Due pareggi consecutivi per 0-0 sono un’autentica anomalia in casa Varesina, risultati che comunque non pregiudicano il cammino dei rossoblù nel Girone B di Serie D. L’Ospitaletto si è portato a +2 e nel mezzo si è infilato il Desenzano, ma le Fenici restano saldamente in Top3 e vogliono sfruttare le ultime tre giornate del girone d’andata per regalarsi il miglior Natale possibile.
Augurio condiviso da tutti i protagonisti, in particolar modo da uno che il rossoblù lo sente particolarmente sulla pelle. Giacomo Sali, da dieci anni in Varesina, mira a diventare uno dei punti fermi di questa squadra (e forse lo è già) e l’esterno classe ’04 sa bene di dover alzare il proprio livello per contribuire in maniera ancor più decisiva alla crescita di tutta la squadra. “In queste ultime due partite abbiamo fatto fatica a trovare il gol – commenta Sali – risultando meno lucidi rispetto alle prime uscite in cui trovavamo con più continuità la via del gol. La sfida di domenica è stata complicata dall’espulsione, vero, ma sono più i nostri demeriti: ho avuto un’occasione io e, anche con l’uomo in meno, i presupposti per segnare c’erano. Dobbiamo ritrovare quel cinismo che è sempre stato nostra prerogativa”.
Risultati che possono sembrare negativi ma che hanno ben più di un risvolto positivo, soprattutto se relazionati al percorso della Varesina degli anni scorsi.
“Concordo: sicuramente quest’anno abbiamo una diversa maturità e, soprattutto, maggior equilibrio. Nelle stagioni passate ci facevamo prendere dalla foga di voler vincere, ci sbilanciavamo, e finivamo per perdere. Ovviamente sappiamo bene di non poter vincere ogni partita e in questi casi è importante continuare a muovere la classifica: i punti, anche se pochi, servono sempre. Sarà poi importante non calare nel girone di ritorno”.
Hai parlato di maggior equilibrio: può esser questa la chiave del successo?
“Difficile dirlo ora, ma sicuramente ci sentiamo più pronti. Rispetto all’anno scorso stiamo segnando meno, ma subiamo molte meno reti: proprio questo equilibrio può far la differenza nei momenti più delicati della stagione. Le altre squadre? Il Desenzano è quella che a mio giudizio è più completa, ma vedo davvero tanto equilibrio”.
Se vogliamo trovare una costante con l’anno scorso, purtroppo, dobbiamo aprire il tema infortuni.
“Non siamo fortunati da questo punto di vista, ma le emergenze di rosa, tra infortuni, squalifiche e quant’altro, sono eventualità che vanno messe in conto fin dall’inizio della stagione. Abbiamo dimostrato di avere una squadra completa e forte, abbastanza da sopperire a tali defezioni: chi entra dà lo stesso contributo di chi manca e il nostro rendimento lo dimostra”.
A livello personale come giudichi la tua stagione?
“Al momento non riesco a darmi un giudizio positivo perché ero partito molto bene, trovando anche la via del gol, mentre ora mi sta mancando quella continuità necessaria per raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato. A livello di squadra, invece, sono davvero contento perché in ogni partita dimostriamo la nostra voglia di giocare a calcio e, guardando la classifica, siamo lassù nel gruppone con le altre”.
Hai parlato di obiettivi personali: quali sono?
“Fare tanti gol e tanti assist, molto semplice. Purtroppo, le mie statistiche in questa fase sono un po’ in calo perché pecco di lucidità in alcuni momenti, ma sto lavorando tantissimo per lasciarmi alle spalle questo momento. L’aiuto dei miei compagni? Sicuramente allenarmi e condividere con gente del genere il terreno di gioco è fondamentale per la mia crescita perché ho solo da imparare. Gioco con Marco (Gasparri, ndr) ormai da qualche anno e con lui l’intesa è davvero ottima; a Sindrit (Guri, ndr) piace fare tanti assist e in un’occasione l’ho finalizzato, ma se imparo a muovermi meglio ci saranno tante altre chance. Il mio rammarico più grande è non aver ancora fornito un assist al bomber (Marco Bertoli, ndr) e l’augurio è di sbloccarmi presto. Io mi metto sempre a disposizione della squadra, indipendentemente dal modulo, e voglio dare il mio massimo contributo”.
Sarà banale chiedertelo, ma possiamo dire che la Varesina è un po’ la tua famiglia?
“Assolutamente sì: sono qui da dieci anni e da quattro stagioni sono in orbita Prima Squadra. Non posso che dire grazie a questa società perché mi ha dato l’opportunità di entrare fin da subito nel mondo dei grandi, un aspetto che per la crescita di un giocatore fa la differenza. Con la famiglia Di Caro c’è un bellissimo rapporto, si vede quanto tengono a questa realtà e quanto siano determinati nell’aiutare soprattutto i più giovani a crescere. Qualche ricordo? Nel Settore Giovanile ho sempre vissuto ottime annate, in particolar modo in quella fermata dal Covid stavo segnando tantissimo. Per quanto non l’ho vissuta direttamente, la vittoria in Eccellenza è stata stupenda e, dopo aver vinto matematicamente il campionato, ho anche segnato il mio primo gol contro l’Ardor Lazzate. L’anno dopo, invece, è arrivato anche la prima firma in Serie D contro il Breno. Emozioni che rimarranno per sempre”.
Se dico “Il Treno di Malnate”, cosa ti viene in mente?
“(ride, ndr). Devo riconoscere che è un bel soprannome e mi piace molto sia come suona sia per il fatto che effettivamente riflette un po’ le mie qualità in campo. Come ho detto, penso sempre a dare il massimo, a correre avanti e indietro come un treno per aiutare i compagni, ed è bello sapere che questo mio spirito venga riconosciuto dall’esterno”.
Tre partite per chiudere il 2024: scontro d’alta classifica con la Casatese Merate e poi due sfide insidiose sul modello Castellanzese-Vigasio contro Nuova Sondrio e Magenta. Quale dovrà essere il bilancio?
“Risponderei vincerle tutte, ma credo sia scontato. Un bottino di 7 punti potrebbe essere più che accettabile, ma dipenderà tutto da noi. Molti pensano che il calcio sia una scienza esatta, che la classifica determini automaticamente l’esito di un incontro, ma sappiamo che non è così; anzi, le squadre che devono salvarsi risultano spesso più ostiche delle dirette contendenti. Dovremo scendere in campo con la nostra mentalità, correggendo gli errori delle ultime sfide per tornare a vincere”.
Credi nella vittoria finale?
“Certo che ci credo. Siamo un gruppo forte e se riusciremo a confermarci lassù fino alla fine potremo giocarci le nostre carte. L’obiettivo dichiarato della società è di salire nel prossimo triennio ed è un traguardo che io stesso mi sono prefissato: se dovessimo riuscirci quest’anno tanto di guadagnato, altrimenti le opportunità capiteranno ancora perché questa società ha posto basi solidissime su cui costruire qualcosa di altrettanto importante”.
Matteo Carraro