Il Varese torna a vincere: i tifosi tornano a sperare. Equazione scontata, ma mai banale perché la distanza dall’Alcione è comunque tanta (10 punti) e i milanesi si sono senza dubbio dimostrati fin qui una squadra più pronta per determinati palcoscenici. In ogni caso domenica la classifica conterà in maniera relativa perché l’importante è vincere, esattamente come fatto ieri tra le mura amiche contro il Borgosesia.

Certo, la vittoria è arrivata dopo una più che discreta sofferenza contro l’ultima della classe e, posto che ogni gara ha storia a sé, per fronteggiare l’Alcione servirà ben altro. Ne sono consapevoli i tifosi, a cominciare da Andrea Catella che bacchetta la squadra: “Inguardabili… specie nel secondo tempo… salvo solo il risultato (comunque fondamentale) ma domenica se si gioca così ne prendiamo 4… vincere o pareggiare contro l’Alcione sarebbe fondamentale perché se arriva poi la penalizzazione… forza Varese!“. Più pragmatici Stefano Pauletto (“Prendi e porta a casa… testa alla prossima“) e Roberto Marasco (“In questo periodo di campionato l’unica cosa che conta sono i tre punti. Me li prendo e scappo a casa. Avanti Varese“).

Matteo Ferrazzano concorda e rilancia la sfida alla capolista: “Contavano solo i 3 punti. Domenica c’è LA partita“. Ettore Segic è forse il più ottimista: “Portiamoci a casa i tre punti, ma la vera partita sarà domenica. La sconfitta a Lavagna è stata un duro colpo, ma la stagione è lunghissima e molto si deciderà contro l’Alcione, perché l’obiettivo è sempre lo stesso. La C“.

Giovanni Mancini, invece, bacchetta i tifosi: “Importante fare punti. Ma diamine anche se c’è una prestazione incolore il pubblico deve incitare i propri colori, altrimenti state a casa e non prendete neanche freddo“. Interessante, in conclusione, la riflessione di Dominique Porcaro: “Naturalmente quando possiamo accorciare le perdiamo. Quando vinciamo vincono anche quelle davanti“. Ed è proprio questo lo step che è mancato al Varese: vincere quando contava davvero farlo. Domenica serviranno i tre punti, così come serviranno la partita seguente e quella dopo ancora. Se basta una timida vittoria sull’ultima della classe per riaccendere la speranza, figuriamoci un successo sulla capolista. Poi si vedrà.

Matteo Carraro

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