Quando l’uomo col fucile incontra l’uomo con la pistola…beh, il finale si conosce. Fuori di metafora, quando un Vicenza così (inteso come in discreta serata), incontra una Pro Patria così (cioè, solo dignitosa), il 2-0 a referto è tutto sommato anche un buon saldo. Ok, il destino biancoblu non può certo dipendere dai 90’ del “Menti”. Ma quando la differenza è così marcata, dubbi e riserve sulla direzione presa dalla stagione tigrotta non possono essere rimandati. Perché due gol incassati nel mancato rispetto di consegne e valore dell’avversario impongono un immediato reset su cosa davvero voglia essere (o diventare) la squadra di Riccardo Colombo.

Il fagnanese è tanto consapevole dei limiti quanto convinto che la strada imboccata sia quella giusta: “Buona partita ma una partita normale. E contro squadre così le partite normali non bastano. Abbiamo avuto coraggio. E mostrato un atteggiamento giusto. La prima occasione è stata la nostra con Pitou. Poi presi due gol sulla stessa situazione. Se guardo la classifica è chiaro che abbiamo bisogno di punti”. La chiusura (apparentemente ovvia essendo a quota 2 dopo 4 giornate), nasconde però anche il vero nodo della questione. Quale? Lo specimen tecnico (costruzione dal basso, aggressività sulla trequarti, spazio concesso in profondità alla punta centrale), che la stagione passata garantì la svolta di gennaio può produrre lo stesso effetto con il personale 2024/25? Domanda retorica a risposta (va da sé), negativa se parametrata ai soli risultati. Ma in classifica vanno quelli e quindi difficile anteporre la pura teoria alla dura pratica.

Potrebbe andar peggio…potrebbe piovere!            

Dove la pioggia dell’immortale Marty Feldman è rappresentata dal serio infortunio a Travaglini. Lo stop all’ex Cagliari (a proposito, in bocca al lupo), unito ai problemi ormai cronici di Lombardoni, alle assenze di Renault e Palazzi (rientrato ieri) e al doppio turno di squalifica di Mallamo riducono la profondità di una rosa già non perfettamente omogenea. Dimenticato nessuno? Chiaro, Giacomo Beretta. Giusto per stare in tema di fucili, pistole e affini. Dopo la prima panchina a Vicenza, l’attaccante varesino è atteso anche ai primi minuti in campo venerdì sera nella classicissima con il Novara (ore 20.45, stadio “Speroni”). Servono (subito) mestiere, esperienza, persino un po’ di malizia e cattiveria in un reparto offensivo dove prima ancora che i gol sembrano mancare i presupposti per segnarli.               

Giovanni Castiglioni 
(foto Aurora Pro Patria 1919 Official Facebook)

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