Via Albani, Varese: per troppo tempo su quella piccola altura si è visto uno scheletro, specchio di un glorioso passato e di un futuro incerto. Almeno finché, ultimati i lavori, non si sono aperte le porte e quell’inconfondibile ventata fresca del ghiaccio ha spazzato via ogni dubbio. Il Palaghiaccio è rinato e la Acinque Ice Arena da quasi un anno e mezzo è diventata il cuore di Varese.

Hockey, sport del ghiaccio e (senza dimenticare l’area fitness con piscine e campi da padel), soprattutto, pattinaggio libero. La pista è sempre stata della “gente di Varese” e continuerà ad esserlo perché niente come il Palaghiaccio scalda il cuore di un vero varesino.

 “Gli vogliamo bene – è il commento di Matteo Cesarini, il gestore dell’impianto (nonché presidente dei Varese Killer Bees) – perché il Palaghiaccio è da sempre un bene di Varese e, nello specifico, è dovere di tutti conservarlo come tale. Dopo quasi un anno e mezzo di vita, i numeri della Acinque Ice Arena sono incredibili: al mattino abbiamo avviato anche delle sessioni, con corsi di nuoto e pattinaggio, per le scuole e l’obiettivo è di mantenere questo livello anche in futuro. Ciò implica manutenzioni continue e innovazioni tecnologiche per confermarlo un gioiello unico nel suo genere”.

Quanto Varese aveva bisogno di una struttura del genere?
“Tantissimo, e forse adesso non gli basta (ride, ndr). Siamo l’unico impianto con queste caratteristiche nell’arco di parecchi chilometri, un vanto per tutto il movimento degli sport del ghiaccio, al punto da risultare appetibile anche per tante realtà estere. Varese sta beneficiando di tanti privilegi che una struttura del genere garantisce e, proprio per questo, dobbiamo essere bravi e competenti per cogliere le opportunità che ci attendono anche nei prossimi anni”.

Vanto per l’Italia intera e, non a caso, l’inaugurazione è stata fatta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella…
“L’emozione di quella giornata resterà per sempre. A livello organizzativo è stato un evento davvero complesso da gestire ma, nel momento in cui siamo riusciti a incastrare tutti i pezzi, il risultato è stato qualcosa di unico. È stato il giorno in cui abbiamo dimostrato che anche in Italia il “si può fare” è realtà; porteremo dentro a lungo l’orgoglio aver avuto qui il Presidente della Repubblica. Va dato atto a Comune e Università dell’Insubria di aver mosso i passi giusti in momenti non sospetti; noi abbiamo accolto di buon grado il tutto facendoci carico della gestione dell’evento presso l’impianto”.

Con una presentazione del genere il successo non poteva che essere garantito: hockey, ma anche tanto altro. Quanto è stato importante il “risveglio” degli sport del ghiaccio a Varese?
“Ero certo che tutte le società avrebbero beneficiato di un impianto del genere e i numeri lo dimostrano. Adesso alla quantità dobbiamo abbinare a qualità: dall’amatore al bambino che inizia a pattinare, bisogna sfruttare il flusso. Lo stiamo facendo, ad esempio, con il pattinaggio pubblico e la città di Varese sta rispondendo davvero bene: mi fa piacere vedere tanti ragazzi, ma non solo, che il sabato sera come in altri giorni vengono qui a pattinare tra luci e musica, in un ambiente che fa davvero la differenza. Poi c’è tutta la componente legata agli eventi e all’utilizzo della location anche a scopo promozionale, come ad esempio quando abbiamo ospitato qui Francesco Gabbani per girare il video della sua canzone “Natale tanto vale”; non mancheranno altre iniziative del genere per dar sempre più luce alla Acinque Ice Arena”.

Il veicolo migliore per da lustro ad un Palaghiaccio del genere è però indubbiamente stata la super stagione dei Mastini; come l’hai vissuta?
“Credo che l’anno scorso ci sia stato un incastro unico nel suo genere che ha portato alla maturazione di entrambe le parti: i Mastini hanno beneficiato di un impianto del genere e, anche grazie alle loro vittorie, sempre più gente si è avvicinata alla Acinque Ice Arena. Ne è venuta fuori una super stagione sotto tutti i punti di vista”.

In tutto questo qual è la cosa che ti inorgoglisce di più?
“Quando vedo lo stadio pieno è sicuramente bellissimo, ma sono orgoglioso soprattutto per la varietà di eventi che stiamo portando: non solo partite, ma anche pattinaggio artistico, team building, conferenze e tanto altro. L’orgoglio massimo è però rivolto al gruppo di lavoro e alla capacità di gestire l’ordinario e lo straordinario. I Crazy Bees? Ad oggi sono oltre quaranta, un numero che ci consente di avere due squadre: una prettamente amatoriale e una composta anche da qualche ex Killer Bees e Mastino. In generale devo ammettere che è proprio un gran bel movimento, che ha dato continuità al progetto Varese Killer Bees nato nel 2006”.

Che bilancio puoi trarre da questo anno e mezzo?
“Come ho detto prima mi aspettavo tanto interesse, e così è stato. A livello agonistico, però, siamo senza dubbio andati oltre le aspettative e questo non può che farmi piacere. Il momento più emozionante? Mattarella è fuori classifica, per cui non posso che dire le vittorie dei Mastini: non solo perché ci ho giocato, ma perché tutti noi abbiamo lavorato sodo per riportare i gialloneri qui offrendo un impianto degno di tale tradizione: impianto e squadra poteva senza dubbio essere un binomio vincente, ma non era scontato renderlo tale”.

Non solo “inverno”, ma la Acinque Ice Arena è viva anche d’estate.
“In realtà abbiamo chiuso la parte ghiaccio solo per poche settimane. In estate palestra e piscina hanno raccolto numeri davvero interessanti e testimoniano il lavoro che stiamo facendo intorno al cittadino. Dall’agonista che si allena ad alto livello a chi vuole semplicemente tenersi in forma, qui abbiamo tante potenzialità per rispondere a molteplici esigenze. Da non dimenticare anche il Summer Camp, centro estivo per i più giovani che ha avuto una frequentazione estremamente interessante già al primo anno. Tra poco partirà il progetto di riqualifica dell’area tennis Le Bettole, con il coinvolgimento di Francesca Schiavone, e avere qui un profilo del genere rappresenta un’opportunità da cogliere per tutto il territorio. La riqualifica di quell’area rappresenta un completamento ideale per tutto il comparto”.

Tra le esigenze c’è ovviamente anche quella di rifocillarsi. Cosa puoi dire di Paolo e Luisella e dell’area bar?
“La loro presenza è una sicurezza; conoscono gli atleti e rivederli qui dopo la ristrutturazione è stato un buon esempio di continuità. Quando entri ti trovi subito in un ambiente familiare che si sa adattare alle esigenze dettate dalle diverse frequentazioni della struttura”.

Diamo uno sguardo a Milano-Cortina: che scenari ci sono per Varese?
“Da Project Manager di Varese Sport Commission for Milano Cortina 2026, ente compartecipato da Comune, Provincia e Camera di Commercio, sono molto soddisfatto dell’accordo che ci consentirà di ospitare qui la nazionale giapponese di pattinaggio artistico già la prossima estate, un eccellenza di livello mondiale. Avremo qui anche l’Australia a gennaio e ci sono altre realtà che si stanno avvicinando: c’è stato un incontro con il Canada e non escludiamo altri sviluppi. In tutto questo abbiamo il dovere di tutelare il movimento delle nostre realtà, consapevoli degli impegni e scelte di responsabilità che l’evento Olimpico porterà sul nostro territorio. Gestiremo al meglio spazi e tempi per preservare le attività delle società”.

L’obiettivo per il futuro, quindi, qual è?
“Aumentare la performance, la qualità dei servizi che offriamo tenendo il passo delle tecnologie e rendendo sempre più emozionante l’esperienza degli atleti e del pubblico in arena. A tal proposito installeremo un circuito interno di Digital Signage: tutta la comunicazione di ciò che avviene all’interno passerà attraverso una trentina di schermi che offriranno una costante e aggiornata calendarizzazione degli eventi. Ci sarà almeno uno schermo per spogliatoio, e questo sarà utile  anche per il video-coaching. Il tutto arriverà a partire da gennaio e nel giro di poco tempo saremo operativi”.

Matteo Carraro

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