Il 2024 dei Mastini si è concluso con una nota amara (sconfitta negli ultimi secondi per 5-4 contro l’Appiano), ma il ko dello scorso 29 dicembre contro i Pirati non ha certo cancellato quanto di buono compiuto fin qui. Varese, abbracciando la salda determinazione e professionalità di Gaber Glavic e cambiando parecchi interpreti sul ghiaccio, ha intrapreso un percorso di rinnovamento andando a sviluppare un ragionamento in prospettiva che porterà i suoi benefici soprattutto sul medio-lungo periodo. Innegabile, tuttavia, come sia il momento presente ad avere sempre la massima importanza (soprattutto per i tifosi) e, guardando all’attualità, è comunque innegabile riconoscere i tanti passi in avanti compiuti dalla squadra nel corso della prima parte della regular season.

Il lavoro in e off-ice di Glavic è coinciso con una prevedibile parte di “affanno” nelle prime settimane, per poi dare i suoi frutti con una meravigliosa cavalcata di undici vittorie consecutive. Nelle ultime partite si è registrato un lieve “affanno” (parallelamente alla fase di scarico), ma dal 2025 i Mastini torneranno a ringhiare sul ghiaccio sfruttando il crescendo di condizione che il tecnico sloveno si aspetta. A bocce ferme (si fa per dire, visto che il prossimo 4 gennaio si tornerà già sul ghiaccio per la trasferta di Feltre), tocca dunque al direttore sportivo giallonero Matteo Malfatti tirare le somme del percorso compiuto fin qui: “Siamo partiti malino perdendo nove punti contro squadre abbordabili che avrebbero disegnato una classifica ben diversa. Non facciamo però drammi, evidentemente doveva andare così, ma abbiamo sfruttato quel periodo per metabolizzare una nuova metodologia di allenamento e di gioco. Forse all’inizio non tutti capivano l’importanza di quanto fatto in quei mesi, ma ciò che ha fatto Gaber è stato portare un messaggio implicito per il futuro: bisogna iniziare a impostare le stagioni in maniera diversa. A livello societario siamo quindi estremamente soddisfatti del lavoro svolto fin qui perché Glavic sta conducendo questa squadra ad un livello superiore dal punto di vista della preparazione fisica e mentale. Per lui, che arriva dal professionismo, è la normalità; noi arriviamo da un contesto diverso, ma uno sportivo deve esserlo a 360° e quindi siamo felicissimi di come sta andando questa stagione”.

A livello di risultati c’è stata una netta inversione di tendenza dopo la sconfitta interna con l’Alleghe: cos’è successo dopo quel ko?
“Dal mio punto di vista non è successo niente. La sfida con l’Alleghe è arrivata alla fine del periodo di metabolizzazione che tutti noi ci aspettavamo, ragion per cui dalla partita seguente la squadra ha iniziato il suo normale percorso di crescita fisica riuscendo a trasporre sul ghiaccio i sistemi di gioco di Glavic. Diciamo che da quel momento abbiamo iniziato a beneficiare di tutto il contesto extra-campo di cui ci siamo dotati a livello societario, ad esempio dalla meticolosa preparazione atletica al fatto di avere un nutrizionista; valori aggiunti che fanno la differenza. Di sicuro non eravamo scarsi prima di quella partita e non siamo diventati fenomeni dopo”.

Il campionato ha fin qui dato il suo verdetto: la classifica è veritiera?
“Uno sportivo sa che il campo ha sempre ragione: ad oggi questi sono i valori dell’IHL. Poi si può e si deve analizzare ogni contesto. Dal mio punto di vista il Caldaro è la squadra più quadrata, l’Aosta quella più forte a livello tecnico e il Feltre ha individualità davvero importanti. Poi ci siamo noi: il nostro sistema di gioco è più affine all’organizzazione del Caldaro, ma cerchiamo di bilanciare sfruttando quelle che possono essere le peculiarità dei singoli giocatori. Posto che la mentalità, il modo di approcciare le partite, fa sempre la differenza, a livello di hockey giocato abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti. Appiano e Alleghe sono due gran belle squadre che si sono meritate l’accesso al Master Round, ma quest’anno anche il Qualification Round sarà davvero bello: in primis ci sono solo due posti in palio per i playoff e la bagarre sarà davvero serrata perché ogni squadra si rinforzerà. Chiunque passerà risulterà un osso duro nella post season”.

Mercato invernale più attivo del solito: dobbiamo aspettarci altro?
“Come abbiamo sempre dichiarato non vogliamo comprare tanto per farlo, ma ogni giocatore deve esser funzionale al progetto. C’è stata l’opportunità Basile e l’abbiamo colta, mandando poi il ragazzo in Division I per fare esperienza; avremo qui per un po’ Alessandro Crivellari, un prospetto davvero interessante, mentre su Alex Bertin credo ci sia poco da dire perché per noi è una sicurezza. Ad oggi riteniamo di avere una squadra performante, ma se ci saranno opportunità imperdibili ci faremo trovare pronti”.

Obiettivo Top4 centrato. A breve inizierà il Master Round, ma il focus non può che andare sulle Final Four di Coppa Italia. Assegnazione per certi versi a sorpresa, ma ben accolta da tutto l’ambiente.
“Organizzare per il terzo anno di fila le Final Four rappresenta per la nostra società una bellissima responsabilità, perché sappiamo di aver regalato qualcosa di importante alla città. A prescindere dal risultato sportivo saranno due gironi bellissimi perché ci saranno le migliori quattro squadre dell’IHL e ogni partita sarà da vivere col fiato sospeso fino all’ultimo secondo. Essendo partite secche, poi, tutto può succedere e, considerando che il livello tecnico è superiore rispetto agli anni passati, ci sarà da divertirsi”.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla semifinale con il Caldaro?
“Prima di tutto voglio essere molto chiaro su un aspetto: se qualcuno pensa che abbiamo voluto perdere apposta contro l’Appiano per evitare l’Aosta, o non ci conosce davvero o è in malafede e non porta rispetto alla nostra storia. Un Mastino gioca sempre per vincere, senza fare calcoli. Alla fine del match contro l’Appiano eravamo tutti incazzati, sia per la sconfitta sia per non aver chiuso l’anno con una vittoria davanti ai nostri tifosi. Nello sport bisogna anche saper perdere, ma aver sentito illazioni del genere è ancora più doloroso di una sconfitta ed è irrispettoso sia per noi che per gli avversari. Detto questo, tornando alla domanda, sappiamo bene quali siano le potenzialità del Caldaro e siamo consapevoli di come dobbiamo affrontarli, ma loro non sono da meno. Fin qui li abbiamo battuti in entrambe le occasioni e proprio per questo sarà ancor più complicato affrontarli in una gara secca; non dimentichiamo che l’anno scorso furono proprio loro ad eliminarci in semifinale. Aosta-Feltre? Chiaro che l’Aosta è favorita, ma ad oggi è una partita impronosticabile: come sempre, in questi casi, vincerà chi farà meno errori. Il grande vantaggio di Aosta, in previsione futura, è il fatto di avere una squadra di professionisti. Questo, quando giochi ogni due giorni può fare la differenza a livello di ritmo e le quattro linee complete garantiscono rotazioni più efficienti. Tornando alla semifinale, però, ripeto che essendo una gara secca tutto può succedere. Di certo sarà uno spettacolo sportivo da non perdere”.

Tra Coppa Italia e Master Round, quali sono le aspettative per il 2025?
“Mi aspetto che tutte le squadre alzino il livello e noi dovremo fare lo stesso perché sarà importante chiudere il Master Rond più in alto possibile: in ottica playoff potersi giocare l’eventuale bella in casa fa la differenza. Non dobbiamo però guardare troppo avanti: ragioniamo di partita in partita giocandocela a viso aperto con tutti”.

Matteo Carraro

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