È successo per davvero e crederlo è stato ancora più difficile che toccarlo con mano, anche perché per toccarlo con mano bisognerà aspettare la Coppa o la prima giornata di campo, o forse perché non c’è stata una vera e propria festa, seppur il traguardo sia stato raggiunto, a testa alta, e dopo una grande percorso.
La riflessione tocca al numero uno della società, il presidente Graziano Saporiti, il primo tifoso a tinte biancorosse, che dopo una stagione lunghissima ed estenuante e dopo essersi buttato a capofitto nella costruzione della prossima annata, ora può finalmente tirare un sospiro di sollievo in attesa che tutto ricominci. “Finalmente possiamo fermarci un attimo e ad analizzare quello che è stato, ma soprattutto guardare avanti e goderci a pieno il traguardo raggiunto, se non altro perché guardare avanti significa vedere che la C1 è lì ad aspettarci e che la affronteremo per la prima volta nella nostra storia”.
“Rincorrevamo quest’obiettivo da 3/4 anni, non è stato facile, e soprattutto ci siamo presentati al via dopo una stagione negativa in cui non avevamo fatto nemmeno i playoff, a questo aggiungiamoci un’altra partenza così così, poi, però, siamo riusciti a raddrizzare il tiro, facendo delle scelte che hanno pagato ed inserendo un paio di innesti a gennaio che ci hanno dato una grossa mano”.
Una menzione particolare al condottiero numero uno, il tecnico Donato Martino. “È stato un leader, senza se e senza ma, quando un anno fa è tornato qui è perché aveva un conto in sospeso visto che era stato con noi solo nei 4 mesi della stagione 2021/22, quella che ha portato poi ad un’interruzione immediata e forzata causa covid, ed io so di aver riposto grande fiducia in lui e di avergli affidato un pezzo di società, ecco che allora la scelta dell’allenatore è stata fatta insieme, e dopo aver sondato diversi profili ci siamo resi conto che quello più in linea con le nostre aspettative era proprio il suo”. Massima fiducia anche per il salto di categoria: “Abbiamo parlato apertamente, lui se la sente ed io non vedo perché non dovrei fidarmi di lui, in questo primo anno da allenatore ha dimostrato di essere carismatico e credibile, ma soprattutto di saper farsi seguire dai ragazzi, è stata una scelta vincente nonché una delle chiavi per arrivare dove siamo arrivati”.
Ti è spiaciuto non poter gioire sul campo? In fondo questa squadra è in C1 merito di un ripescaggio favorevole, non ha vinto il campionato e non ha vinto i playoff.
“Questa squadra è in C1 perché ha fatto un grande percorso, in primis, poi grazie ad un ripescaggio che ci metteva in posizione favorevole dopo aver vinto la semifinale, però c’è amarezza per non aver concluso come avremmo voluto, è stata una brutta sconfitta, anche perché c’è un detto che dice “Se dobbiamo ballare, balliamo”, e noi contro l’Argonese volevamo certamente ballare e prenderci la gloria sul campo, non è andata così ma alla fine è andata bene lo stesso e non cancella una grande annata”.
C’è una dedica per tutto questo?
“Più che altro un enorme grazie, a tutti i nostri sostenitori, a tutti i nostri sponsor, senza di loro non potremmo fare quello che facciamo, all’amministrazione comunale che è sempre al nostro fianco, allo staff che è stato confermato in toto, da Simone Prisma a Matteo Frigerio, passando per Mavillo Gheller che seppur in maniera marginale dà il suo contributo”.
Andare in Serie C1 comporta dei cambiamenti, anche sotto l’assetto organizzativo, come si sta strutturando la società?
“Abbiamo inserito la figura del direttore sportivo qual è Marco Spadaccino che avrà anche un occhio al campo, e poi abbiamo allestito una rosa, confermando il gruppone dello scorso anno, che potrà dire la sua, per la prima volta partiamo senza obiettivi, parlare di salvezza potrebbe essere riduttivo e di playoff esuberante, ripeto siamo senza un obiettivo vero e proprio se non quello di fare del nostro meglio, sarà tutto da scoprire”.
Preoccupazioni nessuna?
“A dire il vero no. Per me le preoccupazioni nascono quando sento di società che non riescono ad iscriversi al campionato, società che rinunciano, è una sconfitta per il movimento e mi fa capire quanto sia bistrattato questo sport, ci sono meccanismi davvero delicati dietro ogni società ed io so cosa significhi dover incastrare ogni tassello per far sì che tutto funzioni al meglio, non ci sarà mai rivalità o gioia quando apprendo notizie simili, anzi sarà sempre un dispiacere”.
Infine, cosa ti auguri?
“Potrei dire tante cose ma la verità è che mi auguro che questo progetto faccia un altro passo avanti, e poi vediamo che succede”.
Mariella Lamonica