Il Saluzzo ha bruscamente riportato il Varese alla realtà: il 2-1 con cui la matricola piemontese ha sbancato l’Ossola condannando i biancorossi alla prima sconfitta stagionale ha fatto capire a tutti (qualora ce ne fosse bisogno) che per vincere un campionato non basta portare un nome sulla maglia, ma bisogna lottare dal primo all’ultimo minuto di qualsiasi partita. Lezione imparata e, al tempo stesso, questa sconfitta non deve certo essere ingigantita perché un passo falso è concesso a tutte le grandi squadre, cosa che anche il Varese vuole diventare.

Di certo, e non potrebbe essere altrimenti, la delusione in casa biancorossa è tanta. La società in primis ha accettato con filosofia l’accaduto celebrando l’iniziativa che ha coinvolto tutto il settore giovanile bosino (sempre più fiore all’occhiello anche e soprattutto in ottica futura). Non a caso Giordano Rattazzi inaugura così il nostro lunedì social: “Bella la definizione ‘si può anche perdere in campo e vincere sugli spalti’. Forza ragazzi, anche perdere fa crescere!”. Filosofia condivisa da Enzo Levato: “A volte bisogna prendere uno schiaffone per rimettersi a posto. Forza Varese”, mentre Mattia Di Maio sprona l’ambiente: “Il campionato è lungo, forza ragazzi. I mezzi per fare bene ci sono. Dai Varese!

Enrico Bellorini si rammarica per l’esito del match: “In rapporto alle occasioni si segna poco, e sembra difficile fare turnover, ma alla fine almeno un pari mi sembra che sarebbe stato meritato”. Non manca, poi, chi guarda già oltre. Lo fanno, ad esempio, Andrea Sallese (“Sempre insieme alla squadra, al mister, al ds e alla società perché sbagliare è fattibile. Da oggi in poi dimostriamo a tutti il nostro valore”) e Francesco Broggini (“Sconfitta inattesa e pesante… ora spetta ai giocatori dimostrare il loro carattere e il loro valore. Nulla è perso, ma ora è un po’ più difficile sognare”).

Andrea Minelli commenta: “Campionato ancora ovviamente lungo, ma già troppi punti buttati soprattutto sapendo che per salire devi vincere il campionato visto che i playoff sono inutili”. Segue l’augurio di Sara Deredita: “Speriamo di non pagare questa sconfitta alla fine, ma noi siamo sempre con voi”. Loris Pisano, invece, non usa mezzi termini: “Chi ha ambizioni di vertice non può buttare via tutti questi punti contro squadre di fondo classifica. Poi alla fine li paghi”.

Tra chi è più pessimista e chi più ottimista, la tifoseria biancorossa è perlopiù unita a sostegno della squadra e molti tifosi concordano in particolar modo su un aspetto non di secondaria importanza: il campo. L’Ossola, con buona pace della storia che un impianto del genere può vantare, è al momento impresentabile: vero che il terreno è lo stesso anche per gli avversari (i quali, comunque, riconoscono le difficoltà nel giocarci), ma una squadra tecnica come il Varese pagherà sempre dazio. Cesare Montorfano difatti sottolinea: “Anche il terreno di gioco ha contribuito ai nostri errori come quello dello sciagurato passaggio sbagliato che ha determinato il ribaltamento con il secondo gol incassato”. Roberto Marasco aggiunge: “Avevo pronosticato nessuna sconfitta all’Ossola, ma con un terreno così mi devo ricredere. Comune, SVEGLIA! Solo chi non fa niente non sbaglia. Sempre vicino a voi, forza ragazzi e forza Varese”.

Con la speranza di avere presto novità in merito, il focus della squadra e dei tifosi si rivolge ad Asti. Nell’infrasettimanale di mercoledì servirà solo reagire per dimostrare che il Varese è una squadra che può ambire al salto di categoria e rispettare il coro della Curva che ha accompagnato i giocatori all’uscita dal campo: “Torneremo in Serie C”.

Matteo Carraro

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