Aveva iniziato la stagione con l’Arsaghese salvo poi, nel mercato invernale, scegliere di darsi un’opportunità diversa e di giocarsi un salvezza da “tutto per tutto” con il Lonate: è questo il cammino di questa stagione di Riccardo Lattuada. 
Il centrocampista classe 2000 sta accumulando minutaggio importante alla corte di mister Airoldi, ed è il primo a credere di poter raggiungere, insieme ai suoi compagni, un obiettivo difficilissimo ma non impossibile.
Guardare in faccia alla realtà significa constatare che il nostro obiettivo è fare più punti possibili perché già credere nella salvezza diretta è difficile, è più veritiero puntare ad un playout, ma resta comunque il fatto che anche quello va raggiunto, ecco perché dobbiamo rimanere sereni e dare tutto novanta minuti dopo novanta minuti”.

Facciamo un passettino indietro. Inizia la stagione con l’Arsaghese, fra mille aspettative, poi le cose non vanno ed entri a far parte del team Lonate. Cosa è successo prima e come mai questa scelta?
È stata una scelta puramente calcistica. Ad Arsago non è scattato il feeling con lo staff tecnico, non c’è stato nessun problema oltre quello, io posso solo parlare bene di loro, però mi stava stretto il minutaggio che mi veniva concesso e sentivo di meritare qualche chance in più, così ho preferito cambiare aria. In realtà la scelta Lonate arriva un po’ per caso, ero a vedere una partita di ragazzini ed ho incontrato il team manager Francesco De Filippo, abbiamo fatto due chiacchiere ed è saltata fuori quest’opportunità che ho deciso di cogliere al volo”.

Quali sono i tuoi obiettivi da qui a maggio?
Io volevo solo continuità, e devo dire che qui la sto trovando, vorrei dimostrare più di quanto non abbia fatto ultimamente e, appunto, ritagliarmi il mio spazio, non ho fatto una scelta comoda perché la classifica era già complicata prima e anzi forse, fra le due, se si pensava che una squadra potesse risalire quella era Arsago, ma ripeto avevo bisogno di giocare”. 

Nuovi compagni, nuovo mister: qual è stato il tuo primo approccio? E come ti stai trovando?
Devo dire bene, anzi molto bene, conoscevo pochi giocatori ma sono entrato subito a far parte di un gruppo molto giovane, il bello del calcio dilettanti è quando vai al campo con gioia perché oltre che dei compagni incontri degli amici, e fra questi non posso non citare Matteo Sozzi, mica che si offende, è un po’ permaloso (ride ndr)”. “Quanto al misterprosegue Lattuadaè preparato, dà tutto se stesso, parla tanto, ti ascolta, tiene molto anche al rapporto umano, quando sono arrivato avevo un problema alla caviglia, si è subito interessato e poi mi ha dato fiducia già a Laveno, devo dire che mi sto trovando bene anche con lui”.

Il percorso con il Lonate è stato un po’ particolare: una buona chiusura a dicembre ed una buona partenza nel 2024, poi però 5 sconfitte consecutive.
Abbiamo fatto punti anche con avversari molto più blasonati, vedi Morazzone, ma c’è stata la gara con il Luino che ha fatto un po’ da spartiacque nel senso che abbiamo preso due gol che ci hanno un po’ buttato a terra, e questa cosa si è ripercossa nelle giornate successive; poi per carità perdi ad Olimpia e ci sta, ma con la Sommese dopo 20’ eravamo sotto di un gol e di un uomo, con il San Michele siamo rimasti in partita fino al 60’, con buone chance anche di andare in gol, e con il Tradate, per quanto sia più forte di noi, gli abbiamo dato una bella mano nell’andare in vantaggio, di sicuro c’è stata una reazione nella ripresa e dobbiamo ripartire da quella”.

Quali sono i punti forti ed i deboli di questa squadra?
Siamo una squadra giovane, forse la più giovane del campionato, io ho 24 anni e sono tra i più esperti, questo la dice lunga, come tutte le squadre giovani da un lato viaggiamo sulle ali dell’entusiasmo, dall’altro finiamo sotto un treno alla prima difficoltà, viviamo di momenti ma non possiamo farci condizionare troppo dall’errore”. “Quando una squadra così giovane si trova in questa situazione il pallone scotta, hai paura anche di fare un passaggio, talvolta, dobbiamo rimanere tranquilli, consapevoli che per raggiungere la salvezza ogni palla è quella della vita, dobbiamo fare più punti possibili, cogliere ogni opportunità e vedere cosa succede, l’importante è che se dovesse andare male non avremo rimpianti, consapevoli di aver dato tutto ma anche di non aver abbandonato la nave prima del previsto, insomma la dignità non può mai venire meno”.

Domenica andrete a Cantello, si prospetta un’altra battaglia?
Direi proprio di sì, vuoi perché le previsioni meteo non sono il massimo e quindi il campo potrebbe non aiutare, vuoi perché comunque è una squadra ostica che vuole definitivamente staccarsi dalla zona rossa. Personalmente quel campo non mi porta particolare fortuna, tra sconfitte e pali, è ora di sfatare questo tabù; dopo Cantello avremo Victoria e Arsaghese, sono tre partite molto delicate che in qualche modo delineeranno il nostro destino”.

Infine, chi vince il campionato?
Per come le ho viste io credo che la più forte sia l’Olimpia e fino a 15 giorni fa ero sicuro di dire Olimpia, ultimamente però hanno perso qualche punto, allora anche in virtù del calendario io dico Folgore Legnano, credo sia una squadra da cui prendere esempio perché magari sulla carta non ha grandi nomi, ma è la dimostrazione lampante che i nomi non bastano né per vincere, né per salvarti, fanno gruppo e ci credono fino all’ultimo, ed è proprio questo che dobbiamo continuare a fare anche noi per raggiungere il nostro obiettivo”.

Mariella Lamonica

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