Si sono conclusi pochi giorni fa i campionati europei trapiantati e dializzati, andati in scena nella suggestiva cornice della capitale portoghese, Lisbona, da domenica 21 luglio (giornata di inaugurazione dei giochi) a domenica 28 luglio, con la partecipazione di atleti provenienti da oltre venticinque paesi in tutta Europa.
Svariate le discipline coinvolte, da tennis e tennis tavolo a bowling e freccette, da pallavolo e golf a nuoto e atletica, da ciclismo a padel e bocce. Insomma, un teatro variegato e diversificato a cui la delegazione italiana ha partecipato con un gruppo di trentun atleti trapiantati e dializzati, provenienti da tutto lo stivale.

Tra questi, il ventiseienne di Albusciago Gabriele Alzati, che ha collezionato un pokerissimo di medaglie d’argento nelle discipline di atletica, tennis, tennis tavolo, lancio della palla e freccette, oltre alla sua quarta medaglia d’oro nella pallavolo, sport con cui ha uno strettissimo legame nella vita di tutti i giorni sia in qualità di giocatore che di arbitro FIPAV. È questo il quarto successo su quattro per il giovane varesotto, che insieme ai suoi compagni era già salito sul gradino più alto del podio al Mondiale di Newcastle del 2019, all’Europeo di Oxford del 2022 e al Mondiale di Perth del 2023. Una striscia positiva che dà continuità ai traguardi raggiunti dagli Azzurri, che complessivamente sono rincasati dalla penisola iberica con un ricco bottino di ventisei ori, quindici argenti e nove bronzi.

Quattro ori al collo in cinque anni, nello sport che più ami. Cosa puoi dirci di questo successo?
“Ormai dobbiamo mantenere alte le nostre ambizioni, anche perché per ora non abbiamo mai avuto grossi problemi a confermare il primato. Purtroppo a livello internazionale non ci sono squadre che ci mettano più di tanto in difficoltà, anche se chiaramente queste manifestazioni sono un mondo a sé, dato che ci sono tanti fattori che influiscono sulla partecipazione degli atleti, come disponibilità economiche, impegni lavorativi, vicinanza della meta. Sicuramente ci aspetterà una prova più ardua al mondiale del prossimo agosto a Dresda, che per la sua posizione al centro dell’Europa sarà una destinazione più comoda per tutti”.

Oltre alla pallavolo, hai partecipato a diverse competizioni. Ti piace questo approccio multidisciplinare? E quale medaglia ti ha dato più soddisfazione?
“Il bello di questa organizzazione in stile olimpiade è che gli atleti hanno a disposizione più opportunità per provare a salire sul podio. Alle mie prime partecipazioni mi ero concentrato esclusivamente sul mio sport, la pallavolo; l’anno scorso in Australia mi ero cimentato anche in altro, ma con scarsi risultati (ride, ndr), mentre stavolta mi ero preparato diversamente. Negli sport individuali, dopotutto, il livello comincia ad alzarsi, perché spesso gli avversari sono ex giocatori di un particolare sport. Con le freccette mi allenavo a casa, per il tennis tavolo ho giocato per qualche mese in un’associazione sportiva, il tennis lo pratico spesso con gli amici a livello amatoriale, mentre per quanto riguarda l’atletica sono avvantaggiato dalla condizione fisica. Le medaglie più belle ovviamente sono quelle più sudate. Tra tutte sono molto contento per quella nel tennis, uno sport che mi piace parecchio e che ho intenzione di approfondire in futuro. Oltre all’incredibile scenario del centro sportivo Oeiras, sede anche degli ATP Challenger 125, la competizione era alta perché per la mia categoria, dai 18 ai 29 anni, era stata unita per una questione di numeri con quella superiore, quindi abbiamo gareggiato tutti negli under 40. E nei 200 metri, quel decimo di secondo dal primo posto me lo ricorderò per sempre…”.

Così come il titolo di terzo miglior atleta della manifestazione… Come funziona la selezione?
“Al termine della settimana, ogni team ha proposto i due migliori candidati – un atleta maschio e un’atleta femmina – della propria delegazione, e la Federazione ha poi scelto il vincitore tra tutte le nazioni, in base alla categoria. Ha vinto un ragazzo ungherese con più ori di me, ma sono contento di essere arrivato sul podio”.

Una manifestazione di tale portata è un palcoscenico importante ma anche l’occasione per rafforzare lo spirito di squadra. Cosa puoi raccontarci della numerosa delegazione italiana?
“Dopo il record di ventitré medaglie all’europeo di Oxford, quest’anno abbiamo più che raddoppiato i nostri numeri conquistandone cinquanta. Tenendo conto che dei trentun atleti della nostra delegazione parecchi erano iscritti solo alla pallavolo, il rapporto medaglie-partecipanti è stato decisamente alto”.

Dopo questa esperienza, quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti sportivi?
“Continuerò con la pallavolo e per quanto riguarda l’associazione trapiantati avremo alcuni incontri tra settembre e ottobre e altri in fase di programmazione. Il 4-5-6 ottobre sarò a Roma per i giochi nazionali, dove sfrutterò ancora i miei cinque gettoni nelle discipline individuali”.

E proprio a Roma sei già stato molto di recente per un’esperienza che non capita tutti i giorni…
“Prima di partire per Lisbona ho partecipato insieme ad altri atleti della delegazione italiana a una conferenza stampa al Campidoglio, in cui ci è stata offerta la possibilità di rivederci dopo l’europeo e magari incontrare il presidente Mattarella per mostrargli le medaglie. Vivere questa esperienza sarebbe un vero onore e ci riempirebbe di orgoglio, oltre al fatto che per noi sarebbe estremamente importante ottenere più visibilità a livello nazionale. Con cinquanta medaglie conquistate in questi giochi europei, siamo certi che il CONI porrà presto maggiore attenzione al nostro movimento, come ci è stato promesso dalla sua delegata. Chiaro che il fulcro della nostra attività di sensibilizzazione resta il concetto del “dono” e che dopo essere sopravvissuti a un trapianto qualsiasi risultato ottenuto è una vittoria, ma se un giorno raggiugessimo questo nostro obiettivo, ovvero ottenere il riconoscimento del CONI, l’intera associazione ne beneficerebbe, anche in termini di traguardi sportivi”.

Silvia Alabardi

LA FOTOGALLERY DELLA MANIFESTAZIONE

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