Il miglior attacco è la difesa.

Un detto che sembra calzare tanto a pennello quanto ossimoricamente alla nuova Pallacanestro Varese di coach Herman Mandole. Una delle cose più intriganti e che forse ci saremmo tutti aspettati di meno dall’avvento del tecnico argentino sulla panchina biancorossa, infatti, è una virata così forte a livello di lavoro, attenzione ed importanza, alla fase difensiva, dopo due annate in cui, sotto il segno del Moreyball, la Pallacanestro Varese ha giocato più a segnare un punto in più degli avversari piuttosto che prenderne uno in meno.

Ed è ancora più sorprendente pensare che il coach che proprio nelle ultime due stagioni si è occupato della costruzione ed impostazione della fase offensiva biancorossa stia facendo, in queste prime settimane di lavoro, della difesa il suo manifesto principale. Prima Galbiati, poi Legovich (ancora adesso), la gestione della fase difensiva dei biancorossi nelle ultime due annate non è mai direttamente passata dalle mani di coach Mandole, in una suddivisione del lavoro molto americanizzata, con una chiara divisione dei ruoli anche all’interno dello stesso staff tecnico. Mandole che proprio per questo ha evidentemente avuto modo di osservare ed analizzare, quasi da esterno, le criticità mostrate e che su queste vuole subito andare a lavorare per costruire la sua Varese.

Un concetto, quello della difesa al centro, ribadito a più riprese dal coach argentino durante la conferenza stampa di presentazione nella quale ha addirittura accentuato il concetto parlando di Nico Mannion e della volontà di voler far crescere anche il Red Mamba sotto questo punto di vista. Mannion che è il capitano della squadra, che ne sarà faro e leader indiscusso e che per tali motivi deve anche essere uno dei principali rappresentati di questo “nuovo” modo di interpretare la pallacanestro ai piedi del Sacro Monte.

La difesa quale migliore attacco, però, dicevamo, perché proprio dall’efficacia difensiva, dalla capacità di coinvolgere tutti i giocatori in campo nella lotta a rimbalzo, dal saper ripartire velocemente in transizione passeranno le fortune offensive di una Varese rapida, atletica e dotata di giocatori tecnici ma sicuramente poco incline, per caratteristiche, ad andare a giocare spalle a canestro o a fare a sportellate nel pitturato contro le fisiche difese avversarie che i biancorossi incontreranno in Serie A.

Una scelta che rientra, anche, nella logica della nuova composizione e suddivisione dei compiti all’interno dello staff, con una figura, quella di Legovich, responsabile della difesa, molto più impattante nelle scelte rispetto a quanto non sia solitamente quella di un vice allenatore, anche se poi alla fine l’ultima parola starà sempre a Mandole, che ha deciso di fare della difesa il miglior attacco della sua Pallacanestro Varese ed anche questa è un’altra cosa molto intrigante della nuova squadra che sta nascendo al Campus in questi caldi giorni di agosto.

Alessandro Burin

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