La doppia faccia della Pallacanestro Varese che basta per superare le due sentenze senz’appello di questa settimana.
La doppia faccia, che permette ai biancorossi di staccare virtualmente il pass per le semifinali di FIBA Europe Cup già nella gara d’andata dei quarti e che le fa fare un bel balzo in avanti nella corsa salvezza.
Quella stessa doppia faccia che poi è il vero limite di questa stagione. Lo è ancor di più dopo l’addio di Hanlan, arrivato nel momento in cui di faccia, la Pallacanestro Varese ne stava trovando solo una e che ora va ritrovata, con tempo e pazienza e che sarà sicuramente diversa, con l’arrivo di Besson.
Tempo e pazienza, però, in questo momento della stagione, non ci sono. C’è solo l’esigenza di vincere, il più delle volte possibile e portare a casa i traguardi stagionali, quanto meno quelli minimi (leggasi salvezza, che poi di minimo ha sempre una parte relativa, perchè salvarsi equivale a sopravvivere per una realtà come quella bosina in questo momento storico).
Ed allora va bene quella doppia faccia, che c’è stata a Nymburk e che si è rivista praticamente in fotocopia ieri sera contro Brindisi. Quella doppia faccia che rende brutta, frenetica, aggrappata ad uno sterilissimo tiro da tre punti la truppa di coach Bialaszewski, in una manovra senza capo né coda, com’era stato a Nymburk e che poi, magicamente, cambia nel secondo tempo.
Cambia smettendo di tirare a ripetizione da tre punti ma rcando molto di più l’attacco al ferro penetrando centralmente e mettendo sotto pressione la difesa avversaria, cambia alzando la pressione difensiva e di conseguenza la possibilità di correre in transizione, cambia nella gestione del pallone seppur a ritmi elevati.
Cambia, fondamentalmente, nell’efficacia di un gioco che continua a dividersi tra l’esigenza di seguire le regole del Moreyball e le caratteristiche di un gruppo che, dopo l’addio di Hanlan, è per tanti versi lontano da questa idea di gioco, che basa moltissimo sulla scelta del tiro da tre punti e ceh nelle ultime tre partite in questa statistica ha fatto registrare: 7/34 contro Milano, 10/38 contro Nymburk e 12/38 contro l’Happy Casa.
Basta però questo a Varese per avvicinare la salvezza in campionato, basterà per provare a conquistare nuovamente un trofeo dopo 25 anni? Probabilmente no ma lo sanno tutti, in primis lo staff tecnico che ha l’obiettivo di trovare la giusta faccia della stessa medaglia a questa squadra per provare a regalarsi un finale di stagione da inserire nella storia della società.
Alessandro Burin