L’avevamo conosciuta tre stagioni fa quando, non senza sorpresa, ce l’eravamo ritrovata nel girone A di Prima Categoria, poi un playout vinto con il Cantello Belfortese, ed il ritorno nei gironi comaschi fino ad agosto 2024, quando la “sorte” o più semplicemente il Comitato Regionale Lombardo, ha di nuovo mescolato le carte: eccola qui la Faloppiese Olgiate Ronago. Ma non è tutto perché nella rosa di questo club c’è un’altra vecchia conoscenza dei gironi varesotti, ovvero Matteo Candolini.
Il difensore classe ’90, che ha girovagato categorie e stadi di mezza Italia (con un paio di puntate anche all’estero), ha deciso di sposare la causa del suo paese d’origine, Olgiate Comasco, per dare man forte ad un progetto entusiasta ed ambizioso. Ma al di là di quello che è stato e quello che sarà, c’è un presente tutto da vivere, con il team comasco che occupa la 5ª posizione grazie ai 9 punti conquistati e che vuole fare un percorso importante.
“Lo scorso anno dopo Sagnino sono arrivato qui ad Olgiate, il mio paese, il mio primo punto di riferimento calcistico dove ho tirato i primi calci al pallone, ho fatto da dicembre in poi e siamo riusciti a vincere con largo anticipo il campionato di Seconda, ci siamo presi una bella soddisfazione, è stata una grande gioia“.
Come ti è sembrato quest’avvio di campionato?
“Da neopromossa posso dire che stiamo facendo bene, non ci aspettavamo un avvio così nonostante il cambio di categoria, io ho una carriera alle spalle che mi ha portato anche su altri palcoscenici, ma per tanti di questi ragazzi è la prima esperienza in questo campionato, l’obiettivo ovviamente è salvarsi ma io non sono uno che si accontenta e dico salvarsi il prima possibile e poi vedere che succede, vogliamo stare nella colonna di sinistra e per come vedo io la squadra possiamo farcela, diciamo che conoscendo poco di questo girone potremmo essere la mina vagante“.
In questo mese o poco più che impressione ti ha fatto il girone A di Prima Categoria? Lo conoscevi già?
“Sono stato fuori per 3 settimane causa distorsione, perciò qualche partita l’ho vista da fuori, devi dire che delle squadre incontrate fino ad oggi la Valceresio è quella che mi ha sorpreso di più, con ottimi giocatori, è stata una partita in cui loro sono rimasti in dieci subito e noi non ne abbiamo approfittato, poi anche noi siamo rimasti in dieci e alla fine è venuto fuori un pareggio, sono convinto che staranno in alto, poi abbiamo affrontato il Tradate, un’altra squadra sulla carta forte ma lì siamo stati bravi a sfruttare le occasioni, cosa che invece non hanno fatto loro, in generale non conosco queste squadre, qualcuna solo di nome, conosco un po’ il Cantello perché ci ha giocato mio fratello quando erano in Seconda, ma credo che a parte, appunto, il Cantello ed il Gallarate primo in classifica, per il resto è un campionato livellato“.
Quali sono le caratteristiche della tua squadra? E gli obiettivi?
“Questa squadra nasce dalla fusione tra Pro Olgiate e Faloppiese Ronago, la società investe nei modi giusti e in maniera consona rispetto alla categoria, ci sono giovani di qualità che stanno ponendo le basi della loro carriera, ma soprattutto c’è un bel gruppo nato lo scorso anno che si sta consolidando, l’obiettivo, come ho detto, è la salvezza il prima possibile, ma io qui mi sbilancio e dico che possiamo fare di più“. ,
Tu, invece, che hai calcato anche campi di tutt’altro livello, come mai hai scelto questo progetto? E che traguardi ti sei prefissato?
“Sono qui perché appunto è la squadra del mio paese e gli devo qualcosa, trovo giusto ridar loro ciò che mi hanno dato da piccolo, sto mettendo a disposizione il mio tempo, la mia esperienza, la mia voglia di divertirmi ancora, mi piace essere un punto di riferimento per i più giovani, alla loro età non è facile rubare dai più grandi perché la testa di un 18enne è diversa, io ci sono passato e so cosa vuol dire, ma spero e mi piace sapere che mi prendano come esempio, nel calcio può succedere di tutto ed io ne ho viste tante, ma sono comunque nella parte finale della mia carriera e mi fa doppiamente piacere mettermi a disposizione di questa realtà“. “Anche perché – prosegue Candolini – io sono massoterapista e sto studiando da fisioterapista, collaboro con questa società anche da quel punto di vista, e devo dire che è una realtà che mi piace molto“.
Come ti trovi con mister Trunetti e con il suo staff?
“È un allenatore affiancato da mister Guzzetti, il suo secondo, molto preparato, ti fa usare molta palla anche negli allenamenti, non è da tutti questa cosa perché tanti tecnici non capiscono che a questi livelli ti presenti al campo dopo 8 ore di lavoro e tutto ciò che vuoi fare è essere leggero, divertirti, certo con un senso, una logica, preparando bene la gara della domenica, ma senza ossessioni, devo dire che questo mister sposa a pieno questa filosofia“.
Pensi al tuo futuro? Dove ti porterà ancora?
“Penso a godermi questi momenti, ogni allenamento, ogni partita, non si sa mai nel calcio, è vero, la voglia e gli stimoli non mi mancano, sto studiando da fisioterapista e il mio futuro lo vedo nel campo della fisioterapia sportiva. Allenatore? Non mi ci vedo, non ho pazienza né con i grandi né con i piccoli, un mister poi non stacca mai e non fa per me, poi magari un giorno provo e cambio idea, ma al momento direi di no“.
Domenica arriva tra le mura amiche la France Sport, che partita ti aspetti?
“Sono una squadra che è stata ripescata all’ultimo ma questo non significa che non siano pronti per la categoria, in campo poi è un’altra cosa, ad oggi hanno 6 punti quindi qualcosa hanno fatto, giocheremo sul nostro sintetico e da questa settimana sarà sempre il nostro campo, non abbiamo scuse, non pensiamo tanto agli altri quanto di più a noi stessi, scenderemo in campo, come sempre, con la voglia di dimostrare il nostro valore“.
La schedina di Matteo Candolini
Cas – Gorla Minore X
Arsaghese – Tradate Abbiate 2
Gallarate – Folgore Legnano 1
Marnate Gorla – Sommese 1
Garbagnate – Antoniana X
San Michele – Cantello Belfortese 2
Union Villa Cassano – Valceresio 2
Manca Faloppiese Ronago – France Sport. “Non te lo dico nemmeno sotto tortura, sono troppo scaramantico“.
Mariella Lamonica