E’ tempo di voti e di pagellone in casa Pallacanestro Varese dopo una stagione chiusa con il terz’ultimo posto in campionato e l’eliminazione in semifinale di FIBA Europe Cup. Questa la seconda parte dei nostri giudizi.

WOLDETENSAE 5

La scelta estiva della società di non farlo capitano, nonostante fosse quasi designato per il ruolo dopo l’addio di Giancarlo Ferrero, è stato psicologicamente un macigno da superare per Tomas, a cui si è aggiunto l’aver perso la titolarità in quintetto e un feeling mai sbocciato con coach Bialaszewski. Una stagione nata male e finita peggio, con l’esterno azzurro relegato più volte in panchina nella seconda parte di un’annata, scelte che hanno chiuso definitivamente la storia d’amore tra Woldetensae e la Pallacanestro Varese. Un’annata in cui Tomas ha giocato fin troppo male per essere davvero lui, ne siamo certi. Buona fortuna per il futuro.

MORETTI 7

Doveva essere l’italiano di riferimento del gruppo e così è stato, si tralasci la figura di Mannion che equivale, come peso economico e tecnico, molto più ad un americano nel basket odierno. Un rendimento abbastanza costante quello di Davide che ha saputo e dovuto trovare il proprio ruolo ed equilibrio prima a fianco di Hanlan e poi di Nico, giocando sia da play che da guardia, mostrando versatilità e, soprattutto nella fase finale di stagione, grande senso di sacrificio al servizio della squadra. Spesso determinante in campo sia a livello di punti segnati che di assist forniti per i compagni, Moretti è diventato anche punto di riferimento per i tifosi al di fuori del parquet, in quello che spesso è parso un primo approccio per la continuità di un rapporto che sarebbe uno dei più importanti punti di partenza per l’anno prossimo.

LIBRIZZI 5.5

Stagione complicatissima quella di Libro, fermato per due volte da un pesantissimo infortunio alla spalla sinistra che ne ha pregiudicato tutta l’annata ed il conseguente rendimento. Partito in sordina, nel momento migliore della sua stagione, in cui aveva ritrovato il campo e la continuità nelle prestazioni, fatte come sempre di grande intensità e voglia, ecco ancora una volta la lussazione della spalla che lo ha messo completamente fuori dai giochi. Il voto non può essere sufficiente e il timore è che l’anno prossimo Libro possa tentare un ulteriore step di crescita ma questa volta lontano da Varese, per trovare maggiore continuità a livello di minutaggio e di crescita in campo.

HANLAN 8.5

E’ stato per metà stagione il baluardo di una Pallacanestro Varese che doveva sopperire a tante falle frutto di una costruzione del roster con i grandi errori Shahid e Cauley-Stein. Un giocatore che da solo, spesso, ha tirato via le castagne dal fuoco per i biancorossi, determinante in tutto e per tutto, in positivo ed in negativo. Un giocatore leader in campo ed eletto tale anche fuori con il ruolo di capitano, che solo l’offerta faraonica del CSKA Mosca ha portato via da Varese. Con Mannion aveva formato una coppia davvero devastante, nelle poche gare giocate assieme avevano portato i biancorossi in una nuova dimensione, molto più competitiva, conquistando 6 punti preziosissimi per la salvezza come quelli di Pesaro, Treviso e Cremona e lasciando il grande rimpianto che con lui, probabilmente, Varese avrebbe un trofeo in più in bacheca e magari si sarebbe anche qualificata, o quanto meno avrebbe seriamente lottato, per un posto playoff.

MCDERMOTT 7.5

Il più europeo degli americani di quest’anno in biancorosso. Un’etichetta che gli è stata appesa dopo le prime due partite nei preliminari di Basketball Champions League e che, a ragione, gli è rimasta attaccata per tutto l’anno. Un giocatore che si è dimostrato, seppur alla prima esperienza lontano dagli USA, già pronto e, per caratteristiche morali e tecniche, dal sicuro affidamento per il basket europeo ed italiano. Tutti motivi che ne hanno contrassegnato una crescita continua durante la stagione e che ora ne mettono in evidente pericolo la permanenza nella Città Giardino.

Besson 6.5

Arrivato per prendere la pesantissima eredità di Hanlan ma con caratteristiche completamente differenti, Hugo si è rivelato un elemento molto prezioso nello scacchiere tattico biancorosso, soprattutto per la sua “diversità” a livello di gioco rispetto ai compagni, quale unico vero incursore tra le fila biancorosse. Scostante nel rendimento, però, è finito pian piano per chiudersi all’interno della sua dimensione, senza riuscire mai realmente a prendersi un ruolo di titolarità nel gruppo, rimanendo sempre nelle retrovie. Un buon giocatore ma insomma, per sostituire degnamente Hanlan, serviva molto di più.

OKEKE N.G.

La felicità per averlo rivisto in campo è la nota migliore che si porta via da questa stagione. La prestazione di Sassari il punto di partenza e la speranza di tutta Varese per un giocatore che deve ritrovare la condizione fisica migliore e anche la stabilità comportamentale giusta, soprattutto fuori dal campo, per riprendersi quanto il pesantissimo infortunio all’anca gli ha tolto negli ultimi anni.

BROWN 7

Il giocatore con più margini di miglioramento ad inizio stagione, ha dimostrato sul campo, allenamento dopo allenamento e partita dopo partita, una crescita importantissima sotto tanti punti di vista: da quello della continuità nelle prestazioni, a quelli tecnici in fase realizzativa e di presenza nella lotta sotto canestro dove, fino all’arrivo di Spencer è stato un fattore determinante per Varese e dall’arrivo del numero 7 in poi, ha sempre dato il suo concreto apporto in una fase di gioco in cui i biancorossi sono spesso andati in difficoltà. Il lavoro a livello difensivo è ancora tanto da fare, per un giocatore che probabilmente sarebbe molto più utile come ala piccola che come ala grande vista la sua fisicità.

Alessandro Burin

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