Magic moment per il Varese Femminile: il successo per 5-1 sul Città di Segrate, conciso con la panchina numero 100 di Andrea Bottarelli, ha proiettato le biancorosse a quota 10 punti in classifica e contro il Circolo Giovanile Bresso (in campo domenica 13 ottobre alle Bustecche) l’obiettivo è quello di centrare la terza vittoria consecutiva. Missione senza dubbio alla portata di un gruppo che sta acquisendo fiducia match dopo match e la voglia di alzare sempre più l’asticella è parte integrante del processo di crescita di una rosa davvero giovane e ambiziosa.

Giovane e ambiziosa è sicuramente Allegra Ferrari, difensore centrale classe ’06 arrivata in punta di piedi (forse anche troppo) in biancorosso, ma che si sta ritagliando sempre più spazio nelle gerarchie di squadra. Domenica scorsa, poi, è anche arrivato il primo gol coronando una giornata totale a tinte biancorosse. “Sapevamo che il Segrate era una squadra alla nostra portata – esordisce Ferrari – ma non abbiamo minimamente sottovalutato la partita: siamo scese in campo con la voglia di vincere, approcciando benissimo il match e la vittoria è stato il giusto premio per la nostra attitudine”.

Giornata di grandi emozioni: dalle 100 panchine del mister al tuo primo gol. Come l’hai vissuta?
“Quando ho segnato mi sono girata e ho visto tutte le compagne corrermi incontro è stata un’emozione incredibile: doppia, oserei dire, per loro e per me visto che non segnavo da un annetto. Oltretutto è stato un momento importante perché non mi sentivo in giornata e mettere la palla in rete mi ha sbloccata mentalmente. La dedica? Va alla me stessa di qualche mese fa: un infortunio mi aveva tenuto fuori gran parte della stagione e in quel periodo ero a pezzi perché avevo in qualche modo perso la fiducia in me. Anche per questo non ero sicurissima della scelta di venire a Varese, avevo paura di fallire, e quel gol è stata una bellissima risposta. Sul mister c’è poco da dire: sono felicissima per lui e meritava una festa anche più grande”.

Parliamo proprio della scelta del venire a Varese: come sei arrivata in biancorosso?
“Proprio il mister mi aveva già chiamata lo scorso anno, ma avevo rifiutato perché non mi sentivo ancora pronta. Poi mi ha riscritto qualche mese fa e ci ho messo tantissimo a prendere la decisione, proprio per il fatto che sapevo di star affrontando un passo importante a maggior ragione dopo l’infortunio dello scorso anno. Certi treni, però, passano solo una volta: nel mio caso è passato una seconda e non potevo perderlo. Stefano Ferrari? Ho scoperto per caso di essere sua cugina: di fatto non ci conosciamo, ma sono felice che anche lui sia un giocatore del Varese”.

In generale stai trovando parecchio spazio: te lo aspettavi?
“Come ho detto avevo qualche timore reverenziale nell’inserirmi in un gruppo nuovo e già di per sé consolidato: il livello dell’Eccellenza è poi molto più alto e, visto che le qualità tecniche non sono certo il mio forte, avevo paura di sfigurare. Invece, fin dalle prime amichevoli, il mister mi ha dato tanto spazio e ho preso sempre più confidenza: punto sempre a dare il massimo e voglio dare tutto per questa squadra perché ho trovato uno spogliatoio stupendo. Ogni ragazza è focalizzata per arrivare il più in alto possibile e voglio dare il mio contributo”.

Contributo che sta arrivando anche in termini di gol da parte di tutti i reparti.
“Segnare è importante, così come lo è difendere. Scendiamo in campo in undici, senza dimenticare chi subentra, e tutte noi contribuiamo ad un unico grande obiettivo. Io qui ho solo da imparare, essendo circondata da grandissime giocatrici che stimo davvero tanto. Dove possiamo arrivare? Sicuramente in alto, ma non voglio fare proclami: ci alleniamo e scendiamo in campo con la voglia di vincere giocando tutte le nostre carte”.

Forse, a cercare il pelo nell’uovo, il Varese continua a concedere qualche gol di troppo.
“Sbagliare è umano e per come la vedo io un errore ogni tanto ci può stare; anzi, per quel che ci riguarda contribuisce a unirci e fortificarci. Ovvio che sarebbe meglio non subire, ma credo che prendere qualche gol ci possa aiutare a migliorare, capire dove abbiamo sbagliato e porre rimedio la volta successiva”.

Andando invece a ritroso, come ti sei avvicinata al mondo del calcio?
“Ho sempre avuto un forte interesse per il calcio, anche se i miei genitori inizialmente pensavano fosse una passione passeggera. Poi, a 12 anni, ho visto un volantino della Vergiatese che aveva una ragazza in primo piano: ho insistito e i miei mi hanno finalmente portata a giocare. Non è stato facile iniziare perché ero l’unica ragazza in una squadra maschile e di fatto facevo la portaborracce (ride, ndr). Mi è però servito per formarmi a livello fisico e mentale. Poi sono passata alle Azalee Gallarate, successivamente diventato Torino Club, debuttando in uno spogliatoio completamente femminile dove mi sono affermata proseguendo la mia carriera. Infine, c’è stato il grande passo chiamato Varese”.

Qual è il tuo sogno?
“Io odio perdere e il nemico più grande è il mio cervello perché mi demolisco da sola: se in partita faccio una cosa brutta e una bella, quest’ultima non esiste e mi fossilizzo solo sull’errore. Per cui il mio sogno è semplicemente quello di migliorarmi per arrivare il più in alto possibile”.

Non a caso chi ti circonda ha individuato proprio nell’autostima il tuo punto debole.
“Di mio non sono né timida né insicura, ma entrare in un gruppo nuovo mi rende tale. Al Torino Club ero nella mia confort zone mentre qui ho trovato ragazze più grandi che non conoscevo: mi sono posta nel migliore dei modi, spero (sorride, ndr), con la voglia di migliorare i miei difetti in campo e fuori”.

Al tempo stesso chi ti circonda ribadisce piena fiducia nelle tue qualità.
“Me lo auguro! (ride, ndr) Scherzi a parte spero davvero di diventare una figura di riferimento in difesa e più in generale per tutta la squadra. Come ho detto nutro davvero tanta stima nei confronti delle mie compagnie e l’augurio è di venir contraccambiata”.

Chiudiamo con un’anteprima su domenica: altra sfida alla portata, ma che può nascondere insidie.
“Esattamente. Ogni partita è per noi uno stimolo a fare meglio della precedente e sappiamo di non poter sottovalutare nessuno. Dipenderà come sempre dal nostro atteggiamento: entreremo in campo con la giusta mentalità e ci porteremo a casa i tre punti”.

TC

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