Tempo di riflessioni in casa Pallacanestro Varese.

I biancorossi s’interrogano sulla debacle, a livello di punti subiti, incassata contro la Dolomiti Energia Trentino nella prima partita della Valtellina Summer League. Un 110-87 che ha scatenato tutta l’ira di coach Herman Mandole che nel post partita non le ha mandate a dire ai suoi giocatori, sottolineando come: “Se non difendiamo non siamo da serie A. Chi non difende se ne può anche andare“.

Parole dure ma chiare e finalmente dirette, come non si sentivano ormai da un paio d’anni da parte di un coach ai Piedi del Sacro Monte (vuoi anche per l’ostacolo linguistico delle gestioni Brase prima e Bialaszewski poi, che andava a filtrare certe dichiarazioni) e che fanno ben capire come il focus del problema sia già centrato in casa biancorossa.

Sì, perché quest’anno la linea direttrice è cambiata, perché al sistema Moreyball che guida il gioco biancorosso è stata posta una forte impronta difensiva, come non era accaduto nelle precedenti due stagioni, nonostante anche lì il lavoro nella propria metà campo fosse considerato fondamentale per permettere poi alla squadra di esprimersi al meglio nell’altra metà di campo in attacco.

La scelta però di Mandole, di fare dello slogan del suo primo corso da capo allenatore, la difesa, cambia l’idea alla base di una filosofia di gioco per indole molto più offensiva, ed il mercato è andato in questo senso, con la scelta chiara e ribadita a più riprese prima a parole e poi con i fatti da parte di tutta la dirigenza e staff tecnico, di cercare giocatori con grande attitudine difensiva.

Poi però, sempre i fatti, che sono insindacabili, hanno detto di una squadra che, nelle uniche due uscite pubbliche, ha subito ben 222 punti. Se l’amichevole con Milano, però, aveva parecchie attenuanti, soprattutto il fatto di aver messo in campo per gli ultimi 15′ i ragazzini aggregati alla Prima Squadra, la debacle difensiva con Trento non ha scuse, come ha detto lo stesso Mandole.

Ed allora guardando al campo i motivi di un crollo tale si possono ricercare nelle difficoltà di Varese di sopperire alla mancanza di Akobundu – Ehiogu sotto le plance: non a caso il parziale decisivo del terzo periodo contro l’Aquila, finito 25-11, è stato costruito dai trentini per grande parte nel momento dell’assenza di Kao nel pitturato biancorosso, dove gli esterni di coach Paolo Galbiati hanno banchettato con una serie di penetrazioni centrali che non hanno trovato resistenza. Non solo, possiamo guardare alla prova fiacca in fase difensiva di Alviti, apparso nettamente sottotono e di Assui, spesso in grande difficoltà a tenere il primo passo dei diretti avversari (Cale e Pecchia). Non solo, perchè anche Brown non è stato efficace negli 1vs1 a cui lo ha spesso costretto Lamb, che lo ha battuto a più riprese senza nemmeno tante difficoltà.

Tre esempi di una fase di gioco generale di squadra in netta difficoltà soprattutto negli ultimi 20′ ma che comunque, nei precedenti 20′ aveva già subito 52 punti, mitigata da un attacco che aveva girato a meraviglia, con i biancorossi che avevano tirato con il 57% da tre ma che avevano messo in campo anche sprazzi della difesa che vorrebbe Mandole, fatta di grande aggressività ed intensità ma anche organizzazione tattica, soprattutto nei cambi di marcatura. Segni di una coesione e di una compattezza ancora tutta da trovare, segni di una continuità a livello di attitudine mentale al sacrificio tutta ancora da costruire per un gruppo che deve fare di queste caratteristiche le sue armi principali.

In tal senso la sfida con Cremona dirà molto: perché Varese giocherà con una diretta concorrente per l’obiettivo primario della stagione (la salvezza); perchè tornerà in campo capitan Mannion, fino ad oggi fermato dalla lombalgia e che vale tantissimo nell’economia di una squadra costruita attorno a lui; perché subire un’altra imbarcata anche contro la Vanoli accenderebbe in maniera fragorosa le spie dall’arme che già ieri hanno iniziato a risuonare in tutto l’ambiente biancorosso e che, a 3 settimane dall’inizio del campionato, vanno silenziate per non iniziare la stagione con un equivoco tattico che sarebbe a dir poco difficile da superare: una squadra difensiva che non riesce a difendere.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui