Tre risultati utili consecutivi e il ritorno alla vittoria hanno parzialmente rasserenato il Varese Femminile nel mezzo di una stagione al di sotto delle aspettative ma che ha ancora tanto da dare: 12 giornate per dimostrare di non valere l’attuale decima posizione e una semifinale (andata e ritorno) contro la corazzata Lesmo per inseguire un sogno chiamato Coppa Italia.

Le difficoltà affrontati fin qui si riflettono in una delle calciatrici simbolo di questa squadra: Michela Lunardi. L’attaccante classe ’96 è la miglior marcatrice di squadra con 14 reti (in linea con i suoi standard, a maggior ragione se si considera il numero di partite saltate a causa di qualche acciacco), ma probabilmente in un’altra stagione avrebbe segnato molto di più. Annata storta, ci sta (capita a chiunque a qualsiasi livello), che è molto difficile da raddrizzare; Lunardi e le biancorosse, però, ci stanno provando e continueranno a farlo fino alla fine.

“Domenica non è stata una partita bellissima – esordisce Lunardi commentando il 2-1 in extremis sulla Rivanazzanese – a causa di un campo in terra su cui non siamo abituate a giocare. Vincere al 92’ dà però quel brio in più e quella felicità di squadra, non mia, che serve in momenti come questi. Perché non ero felice? Per la mia prestazione individuale. Quando entro dalla panchina faccio fatica a trovare subito il ritmo partita e, su un campo del genere, ho avuto un po’di paura per potermi infortunare. Ovviamente non sto dando colpe al mister, ci mancherebbe, anche perché per come stava andando l’ultima parte della stagione, visto che non ero al meglio, è giusto dare spazio alle altre; devo riuscire io a fare meglio”.

Visti i precedenti è chiaro che la guardia resti alta ma, dopo esser tornate alla vittoria e aver centrato tre risultati utili consecutivi, può esser finalmente arrivato il momento della svolta?
“Sicuramente aver iniziato il 2024 con tre risultati utili, seppur molto diversi tra loro, ci dà una bella carica per le prossime partite. Con il CUS Bicocca è arrivato un pareggio deludente, con il Fiammamonza abbiamo disputato forse la nostra miglior partita riuscendo a pareggiare contro una grande squadra senza demeritare; anzi, forse avremmo meritato qualcosa in più noi. Al tempo stesso una prestazione del genere aumenta i rimpianti per quello che avrebbe potuto essere la stagione: se metteremo sempre quella voglia, quel cuore e quello spirito di sacrificio allora potremo dire di aver trovato la svolta”.

Domenica sfida al Villa Valle: in un momento come questo è un bene o un male affrontare l’ultima della classe?
“Nella nostra situazione non possiamo permetterci di guardare la classifica. L’augurio è quello che la squadra non si adagi sull’entusiasmo delle ultime partite, ma dovremo aggredire il match fin da subito ed evitare, come fatto per tutto il girone d’andata, di regalare il primo tempo alle avversarie. Io sono fiduciosa”.

A livello personale che giudizio puoi dare della tua stagione?
“Altalenante. Sicuramente non sto rendendo per quanto potrei: tra infortuni e assenze non sono quasi mai riuscita ad essere al top, ma pian piano la condizione sta tornando e voglio superare almeno i venti gol perché ho una cena da offrire allo spogliatoio e non voglio lasciar le mie compagne a digiuno (ridi, ndr)”.

L’anno scorso il Varese segnava molto di più. Senza Cavallin e con una squadra più in difficoltà in fase di finalizzazione, hai forse sentito maggiori responsabilità nel doverti portare sulle spalle tutto il reparto?
“Per quel che mi riguarda le responsabilità le ho sempre avute, a maggior ragione qui a Varese. Sicuramente quest’anno le avverto ancor di più, ma non posso farmi sovrastare; adesso credo sia presto per dare un giudizio oggettivo sulla mia stagione e su quella della squadra, ci risentiremo a fine stagione”.

Dal tuo punto di vista quali sono state le maggiori difficoltà?
“È difficile da spiegare, ma ci proviamo. Dal mio punto di vista ci siamo amalgamate in fretta, eppure è sempre mancato quel qualcosa in più a livello di squadra in campo: nei momenti chiave in cui serviva unirci ci siamo disunite e, io in primis, ognuna ha giocato per sé. La cosa pazzesca è che dal campo non te ne rendi conto; quando stai fuori, invece, lo vedi in maniera abbastanza evidente. Ovviamente non lo si fa apposta, anzi: è come se ognuna volesse fare sempre di più per aiutare la squadra, finendo però per peggiorare la situazione. Faccio un esempio: il mister ad un certo punto della stagione ha detto che sembrava non corressimo. Eppure noi a fine partita il fiatone ce l’avevamo. Ho capito cosa intendeva il mister quando ho guardato una partita da fuori: correvamo male, spesso fuori posizione, facendo fatica per nulla”.

A proposito del mister, lo spogliatoio si è opposto alla sua scelta di lasciare…
“Lui ha sempre detto che quando si inizia una cosa la si porta a termine. Ci siamo opposte ricordandogli le sue stesse parole e dicendogli che doveva darsi un’altra occasione e darla a tutte noi: l’andamento della stagione fin qui non è stata colpa sua, ma di tutti”.

Come siete ripartite dopo la pausa natalizia?
“Non dico che le settimane a casa ci abbiano fatto riflettere, ma ci hanno aiutato a staccare un po’ e a ritrovarci con più carica: nel momento in cui siamo ripartite non avevamo voglia di fare meglio, ma di fare proprio bene. Il gruppo è ripartito con entusiasmo e, dopo una prima partita complicata, il nuovo spirito si è visto con il Fiammamonza. Forse nessuno si aspettava quella partita e, come ci ha detto il mister al termine, allora si può fare, allora ce la possiamo davvero giocare con chi sta in alto. Personalmente non ne avevo mai dubitato, perché continuo a ritenere questa squadra più forte rispetto a quella dell’anno scorso; ora dovremo continuare a dimostrarlo”.

Cosa dobbiamo quindi aspettarci dal girone di ritorno?
“Vogliamo vincere quante più partite possibili, spero di segnare tante reti e che tutta la squadra aumenti la portata offensiva. Sono felicissima per Rebecca (Mauro, ndr) perché si è sbloccata e ne aveva bisogno. Ora dobbiamo mantenere questo spirito di squadra e continuare”.

In Coppa contro il Lesmo a maggio potrà esserci il miracolo?
“Ogni partita ha una storia a sé, ma il Lesmo ha oggettivamente una squadra di due categorie sopra. Sarà importante rimanere in partita all’andata per giocarsi tutto al ritorno, ma non la vedo così male: se riusciremo a recuperare chi fin qui non c’è mai stata potremo dire la nostra e metteremo tutto ciò che abbiamo per portarla a casa”.

Matteo Carraro

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