Il puzzle dei Mastini è ormai completo (in aggiunta anche la riconferma di capitan Andrea Vanetti e l’arrivo dell’attaccante classe ’00 Dylan Ghiglione) e mancano giusto quelle due o tre tessere per incorniciarlo in attesa della preparazione pre-season. Il compito di incastrarle spetterà ovviamente al ds e vicepresidente Matteo Malfatti che, all’inizio di luglio, definisce il punto della situazione in casa giallonera: “Quest’anno abbiamo anticipato la costruzione del roster consapevoli di dover migliorare: per ogni giocatore in uscita abbiamo trovato alternative valide e ritengo che ad oggi Varese possa partire da una base piuttosto solida sotto tutti i punti di vista. Abbiamo fatto un incontro con gli sponsor, che sono aumentati del 30% rispetto all’anno scorso, è ciò è sicuramente un aspetto positivo che garantisce un futuro roseo proprio perché l’entusiasmo è sempre crescente”.

“Questo – prosegue Malfatti – ci ha permesso di arrivare con totale tranquillità al terzo anno del nostro progetto, il che non era scontato. Avendo vinto tutto alla prima stagione sapevamo che ripetersi sarebbe stato quasi impossibile: eppure abbiamo vinto la regular season, siamo giunti in semifinale di Coppa Italia e arrivati a Gara6 di finale andando vicini ad un’impresa, pur consapevoli che ci è mancato qualcosina. Le grandi vittorie nascono dalle grandi sconfitte: passata la delusione ci siamo messi al lavoro individuando i nostri punti di forza e i profili da inserire”.

Il primo tassello è stato quello del coach: che tipo di allenatore è Gaber Glavic?
“È un allenatore che pur avendo 42 anni ha già tanta esperienza, e lo dimostra la vittoria in ALPS di due stagioni fa. Mi ha colpito il fatto che, ancor prima di definire un accordo economico, abbia voluto conoscere tutto della nostra realtà al punto che è venuto qui a Varese qualche giorno per conoscerci di persona: ci siamo piaciuti in primis a livello caratteriale, poi hockeysticamente parlando ha dimostrato di avere idee di gioco innovative. In contrapposizione al modello svedese? Non direi: la scuola svedese dà risalto alla zona difensiva, Glavic predilige un gioco più attento a tutte le fasi”.

Le scelte degli stranieri sono state effettuate seguendo questa logica. Iniziamo dall’avvicendamento in difesa tra Naslund-Makinen.
“Credo che Naslund sia stato uno dei migliori stranieri passati in Italia, a livello sportivo e soprattutto umano: abbiamo mantenuto un rapporto bellissimo e lui stesso ci ha ringraziati per la splendida annata che gli ha consentito di tornare in modo importante sul mercato e andare in un campionato più performante del nostro. Di conseguenza ci siamo mossi individuando subito in Makinen il profilo adatto: parliamo di un giocatore che ha una grandissima visione di gioco ed è molto più fantasioso nelle ripartenze, nel creare e iniziare l’azione: abbiamo visto quanto è stato impattante con l’Appiano e riteniamo che nel nostro contesto possa risultare ancor più determinante”.

E Kuronen?
“La scelta di Kuronen nasce dalla logica di creare un asse finlandese particolarmente utile per le dinamiche di gioco. Ci siamo sentiti, il coach si è informato e l’ha contattato direttamente; è bastato poco per l’all-in su di lui, a maggior ragione perché ha già giocato con Makinen instaurando un ottimo rapporto di stima sportiva e personale. Da lui ci aspettiamo tanto: è un giocatore completo che può fare la differenza in tutti i reparti, e non fai 380 partite in Liiga finlandese se non hai le skills giuste in termini di pattinaggio, qualità e visione”.

Passando alla gabbia, qualcuno si è chiesto se Filippo Matonti sia pronto per essere il backup di Perla; qual è il vostro pensiero in merito?
“Dico che Matonti, pur essendo un 2007, ha la personalità e la tecnica per giocare in IHL: sono certo che farà bene e che si ritaglierà il suo spazio, anche perché il coach, che è stato un gran portiere, saprà gestire lui e gli altri alla grande”.

Una veloce panoramica sull’attacco: oltre ai rinnovi dei senatori è tornato un certo Marco Franchini.
“Franchini, con il senno di poi, è quella tipologia di giocatore che ci è mancato perché ha sempre avuto la fantasia, l’istinto del gol e la capacità di spostare gli equilibri nei momenti difficili. Serve un altro colpo in attacco? Siamo al lavoro su alcune piste”.

Come sarà impostata la pre-season?
“Il planning è ben definito e i ragazzi sono di fatto già pronti perché si stanno allenando tantissimo in palestra: dovranno solo entrare sul ghiaccio e dare tutto fin dal primo giorno. Inizieremo con due settimane di doppi allenamenti, poi il 31 agosto, il 7 e il 14 settembre giocheremo delle amichevoli di difficoltà crescente per arrivare pronti all’esordio del 21 settembre in campionato”.

Che campionato sarà?
“Difficile, come ogni anno. L’Aosta sta mettendo su una grandissima squadra e potrebbe già candidarsi ad un ruolo da assoluta protagonista. Il Caldaro resterà come sempre difficile da battere, il Feltre sarà il solito osso duro e il Fiemme si sta muovendo con ottimi acquisti. Il Fassa, pur perdendo i giocatori migliori, avrà comunque tanti giovani abituati ad altre categorie; il Pergine sarà un po’ da scoprire, così come anche le altre. Mi piace comunque pensare a noi stessi e voglio ribadire l’impegno nel portare avanti il progetto di ringiovanimento del roster: abbiamo abbassato l’età media anche in previsione del futuro portandoci avanti nella pianificazione”.

Matteo Carraro

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