Il Varese non deve essere in Serie D. Non è la sua categoria, la Serie C è il minimo sindacale per una piazza come quella biancorossa: fate presto e tornate su!“.

Ci accoglie così e ci saluta a fine chiamata ribadendo il concetto, Maurizio Brancaccio l’ex n. 1 del Varese Calcio che vanta 157 presenze in maglia biancorossa in 5 stagione tra il 1995-96 e il 1999-2000. In bacheca la promozione dalla C2 alla C1 nel 1997-98 e la Serie B sfumata nel 2000 nella sua ultima annata a Varese: quella della famosa semifinale di Cittadella.

L’anno successivo a Varese, a difendere la porta biancorossa, arrivò un certo Stefano Sorrentino, allora ventunenne, che alla sua prima intervista disse: “Sarà difficile non far rimpiangere un mostro sacro come Brancaccio, ci proverò dando il mio meglio“.

Tornare a Varese è sempre un’emozione, il gruppo creato in quelle cinque stagione era fantastico, un gruppo vincente e solo per un niente non siamo riusciti a regalarci il sogno delle Serie B. Da allora ho sempre seguito le sorti dei biancorossi e poi ci sei tu a tenermi sempre aggiornato e sul pezzo (scoppia a ridere ndr). Al netto di quello che è successo negli ultimi anni penso che il Varese non debba essere qui, in questa categoria, ma che meriti sicuramente il professionismo. La società sta facendo le cose per bene con una certa programmazione e questo mi fa molto piacere. Ho sentito del Centro Sportivo e anche la squadra è stata costruita a modo, i presupposti per tornare tra i grandi nel medio-breve periodo per me ci sono tutti”.

Non bisogna certo stimolarlo a parlare Maurizio Brancaccio, quando si parla di calcio e del suo Varese è sempre un fiume in piena che lascia trasparire tutto il suo entusiasmo e la sua professionalità. Da questa stagione, dopo le esperienze a Casale, è il preparatore dei portieri dell’Asti e domenica tornerà proprio da avversario al Franco Ossola. “Sono arrivato qui nello staff di mister Sesia, un grande allenatore con alle spalle penso qualcosa come 500 panchine anche tra i professionisti. Il nostro gruppo è rodato considerato che da tre anni lavoriamo insieme e ritengo che anche ad Asti stiamo facendo un buon lavoro. Siamo un gruppo giovane che cresce di domenica in domenica e siamo soddisfatti del gioco che vediamo in campo e della nostra posizione di classifica“.

E il tuo Varese?Sono ben informato, come ti dicevo prima (sorride ancora ndr), è una squadra completamente nuova e vincere subito, ammesso che la vittoria del campionato fosse l’obiettivo principale, è difficilissimo. A mio avviso è stato fatto un ottimo lavoro dal Direttore e ora dal Mister per quello anche che dicono i risultati. Non mi permetto mai di giudicare o di dare consigli in casa altrui, ma al mio Varese posso dire di continuare su questa strada di giocare e vincere, i conti si fanno alla fine. Aggiungo… giocare e vincere magari non da domenica questa“.

Michele Marocco

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