Se le ambizioni della Pro Palazzolo sono ben note, la vittoria della Varesina per 3-2 sulla corazzata bresciana assomiglia ad una dichiarazione d’intenti. L’umiltà è però prerogativa fondante delle Fenici (i proclami vengono lasciati agli altri) e, archiviata la prima giornata, l’unico obiettivo è guardare alla prima trasferta stagionale sul campo dell’Arconatese in programma domenica prossima.

Pensiero ribadito con forza da Francesco Mapelli, portavoce dello spirito di squadra con il suo solito gran sorriso che da ieri, in attesa della prossima sfida, ha preso il posto di quel ghigno di pura concentrazione e sana rabbia agonistica. “Siamo contenti di aver iniziato con il piede giusto – esordisce il difensore classe ’96 – e ci siamo goduti un bel lunedì, ma da ieri siamo tornati al lavoro con ancor più determinazione perché, a conti fatti, abbiamo solo vinto una partita”.

L’avete fatto coronando una grande prestazione e, visto l’avversario, la vittoria assume un certo rilievo.
“Vincere è sempre importante. Domenica siamo partiti bene tenendo un buon livello di gioco e creando tanto, come sappiamo fare, e abbiamo subito indirizzato la partita nella nostra direzione. Nella ripresa siamo calati un po’ sia per il valore degli avversari che per il tempo; abbassandoci troppo sono arrivati i due rigori, mi permetto di ritenere il primo alquanto dubbio, ma non abbiamo mai mollato e i tre punti sono più che meritati”.

Come hai visto la Pro Palazzolo?
“Parliamo di una squadra forte, ben organizzata e completa, costruita per un campionato di vertice con gente abituata a giocare in ben altre categorie; credo che ieri in molti fossero al debutto in Serie D. Noi, però, l’abbiamo preparata al meglio”.

Ad oggi chi è la squadra che ti intriga di più?
“Ce ne sono diverse, ma se devo sceglierne una sono curioso di affrontare il Desenzano: insieme alla Pro Palazzolo è la maggior indiziata per stare lassù e affrontare giocatori così forti dà tanti stimoli. In generale, però, sono tante le squadre da tener d’occhio e, giusto per fare un nome, tra queste c’è l’Arconatese”.

E la Varesina dove si colloca?
“Questo lo scopriremo solo andando avanti, giorno dopo giorno. Al momento posso dire che siamo un’ottima squadra con tanti margini di crescita: il gruppo è unito, fatto di persone serie che hanno voglia di lavorare e migliorarsi, e c’è quel sano spirito di competizione che è indispensabile per tenere l’asticella sempre al massimo. Qui a Venegono c’è tutto per far bene”.

Ed è per questo che sei alla Varesina?
“Conoscevo già la società e le persone che ne fanno parte: in passato ci sono stati parecchi contatti, ma le nostre strade non si erano mai incrociate. Quest’anno era il momento giusto: volevo una piazza seria, che valuta le persone ancor prima dei giocatori e che avesse l’ambizione di crescere. Qui so di aver trovato ciò che stavo cercando. Il mio obiettivo? Giocare il più possibile e dare il mio contributo soprattutto ai giovani. Ce ne sono tanti e davvero promettenti che arrivano da vivai importanti, ma giocare in Serie D è diverso; la cosa che mi fa piacere è vederli tutti disponibili, propositivi e desiderosi di migliorare”.

Facendo un passo indietro, apriamo il capitolo derby: che partita è stata per te all’Ossola?
“Una partita tosta, condizionata da tanti fattori come caldo e terreno di gioco disastroso: noi abbiamo provato a fare il nostro calcio, anche se non siamo riusciti a esprimerlo come contro la Pro Palazzolo e i meriti vanno a tal proposito dati al Varese perché è una squadra davvero forte. La sconfitta è stata dura da digerire, ma abbiamo analizzato la partita e capito gli aspetti su cui dovevamo migliorare. Al netto di tutto, per me è stata una sfida particolare: tornare all’Ossola mi ha evocato bellissimi ricordi ed emozioni perché in biancorosso ho vissuto momenti indimenticabili. Mi è spiaciuto vedere i distinti chiusi: sicuramente è bello rivedere la Curva, anche se il loro posto non è in tribuna”.

A proposito di pubblico, un aspetto spesso sottolineato da mister Spilli è l’importanza di trovare stimoli che determinate piazze possono trovare dalla tifoseria. La domanda è, pertanto duplice: quali sono gli stimoli che dovete trovare quest’anno? Ci sono le possibilità per aumentare l’affluenza a Venegono?
“Io credo che in questo lavoro ognuno debba trovare in primis degli stimoli all’interno di sé: porsi l’obiettivo di migliorare rispetto all’annata precedente, all’ultima partita giocata o anche solo all’allenamento del giorno prima è fondamentale. Se uno non ha questo fuoco dentro vuol dire che qualcosa non va. Sul pubblico la premessa da fare è che la Varesina è una società ancora giovane, ma chiunque è ben consapevole delle referenze positive di cui gode: quest’anno ci sono state più presentazioni, cito ad esempio quella del September Fest di Venegono dove abbiamo avuto a che fare con tantissime persone, e i feedback sono sempre stati positivi. Poi, ovviamente, contano i risultati e l’augurio è che attraverso questi si possa arrivare ad abbracciare sempre più pubblico”.

Parlando di risultati, chiudiamo con un focus sull’Arconatese: a maggior ragione alla luce del loro avvio sottotono (doppia sconfitta, 3-0 contro il Club Milano in Coppa Italia e 4-1 sul campo del Sant’Angelo, ndr), che partita ti aspetti?
“Una partita difficile, come tutte, perché di semplice non c’è nulla, a maggior ragione in questo girone. Malgrado l’inizio di stagione, l’Arconatese resta una squadra forte con giocatori di categoria: noi dovremo essere bravi ad approfittare delle loro attuali difficoltà senza dargli la possibilità di risollevarsi. Esattamente come domenica scorsa dovremo scendere in campo con il giusto atteggiamento”.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui