti solo dal canestro-prodezza  segnalato da Gallizzi a un secondo dal termine. Insomma: ritengo che ragioni per covare del rammarico e tanto, tanto disappunto ce ne siano a bizzeffe”.

Una conclusione di stagione a dir poco amarissima…
“Esatto: un addio alla stagione prematuro e lacerante perché dopo un’annata dominata nei numeri di classifica e nella concretezza del gioco non meritavamo di uscire a causa di eventi fuori controllo come gli infortuni”.

Se parliamo di infortuni dobbiamo, per forza, fare accenno a quello assolutamente devastante capitato a Sebastiano Bianchi, giusto?
“Giustissimo. L’uscita di scena di Seba ha avuto effetti negativi sotto tutti i punti di vista. Perso Bianchi, abbiamo perso tanto della nostra pericolosità e profondità offensiva perchè Sebastiano, oltre a esercitare il ruolo di giocatore-certezza a rimbalzo, ci permetteva di attaccare bene l’area, di punire i cambi difensivi e di avere una presenza fisica difficile da contrastare per i nostri avversari. Senza di lui e con Esposito e Toso a mezzo servizio, Bergamo ha comprensibilmente alzato le barricate dentro l’area costringendoci a giocare un basket troppo perimetrale e, nella circostanza, il pessimo 6 su 30 da 3 di gara-2 a Bergamo si è tramutato per noi in un “boomerang” micidiale”.

Adesso, a bocce ferme, che succede?
“Succede che, come ho già dichiarato pubblicamente, mi prendo tutte le responsabilità per non aver centrato l’obiettivo stabilito che, come noto, era quello della promozione in BNazionale. Aver mancato il traguardo non cancella però tutto il buono e la “semina” di una stagione tutta spesa ad altissimo livello. Pertanto, attendo con serenità le decisioni dei dirigenti del club che, per quanto riguarda il mio futuro, dovrebbero arrivare nei prossimi giorni”.

Massimo Turconi

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