Successo importantissimo per il Varese che piega la Lavagnese 1-0 a domicilio e ritrova tre punti da un valore specifico clamoroso. Una vittoria di rabbia, passione e… qualità, come precisa Roberto Floris: “Nel primo tempo abbiamo mosso bene la palla, creando superiorità sugli esterni e costruendo i presupposti per il gol. Certo è che l’infortunio di Stampi è la nota negativa di giornata, altrimenti sarebbe stata una domenica perfetta: l’augurio è che non sia nulla di grave, aspettiamo per dare valutazioni. Questa vittoria arriva dopo due pareggi in cui la proprietà ha dimostrato esperienza, standoci vicina senza mettere pressioni; lo stesso hanno fatto i tifosi, che ci hanno dato enorme fiducia, e questa vittoria è per loro“.

Primo clean sheet in trasferta e vittoria importantissima che Lorenzo Piras si gode con un gran sorriso: “Sapevamo che sarebbe stata durissima, ma l’abbiamo preparata bene in settimana e ne abbiamo raccolto i frutti. Ci voleva un clean sheet in trasferta: paradossalmente queste sono le partite più difficili per un portiere, perché sono stato chiamato in causa poche volte, ma la soglia dell’attenzione deve sempre essere massima. Spiace per Stampi, speriamo che non sia nulla di grave. Ferrari? Per me è speciale, ci supportiamo sempre ed è stato bellissimo vederlo correre verso di me“.

Non perde il sorriso, ma la quarta sconfitta consecutiva non può far star tranquillo Giorgio Roselli: “Quella di oggi è forse stata la nostra miglior partita, ragion per cui spiace ancor di più per il risultato. Oggi non mi è piaciuto l’arbitro: accetto gli errori, ma una serie di decisioni sistematiche non mi sono andate giù. Dispiace per i ragazzi, ma chiudo qui la polemica e pensiamo a noi stessi perché abbiamo le possibilità per uscire da questa situazione. Il Varese? I tifosi si ricordano sempre di me, e questa piazza continua a restare nel mio cuore: tolta la Lavagnese tifo Varese. Mi spiace affrontarla perché è davvero forte (ride, ndr), ma quando sento Varese mi vengono sempre in mente ricordi bellissimi“.

Matteo Carraro

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